La Nuova Scuola

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Tutto era diverso con quegli occhiali, il mondo sembrava più misterioso ma allo stesso tempo più luminoso. All'ingresso della scuola c'era un piccolo giardino con una statua indistinta, non capivo bene che cosa era...guardandola sembrava un signore grasso con un nonsoché di alieno. Aveva dei diamanti rosa e blu cielo striati con il marrone, sulla faccia, dei grandi occhiali rotondi e un orologio che continuava a muoversi." Quello è un Jerotak, un orologio che segna l'umore delle persone" disse mia madre. " Come fa a capire tutti gli umori?"

"E' strano sì, ma ci farai l'abitudine" Feci un sorriso a mia mamma, e notai che aveva anche lei gli stessi diamanti della statua sulla faccia, a differenza, i suoi, erano neri e bianco quasi trasparente. Mi guardai intorno e tutti avevano diamanti in faccia non completamente ma parzialmente. "Ma perché avete tutti sti diamanti in faccia?!

"Ah giusto non te lo avevamo detto" Disse mio padre entrando con le mie valigie: "Sono i Pastry! Diamanti che caratterizzano i lottatori dagli umani. Ce li hai anche tu! Guarda!" Mi porse uno specchio e rimasi di sasso. Avevo quegli stupidi diamanti su tutta la faccia era imbarazzante ma nessuno pareva farci caso. I diamanti erano neri, rosa, bianchi, viola e blu. Mi sentivo un arcobaleno, non era affatto una bella sensazione. Anche mio padre aveva gli stessi diamanti erano verdi e blu. Entrammo in una stanza che, mi spiegò mia madre, era l'ufficio del preside, il Signor Arnold Guetennben. La carta da parati della stanza era giallo ocra con degli inserti dorati e davanti a noi c'era una coda immensa di persone. "AHIA!" Una ragazza dai capelli color limone mi aveva appena pestato un piede con i suoi strani zoccoli a fiori. "Oh mamma, scusami tanto!! Non volevo!! Che distratta...ehm piacere Anita!" Aveva una voce stridula sembrava un topo, ma non era irritante come mi sarei aspettata. "Ehm...ciao! Io sono Agata! La fila non scorreva così iniziamo a parlare. " Quindi tu sei un diamante misto da quello che vedo...? I suoi occhi grandi grigi mi stavano osservando la faccia, mettendomi in soggezione. " Io sono un diamante verde, sai ho preso da mia mamma! I tuoi genitori dove sono!?" Mi girai di scatto ed erano spariti! Ero furiosa...dove erano andati, mentre la fila scorreva ed era quasi il mio turno! Li cercavo con lo sguardo dappertutto mentre Anita continuava a parlare, ma niente non li vedevo c'era troppa gente! "Agata Felpinton! Prego". Era il mio turno ma i miei dove erano finiti!? Alla fine mi porsi in avanti pronta a trovare una giustificazione da dire, alla signora magra dall'aria severa seduta alla scrivania di legno. "Ehm buongiorno...io..." Non feci in tempo a finire la frase che una mano mi toccò sulla spalla." Salve Nensy!"                                                                                                   

"Oh salve Lucas!" Disse la signora, che da quello che avevo capito si chiamava Nensy.

"Allora tua figlia, Agata studierà qui...oh ma che bella notizia!" Nella sua voce c'era qualcosa di strano, in effetti mi guardava assai male, come se mi odiasse.

"Bene la tua camera è la numero 234, le tue compagne di stanza saranno: Anita Silver e Marta Just. Ecco a te la chiave, non perderla! Buona giornata Lucas...ehm volevo dire...Agata!

"Bene ora credo proprio che la tua stanza sia al secondo piano dell'istituto, noi adesso dobbiamo andare, ma ricordati che , se ci sarà qualche problema vai davanti allo specchio e pronuncia queste esatte parole: Wert dobeliss. Abbracciai sia mia madre che mio padre, volevo chiedergli dove erano finiti, ma poi mi resi conto che non era importante. Li vidi sparire oltre il cancello e guardai avanti pronta per iniziare la mia vita da lottatrice. Era strano pensarlo insomma, fino a poco tempo fa ero una ragazza più che normale, ma ora ero una studentessa come mi chiamava Anita? Ragazza diamante...misto poi? Mi sembrava un nome di un piatto non mi piaceva, ma non potevo farci nulla. Iniziai a salire le scale, sempre fatte di legno luminosissimo, con degli inserti di diamanti che passavano dal bianco, al rosa, al viola, al blu, all'azzurro e, al mio piano, diventavano verdi. Pensai che potevano darci una mappa della scuola sarebbe stato più facile. Guardai il numero di tutte le porte e finalmente trovai il mio. Il 2 era verde il 3 era Viola e il 4 nero. La maniglia era azzurra accesa tutto in quella scuola era colorato forse era l'unico aspetto che mi piaceva veramente. Infilai la chiave dentro, girai per due volte a destra ed entrai.

Il Diamante NeroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora