Appena sento urlare mi volto spaventata verso luogo da cui mi sembra che sia provenuta la voce e mi accorgo che proprio al centro del campo di basket ci sono quattro uomini incappucciati e col passamontagna che puntano una pistola contro un altro uomo che non ho mai visto.
Erik si stringe forte a me e nasconde il viso tra i miei capelli. Un altro bambino , che dovrebbe essere un compagno di squadra di Erik, corre verso di noi e anche lui mi stringe forte.
Probabilmente ancora nessuno è venuto a prenderlo dopo l'allenamento.Uno degli aggressori si avvicina pericolosamente all'uomo minacciato e appena colgo le sue intenzioni, le mie gambe cominciano a muoversi da sole per raggiungerli. Non l'avessi mai fatto.
Spingo con tutta la mia forza l'uomo tremante e mi metto al posto suo.
L'uomo incappucciato si avvicina a me, così posso notare l'unico particolare del suo viso, gli occhi. Sono di un marrone caramellato e senza dubbio dentro ci scorgo tanta, ma tanta rabbia.
"Stupida ragazzina" sussurra a pochi centimetri dal mio volto.
La sua voce. Roca. Profonda. Minacciosa. Okay, sono leggermente spaventata.
Dalla sua voce però, si direbbe che sia un ragazzo.
"È inutile usare la violenza" ribatto cercando di tenere il tono di voce saldo.
Mi guarda attentamente e scoppia in una fragorosa risata
"Tu non sai neanche minimamente in che guaio ti sei cacciata" si avvicina e io faccio un passo indietro. Di nuovo.
Evidentemente scocciato afferra le mie spalle e si avvicina al mio orecchio
"Preparati al peggio.
Benvenuta all'inferno"
Ancora spaventata, direi a morte, lo guardo di nuovo negli occhi.
Ma in che diavolo di pasticcio mi sono messa?
Con un tono autoritario ordina agli altri di andarsene, ma poco prima di uscire, punta il dito verso l'uomo che ho spinto, il quale ora si trova su una delle panchine a bordo campo terrorizzato
"Con te faremo i conti più tardi"
Mi rivolge un ultimo sguardo e sparisce.------------------------------------------------
"Sì papà, te l'ho già ripetuto mille volte! Non mi é successo niente!" Urlo mentre salgo le scale e mi avvio verso la camera. Da quando é successo il casino alla palestra non fa altro che assillarmi.
"Così anche oggi la gang Survivor ha colpito. Avrebbero a quanto pare minacciato un uomo in debito con loro che sfortunatamente é fuggito via. Il capo, dovrebbe chiamarsi James Jelker, é sulla quarantina ed ha molti precedenti di..."
Spengo la televisione con un misto di curiosità e paura: i Survivor?A questo punto della giornata decido di lasciar perdere tutte le domande che mi stanno frullando per la testa e mi infilo il pigiama per poi sdraiarmi sotto le coperte. Stasera fa abbastanza freddo.
Leggo per una buona mezz'oretta "Cose preziose" di Stephen King, amo questo scrittore, e prima di addormentarmi mi volto verso la finestra. Il cielo é così scuro ma pieno di stelle. Amo le stelle...Due occhi. Tremendamente belli quanto spaventosi. Mi osservano, mi scrutano e mi leggono dentro. Sembra quasi che possano scorgere tutti i miei segreti più profondi.
Poi, uno sparo.Mi alzo di scatto dal letto sentendo la fronte impregnata di sudore e i capelli umidi attaccati al viso.
Un incubo. Al diavolo quei due occhi che mi perseguitano!Sono le 4 di mattina ma non riesco più a prendere sonno, così decido di coprirmi con uno scialle e uscire fuori dal balcone.
Non appena apro la finestra un vento gelido mi colpisce il viso e subito mi sento libera. Mi siedo su di una vecchia sedia lì fuori e osservo il cielo, così pieno di stelle che cominciano a poco a poco a scomparire per lasciare spazio al sole, che tra due orette dovrebbe sorgere.
E così, immersa nei miei pensieri, vengo sollevata di peso da qualcuno, probabilmente un uomo a giudicare dalla forza, ma prima che possa urlare aiuto sento uno strano odore pungermi le narici. E allora cado in un sonno profondo.