Il regalo

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Corro. Sto decisamente correndo. Non so dove e non so il perché. Davanti a me è tutto buio, ma non ho paura. Una senzazione strana mi riempie la mente, non sono agitata, ne nervosa ma neanche tranquilla, ed ad un tratto un tuffo al cuore. Ora sto cadendo in una voragine infinita. il buio ha preso il sopravvento e nessuno mai potrà fermarlo. Qualcosa mi prende il polso è una cosa umida e ruvida...
BIP BIP BIP
Era soltanto un sogno. Mi ritrovai stesa a pancia in giu come una stella marina, aprii solo un po gli occhi per vedere che ore erano. Odio la mia sveglia, non solo ha un rumore assordante ma ha anche il difetto di non illuminare i numeri per mostrarti l'ora. Lasciando perdere il tentativo di capire che ora era mi alzai dal letto...talmente goffamente da prendere una testata contro l'armadio accanto. Il mio polso era davvero
umido, come la mano che lo aveva preso nel mio strano sogno, guardai alla mia destra e vidii Zuri la gatta piu vanitosa, permalosa e furba che abbia mai avuto. Questi non sono difetti per un gatto, come l'essere grassi per un cucciolo  lo renderà sempre piu bello. Mi alzai definitivamente con la consapevolezza di affrontare un'altra calda e afosa giornata estiva, negli ultimi giorni a Selice faceva molto caldo come in tutta la provincia. Un giorno ebbe raggiunto i 50°C a causa dell'umidità.  Come al mio solito andai in bagno e mi guardai allo specchio. Non mi ritengenevo una ragazza vanitosa, solo che mi piaceva guardarmi allo specchio e fare facce buffe, che spero mai e dico mai nessuno veda. I miei capelli biondo, quasi bianco, preso da mia madre, erano arruffati e crespi e cercai di legarli in quella che si poteva definire un ciuffetto arruffato. Vidi un piccolo pezzo di orologio del soggiorno e, finalmente, scoprì che erano le 8,45 del 4 Luglio. Il mio compleanno. Sono nata alle 8,32 di mattina non ero tanto pesante e neanche tanto carina...avevo i capelli rosso rame, bellissimi in confronto alla paglia che mi ritrovo in testa. Zuri stava grattando  la porta per chiedere del cibo. Vorrei veramente essere come il mio gatto che pur mangiando quintali di crocchette non prende mai peso. Mi chinai sul divano stavo per accendere la tv quando suonò il campanello che si trova all'ingresso del cortile. Presi un colpo perché quel campanello non suona molto spesso. Andai in cucina e dalla piccola finestra con le persiane ancora chiuse cercai di capire chi era. Solo il postino con un pacco da ritirare. Firmai nel modo che penso sia il più professionale possibile e rientrai in casa. Nel frattempo mia mamma si era svegliata. Lo capisco sempre perché il letto dei miei scricchiola quando qualcuno si alza da esso. Vidii che sul pacco c'era scritto il mio nome. Non avevo mai ricevuto prima un pacco così, tutto mio, per il mio compleanno.  Lo aprii e all'interno trovai un biglietto. Non ebbi il tempo di leggerlo che mia mamma me lo tirò via dalle mani per farselo tutto suo. Io non dissi niente, non ero arrabbiata solo un po basita e sconcertata. Lesse molto in fretta senza neanche darmi il tempo di guardare i suoi occhi che sfrecciavano sulla carta dilatandosi sempre di piu ad ogni parola. "Non è possibile..." sussurró tristemente. " Che cosa c'è?" Non mi rispose. Pensando che non avessi sentito rifurmulai la frase:" Che cosa c'è mamma!!" Questa volta avevo urlato perché dalle scale sentii mio padre rimproverarmi dicendomi di non urlare. "Luc!! Scendi presto! Adesso!!!!". Luc era il soprannome che mia mamma dava a mio papà che in realtà si chiamava Lucas Felpinton. Mio padre scese con la sua solita camicia stroppicciata e i suoi capelli, per quanti gliene rimamgano, rizzati sulla testa."Cosa c'è Joy?" Mi madre si chiamava Joybelle ma tutti la chiamavano Joy."È arrivato....con due anni di anticipo....non...". La voce le se spezzo, non come un pianto ma quasi in lamemto:"Non è possibile Joy, sono sicuro che...."
"Mi potete dire che cosa succede!?" Dissi ora arrabbiata.
"Luc dobbiamo chiamarla..."
"No non è neccessario....almeno non ancora. Teniamola chiusa per ancora due anni...."
"Luc ma il biglitto dice di aprirla adesso!"
Guardavo i miei che discuteveno su quella scatola...così ebbi l'impulso di prenderla e andarmene in camera mia sperando che non se ne accorgessero... Purtroppo non successe mia madre mi rincorse per le scale, ma io, più veloce di lei, riuscii ad arrivare alla mia meta e aprire il pacco. Era sigillato molto bene con uno scotch luminoso. Al suo interno una custodia di velluto blu notte:"Agata apri la porta subito!!". Non la ascoltai. Aprii la scatola di velluto e al suo interno trovai una collana. Nella mia mente mi chiesi:" Perché agitarsi tanto per una collana?". Era molto bella lo spago era di una corda resistente ma sottile e all'estremità una gemma color buio grezzo che risplendeva davanti a me.

Il Diamante NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora