Capitolo 5

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Erano due giorni che Harry non mi toccava, picchiava o insultava, anche se non lo avrei mai ammesso gliene ero riconoscente.

Così decisi di preparargli la colazione in camera, dovevo essere folle, avrei dovuto stargli il più lontano possibile, invece io mi sentivo in dovere di farlo.

Preparai un vassoio con una brioche alla crema, due uova fritte con bacon ed una spremuta d'arancia.

Presi il vassoio con il contenuto portandolo al piano superiore, quando ero fuori la porta di Harry bussai, non avrei voluto farlo arrabbiare.

Nonostante ciò non rispose, entrai comunque trovandolo addormentato come un angioletto, cosa che non era.

Mi sedetti sul suo letto, accanto a lui, mettendo il vassoio sul comodino e cominciai a scuoterlo leggermente.

«Harry, ti ho preparato la colazione» gli sussurrai accarezzandogli la fronte ed i riccioli, era bellissimo.

Se solo fosse così calmo anche durante la giornata...

«Mmh..» mugugnò qualcosa protestando.

Feci per alzarmi ma sentì prendermi per il polso.

«Aspetta» pronunciò.
La sua voce appena sveglio, risultava ancora più roca e sensuale del solito.

«Perché mi hai preparato la colazione?» si poteva notare la confusione nel suo sguardo

«Io...n-non lo so, sentivo di doverlo fare» balbettai

Sorrise con le labbra, facendo comparire due meravigliose fossette sulle guance.

«Ti ringrazio» disse avvicinandosi pericolosamente a me.

«Ma cos...» mi mise un dito sulle labbra impedendomi di continuare la frase.

«Shh» disse prima di annullare le distanze tra noi, dandomi un semplice bacio a stampo, facendo aumentare il mio battito cardiaco.

Non feci in tempo a staccarmi che lo fece lui per me, appena lasciò il mio braccio, mi precipitai subito fuori dalla stanza con il cuore che batteva all'impazzata.

Per un attima mi fermai nel corridoio con gli occhi chiusi ed una mano contro il petto.

Mi chiusi nella mia camera a leggere un libro, ma dopo un'oretta decisi che dovevo passare il tempo a rendermi utile, così tornai in camera di Harry per ritirare il vassoio e pulirlo.

Quando entrai in camera ed inizialmente mi stupì di non trovarlo dentro, ma poi sentì l'acqua scorrere, capendo che stava facendo una doccia.
Arrossì al pensiero del suo corpo massiccio e muscoloso bagnato, stupendomi dei miei stessi pensieri.

D'un tratto il rumore sparì, segno che aveva spento il getto.
Pochi secondi dopo, Harry comparve all'uscio della porta con un solo asciugamano in vita.
Le goccioline d'acqua ricadevano dal suo petto fino ad arrivare all'orlo del tessuto bianco, i capelli bagnati e gocciolanti e quel ghigno che non lasciava mai il suo volto, lo rendevano perfetto.

Rimasi senza fiato, aprì la bocca per dire qualcosa, ma nulla uscì dalle mie labbra.

«Cosa ci fai qui piccola Kimberly?» chiese avanzando verso di me

«I-io ecco...i-io volevo p-portare via il vassoio» balbettai rossa in viso, facendo ridacchiare Harry.
Che figura di merda.

«È questo l'effetto che ti faccio?
Pensavo fossi più dura di carattere» mi sussurrò con un ghigno, intrappolandomi tra le sue braccia spingendo il suo corpo contro il mio, costringendomi a poggiare le mie esili mani sul suo petto.

«Ammetti che ti faccio un certo effetto, sono irresistibile» ansimò queste parole nel mio orecchio, mordendomi il lobo, per poi scendere e lasciarmi languidi baci per la mascella, il collo e la clavicola.

Cominciai ad ansimare a mia volta, non riuscendo a staccarmi sia per la sua forza che per poca volontà di farlo.
Risalì sul collo, nel mio punto debole, ma invece di lasciare i soliti baci, cominciò a fare pressione.

«Ha...Harry» ansimai.

«Mmh..?»

«Ti p-prego....l-lasciami»

In risposta succhiò ancora più forte la mia pelle, facendo scivolare la sua mano con forza, sotto il mio vestito bianco, salendo a stringermi il sedere.

«Così tutti sapranno che sei mia.» mi sussurrò appena ebbe finito.

Gemetti strabuzzando gli occhi, ma prima di riuscire a parlare, Harry posò le sue labbra sulle mie, leccando il mio labbro inferiore, chiedendo l'accesso alla mia bocca, accesso che non riuscì a negargli.

Le nostre lingue cominciarono ad accarezzarsi sensualmente.
Il bacio da lento diventò passionale, sentì Harry spingermi verso il muro salendo con la mano verso l'interno coscia.

«Piccola» gemette, facendomi impazzire.

«Sei così bagnata per me» continuò continuando a massaggiarmi.

Mi svegliai dal mio trance e lo spinsi indietro.

«No Harry, fermati ti prego, io...devo andare»
Non riuscì a dire altro.
Ero così imbarazzata... Ad una cosa feci caso prima di uscire dalla stanza...
Lo avevo lasciato con un'enorme erezione tra le gambe.

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Erano passate tre ore dall'accaduto in camera di Harry, ero stesa sul mio letto ripensando a come mi ero lasciata andare.

Circa un'oretta fa sentì il portone principale chiudersi.
Segno che Harry era uscito, di solito non stava via molto, dovrebbe essere già di ritorno.

Neanche il tempo di pensare queste parole che la porta principale si aprì.

Si potevano percepire diverse voci e schiamazzi per casa, quindi non era tornato solo.
Decisi di scendere a controllare con la scusa di un bicchiere d'acqua.

Appena feci ingresso in salotto, trovai Harry insieme ad altri quattro ragazzi.
E devo ammetterlo, erano uno più bello dell'altro.

«Hey abbiamo compagnia» disse uno di loro
Mi avevano già scoperta.

«Tu sei Kimberly vero? Harry ci ha parlato molto di te» fece parola un biondino dagli occhi più profondi dell'Oceano.

«Si, sono io» risposi titubante

«È un piacere conoscerti, io sono Niall» mi disse porgendomi una mano, che afferrai subito.

«Il piacere è tutto mio» gli sorrisi e potrei giurare di aver visto Harry stringere i pugni fino a far diventare le sue nocche bianche.

«Io sono Liam» mi sorrise il ragazzo che mi aveva annunciata prima.

Un moro dagli occhi nocciola e la pelle ambrata alzò semplicemente lo sguardo indifferente, pronunciando la parola

"Zayn" immagino che fosse il suo nome.

Ed infine l'ultimo, moro dagli occhi azzurri, mi guardò con un'espressione che non seppi decifrare inizialmente, poi osservandolo meglio potei notare che gli sguardi che mi lanciava erano un mix tra odio, lussuria ed eccitazione.

Ma non vorrei affrettare i giudizi, poi mi resi conto che non si era ancora presentato.

Quasi leggendomi nel pensiero, Harry fece terminare il nostro gioco di guardi dicendo:

«Lui è Louis»

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Eccomi bella gente *-*

Oggi sono stata tipo dodici ore al mare e sono stremata, ma siccome vi amo ho voluto aggiornare :*

Spero che il capitolo vi piaccia e che continuiate a seguire questa disastrosa storia.

Votate, commentate e andate a leggere l'altra storia sui 5sos dal titolo

"HOGWARTS MY HOME"
Ci tengo davvero a quella storia perché è la prima che ho preso seriamente, solo che come ho già detto, l'avevo pubblicata su efp.

Ma va bene, non voglio annoiarvi ancora.
Un bacio, alla prossima.
-v

Stockholm Syndrome || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora