Il tardis

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Dopo qualche ora anche il dottor Smith uscì dalla stanza, portandosi alcuni fogli, poi uscì dall'istituto e si addentrò in una boscaglia lì vicino; si fermò davanti a una serie di rami, foglie, cespugli che cercavano di coprire qualcosa di troppo grande. Il dottore spostò quel ammasso d'erba scoprendo una grande, vecchia e ben curata cabina telefonica blu della polizia, la sua cabina telefonica blu.
Vi Entrò con l'ausilio di una chiave: l'interno della cabina era molto, molto più grande di come appare all'esterno, illuminata con potenti luci artificiali e stracolma di apparecchiature strane, macchine tecnologicamente avanzate, ronzanti a causa degli ingranaggi vecchi di secoli e piene di tasti lampeggianti e al tatto sibilanti. Il dottor Smith premette uno di questi tasti, facendo comparire davanti a se uno schermo dal quale si poteva vedere ogni singola stanza del manicomio di Briarcliff, osservare ogni paziente, suora o dottore dell'istituto e ascoltare ogni discorso, fantasia, delirio, lamento, grida o bestemmia di ognuno.
:-Dove sei?-: disse a se stesso sottovoce l'uomo cercando in ogni dove un particolare paziente. Finalmente lo trovo: era nella sua stanza, steso sul letto, inquieto e spaventate; nella stanza entrò una paziente
:-Kit-: lo chiamò lei, destandolo dalle sue fantasie :-Come stai?-:
:-Bene,credo-: rispose lui , sedendosi sul letto e invitando l'amica a fare lo stesso
:-Cosa ti ha detto il nuovo dottore?-: chiese la ragazza accettando l'invito
:-Mi ha chiesto qual era la mia storia,come ci sono finito qui-: raccontò Kit :- Io gliel'ho raccontata: Grace dovevi vederlo! Sembrava che mi credesse, sembrava che mi prendesse sul serio!-:
Il dottore sorrise sapendo di non essere visto.
:-Forse stava facendo finta-: disse Grace sospettosa
:-Perché avrebbe dovuto fingere di credermi?-: domandò nervoso Kit
:-Forse per carpire più informazioni su di te e sul tuo cervello malato-: rispose l'amica :-I dottori sono una razza di bastardi-:
:-No Grace, lui mi ascoltava, mi credeva, ha capito che non sono pazzo e forse questa è la volta buona che esco da qui-: disse velocemente il ragazzo.
Grace scosse la testa pensierosa.
I due restarono in silenzio per una manciata di minuti poi iniziarono a parlare d'altro.
Il dottor Smith iniziò a ridere: vedeva il suo paziente preferiti di buon umore, ridere e scherzare con la sua amica, toccarla, abbracciarla. In un attimo però le cose cambiarono: vide Kit agitarsi e guardare la porta d'ingresso della sua stanza con paura e sospetto; non rideva più, anzi tremava e si rannicchiava in un angolo del letto sotto gli occhi preoccupati di Grace. Smith premette un pulsante e lo schermo fece vedere tutto in bianco, nero e verde; rimase stupito nel vedere vicino alla porta d'ingresso della stanza un essere fatto di radiazioni verdastre, alto e che combaciava con la descrizione delle creature viste da Kit e fattagli dal ragazzo poche ore prima.
Lo schermo fece vedere la creatura muoversi lentamente verso il paziente con una mano alzata, mentre ragazzo gli urlava spaventato di allontanarsi sotto gli occhi stupiti, preoccupati e spaventati dell'amica. L'uomo nella cabina lestamente spense lo schermo, premette qualche pulsante che fece spostare la cabina dal luogo in cui si trovava alla camera del signor Walker, poi uscito dalla macchina dottore prese i ragazzi e li portò dentro la cabina telefonica che fece spostare in un altro posto.
:-Che diavolo sta succedendo?-: urlò Kit ancora scosso per ciò che era accaduto pochi minuti prima.
:-Stai calmo, ragazzo-: disse il dottore cercando di tranquillizzarlo :-Qui sei al sicuro-:
:-Al sicuro da cosa?-: chiese Grace curiosa e spaventata per l'amico :-E dove siamo?-:
:-Nel tardis-: urlò l'uomo allargando le braccia per mostrare l'ambiente circostante :-Il mio tardis-:

Il Dottore a BriarcliffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora