Capitolo 2

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LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE IN FONDO, È DAVVERO IMPORTANTE. Buona lettura

Mi girai di scatto quando sentì il cancello di villa Styles aprirsi.

Kenny mi spinse leggermente all'interno e la mia paura aumentava di passo in passo, percorsi il vialetto prima di arrivare al pesante  portone di legno e lì mi bloccai.

Le gambe tremavano, a momenti stavo in piedi e non riuscuvo più ad avanzare... Il cuore batteva ferocemente dentro il petto, ma non potevo fare nulla, nessuno sarebbe venuto a salvarmi.

Infatti Kenny mi trascinò più vicino e il portone si aprì.

Volevo girarmi e scappare, ma tuttavia non lo feci.

Quello che vidi davanti a me era un ragazzo dai ricci castani tirati all'indietro, la bocca carnosa a forma di cuore che ti incitavano a sporchi pensieri, ma soprattutto, aveva degli occhi verdi come lo smeraldo, come i prati in primavera, come tantissime altre cose che non saprei descrivere.

I suoi occhi erano una tempesta, non sai cosa aspettarti da loro, adesso sembravano dolci e sereni, ma io riuscì a percepirlo... dietro la sua maschera, quello era lo sguardo del diavolo.

«Harry, ho portato la ragazza» disse l'omone al mio fianco. Harry.. è così che si chiamava..

«Bene Kenny, lasciala a me, puoi andare»

pronunciò quelle parole con una voce roca che mi mise i brividi e con quello sguardo malizioso che non toglieva mai.

Guardai Kenny andarsene e quasi lo pregai di portarmi con lui, non so perché ma ebbi subito uno strano presentimento, per quanto affascinante possa essere questo ragazzo, qualcosa di malato si nascondeva dietro il suo sorriso.

«Entra, piccola» al suono di quella parola, arrossì furiosamente ma cercai di non farci caso.. Entrando il portone si chiuse alle mie spalle.

Senza preavviso mi spinse contro il suo petto, stringendomi dai fianchi -sussultai impaurita- mentre lui continuava a guardarmi con il suo solito sguardo seducente

«Come ti chiami piccola?» il suo naso sfiorava il mio collo, come pretendeva una risposta sensata?

«Ki..Kimberly» balbettai arrossendo

«mmh mi piace, posso chiamarti Kim vero?» continuò a sussurrarmi nel collo, fin quando non sentì su esso dei teneri e umidi baci. Mi irrigidì al contatto e per quanto mi piacesse provai a scrollarmi, invano.

«Lasciami» dissi disperata.

Era strano quello che provavo al momento, mi sentivo violata, mai nessuno si era avvicinato a me in questo modo.

Da una parte volevo che continuasse ma dall'altra avevo paura.

L'unica cosa che non riuscì ad ignorare furono i crampi allo stomaco e il battito accelerato.

Persa nella mia mente quasi non mi accorsi che Harry mi alzò il mento con due dita, guardandomi dritta negli occhi e sussurrando mi disse

«Non hai capito dolcezza, tu ora sei di mia proprietà, posso farti quello che voglio» ridacchiò tra se

Di sua proprietà? Questo ragazzo è bello quanto pazzo. Non sono mica un oggetto, non so nemmeno perché sono qui o perché mi abbia fatto rapire.

La mia testa era piena di domande e nessuno si preoccupava di rispondere.

Intanto il suo sguardo passava continuamente dai miei occhi alle mie labbra passandosi la lingua tra le sue e si avvicinò di più. I nostri nasi ormai si toccavano e le nostre labbra si sfiorarono ripetutamente, senza mai toccarsi. Il mio cuore era come impazzito, non riuscivo a muovermi. Stavo solo lì, tra le sue braccia, aspettando chissà che cosa.

Tuttavia dopo quelli che mi sembrarono secondi interminabili, con un sospiro si allontanò.

I battiti del mio cuore tornarono regolari, fin quando non mi prese per mano e mi disse

«Vieni con me, ti mostro la casa»

Al piano inferiore si trovavano il salotto, la cucina, la biblioteca e un piccolo bagno. Invece al piano superiore ci sono due camere da letto -tra cui una di Harry- un bagno coincidente tra esse, un ripostiglio e la "sala giochi" come la chiamava lui.

Mi ritrovai ad osservare altre scale che portavano ad un altro piano.

Dove poteva portare un terzo piano? Insomma, già tutte le stanze e gli svaghi c'erano... Che fossero altre camere da letto?

Harry vedendomi interessata a salire mise subito a chiarire una cosa.

«Rallenta dolcezza, non puoi assolutamente salire al terzo piano. Se dovessi trovati lì, ci saranno delle conseguenze per te. Chiaro?»

mi disse l'ultima frase urlando e io spaventata annuì velocemente

«Vedo che capisci in fretta, brava piccola. Questa qui -mi disse indicando una porta a sinistra- è la tua camera, questa accanto è la mia, i nostri bagni sono coincidenti, troverai tutto quello che ti serve nella tua camera. Per oggi vai a dormire, ci si vede domani, buonanotte.»

Detto questo sparì all'interno della sua camera e lo stesso feci io.

Rimasi a bocca aperta. Non mi aspettavo una stanza così bella per una ragazza che aveva fatto rapire.

C'era un letto abbastanza spazioso con sopra dei veli che erano attaccati verso l'alto e con questi delle lucine che a mio parere rendevano l'atmosfera magica.

Più avanti c'erano una scrivania con una sedia girevole e in fondo una libreria ben assortita e accanto un grande armadio.

Finito il giro turistico della mia stanza, mi sdraiai sul letto e chiudendo gli occhi, cominciai a pensare a tutta la situazione in generale.

Di certo l'ambiente era meraviglioso ma il sorrisetto di Harry non mi convinceva per niente, aveva qualcosa di losco.

Ma purtroppo, a mia insaputa, avrei scoperto delle cose che avrei preferito tenere all'oscuro.

Ma qui non ero di certo io a comandare.

Che il mio incubo abbia inizio.

SPAZIO AUTRICE

Salve gente✌

Vi chiedo di scusarmi, sono sparita per un sacco di tempo, lo so. Però ci sono stati un sacco di imprevisti e in realtà non sapevo se continuare la storia.

Ma eccomi dinuovo qui.

Come potete vedere ho cambiato nome alla protagonista, trovo Kimberly un nome più appropriato ahahah mi piacerebbe sapere anche il vostro parere.

Prometto che cercherò di pubblicare prima questa volta. Scusatemi ancora.

Spero che il capitolo vi piaccia, lasciate dei voti e dei commenti

Ci vediamo alla prossima

Un bacio -V

Stockholm Syndrome || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora