Oggi è decisamente una giornata di merda,sarà che ho passato un'ennesima notte insonne o sarà colpa del ciclo,ma oggi mi sono alzata davvero con la luna storta.
Sono uscita di casa senza salutare Louis,non ho neanche preso una tazza di caffè come mia abitudine e se alla mattina non lo bevo sono nervosa per tutta la giornata,esattamente come oggi. Non ho voglia di entrare a scuola,ma i bidelli mi guardano male mentre mi fumo una sigaretta nell'atrio vuoto, dopo una mezz'ora mi decido ad entrare.
"Buongiorno prof" dico sottovoce,mi sento osservata dall'intera classe, devo avere davvero un brutto aspetto,tra le occhiaie profonde che mi circondano gli occhi e i capelli arruffati, sono abbastanza inguardabile.
"Sempre in ritardo signorina" mi rimprovera la professoressa mentre mi avvio al posto
"Tra i voti bassi e i continui ritardi,oltre che hai rimproveri,lei quest'anno verrà bocciata signorina Tomlinson "
"Perfetto,ci mancava solo questa stamattina a rompermi le palle"sussurro sottovoce,in modo che non mi possa sentire ma quella ovviamente sente
"Mi scusi può ripetere quello che ha detto? Dovrebbe portare più rispetto, sempre che lei sappia cos'è" mi alzo in piedi,ora mi sta urtando davvero i nervi. La classe osserva quella stronza che mi rimprovera,se la stanno ridendo.
"Sa cosa ho detto che lei mi ha rotto le palle,sta sempre a lamentarsi di tutto quello che faccio io,siamo in ventotto in classe e lei urla solo contro di me,sta sempre a lamentarsi,non è nessuno per giudicarmi" tiro fuori una sigaretta dalla tasca dei jeans e l'accendo sotto lo sguardo sgomento di quella stronza,devo calmarmi.
"Non si fuma in classe signorina, dal preside subito,passerà la sua giornata in punizione" mi urla contro,io infilo lo zaino in spalla e le urlo un "come vuole lei prof" ed esco dalla classe.
Dopo un'ora chiusa nello studio della preside e dopo aver sentito una ramanzina e aver preso una punizione,finalmente esco da quell'infernale edificio. Mi ritrovo davanti la macchina di mio fratello Louis, prepariamoci per essere sgridata ancora una volta. Entro in macchina sotto lo sguardo incazzato di mio fratello.
"Che cazzo hai combinato,mi ha chiamato la scuola e mi ha detto di venirti a prendere, meno male non ero al lavoro" mi urla contro, devo averlo fatto incazzare davvero,i suoi occhi sono scuri e la vena del collo si sta ingrossando.
"Non ho fatto niente,ora possiamo andare a casa?" chiedo
"Sei andata dalla preside,hai preso una punizione ed è già bello che non ti abbiano sospeso,ora mi dici che cazzo hai combinato" la sua voce è cruda,non l'ho mai visto cosi furioso nei miei confronti.
"La prof mi ha stuzzicato e mi sono incazzata,le ho risposto male e mi sono fumata una sigaretta davanti a lei, ok? Mi ha detto che mi boccia,che nessuno mi ha insegnato cos'è il rispetto e ho sclerato" lui mi guarda male,infila le mani fra i suoi capelli e appoggia i comiti sul volante.
"Non so più che cosa fare con te,credevo che l'avessi superata, tu non sei cosi,non sei acida, stronza,questa non sei tu,lo fai per sembrare forte e dura davanti alle persone,ma questa non è la mia sorellina,quella che rideva sempre, che mi abbracciava,quella che mi consolava quando stavo male, questa non sei tu"le lacrime scendono veloci dai suoi occhi,sento il cuore sbriciolarsi lentamente nel petto.
"Rivoglio indietro mia sorella" apro la portiera e scendo dalla macchina.
"La vecchia Brooke non c'è più è morta" lo guardo e me ne vado.
Voglio morire,mio fratello mi odia, io mi odio,tutti mi odiano. Sto cercando di trattenere le lacrime, ma mi viene davvero difficile,mi fumo un pacchetto intero di sigarette ma non riesco a calmarmi e fra meno di un'ora devo tornare a scuola. Guardo il telefono
10 chiamate perse da Louis
2 chiamate perse da Harry e un messaggio di Liam
Spengo lo schermo e mi avvio svogliatamente a scuola,non posso essere bocciata,spezzarei il cuore a Louis, lo deluderei ancora di più.
L'aula della punizione è vuota,mi infilo le cuffie nelle orecchie e aspetto che arrivi qualcuno,dopo un paio di minuti la porta viene spalancata ed entrare l'unico ragazzo che proprio non avrei voluto vedere:Niall. Indossa una camicia rossa a quadri,un paio di skinny strappati e delle vans nere,per quanto sia antipatico è davvero un bel ragazzo.
"Che cazzo ti guardi Tomlinson? Che palle ti devo ritrovare anche qua" sbuffa,avrei voglia di prenderlo a sberle.
"Sei tu che mi fissavi e sai non è colpa mia se sono finita in punizione Horan" ribatto,lui non mi guarda nemmeno e si va a sedere. Il silenzio piomba nella stanza,sento i suoi occhi osservarmi. Mi giro e lo trovo a guardarmi,sento il mio cuore accelerare all'improvviso.
"Perché mi fissi?" chiedo cercando di essere gentile
"Non ti stavo fissando,dato che sfortunatamente siamo gli unici in classe sei l'unica cosa che potrei guardare" mi blocco e lo guardo
"Perché sei in punizione?"
"Non sono cazzi tuoi, non per forza dobbiamo parlare" risponde freddo,starò zitta allora dato che questo rincoglionito non vuole parlare.
Il professore entra in classe e ci guarda dalla soglia "Horan,Tomlinson allora starete in punizione per un mese,ogni pomeriggio,dovrete pulire le classi,starete qua fino alle sei"ci afferma chiaro
"Non sto qua un mese con questa" ribatte il ragazzo dietro di me
"Io non sto qua con questo coglione" rispondo
"Tomlinson i termini,bene starete qua e mentre pulirete farete amicizia" ci lascia li due secchi e due spazzoloni e se ne va.
"La sfiga se l'è presa con me dio santo,devo stare qua con te e per giunta a pulire" sbuffa
"Non credere che a me piaccia coglione,ora stai zitto e puliamo,non restero qua un minuto in più con te" gli lancio gli oggetti per pulire e lui li fa cadere,faccio finta di nulla e inizio a sistemare l'aula. Lui resta lì seduto e non fa nulla, ora lo meno.
"Muovi il tuo culetto e pulisci" sbuffa e inizia a pulire. "Mai si potrà,arrivo a Londra e mi ritrovo in una cazzo di scuola a pulire" si lamenta
"Io che non ho mai pulito in vita mia, devo starmene qua per un mese,cosa ho fatto di male"continua a blaterare
"Principe dei miei stivali potresti chiudere la tua boccuccia e lamentarti in silenzio?" chiedo seccamente
"Non sei l'unico che non ha voglia ok? Credi che a me piaccia stare qua? Quindi potresti stare zitto perché mi hai davvero scocciato" si avvicina a me,i suoi grandi occhi blu sono fissi nei miei,sento tutte le mie barriere crollare sotto il suo sguardo, è come se fossi nuda davanti a lui,mi mette terribilmente in soggezione e questa cosa mi infastidisce.
"Sei fastiosa e irritante bimba"
"Ma stai un po' zitto,sei solo un figlio di papà,stai qua a lamentarti di tutto,neanche fossi dio sceso in terra per salvarci, io ho un cazzo di nome poi smettila di chiamarmi bimba"affermo
"Io figlio di papà? Mi fai ridere,come ti permetti di giudicarmi,non conti nulla" ora sta esagerando
"Io ti starei giudicando? Sei arrivato da due settimane, mi hai sempre trattato di merda,te la prendi con me,ma chi ti credi di essere" il suo sguardo è insistente, non perde il mio neanche per un secondo, mi sento piccola e indifesa davanti a lui,come se tutto quello che ho cercato di costruire per prottegermi in questi anni fosse crollato solo a causa sua.
"Ho avuto una vita difficile bimba,sono diventato cosi a causa dei miei problemi, ma questi non sono cazzi tuoi" mi ringhia contro
"Anche io ho avuto una vita difficile,ma non sto qui a trattarti di merda,non mi conosci nemmeno,non sai nulla di me,io sono la conseguenza di quello che ho passato e ora fammi il piacere di stare zitto" rimaniamo immobili,uno davanti all'altro,ci osserviamo,ci ammiriamo e tutto questo mentre ci insultiamo,mentre ci urliamo contro.
"Oh chissà che problemi hai avuto bimba,ti si è rotta l'unghia tesoro?" ha quel ghigno sul viso che prenderei a sberle. Come può solo permettersi a dire una cosa del genere? La mia mano si connette velocemente alla sua guancia,talmente forte da lasciargli il segno delle mie dita. Lui mi guarda sgomento,la rabbia circola nelle mie vene,mi sento cadere.
"Voglio vedere te perdere i tuoi genitori coglione che non sei altro, vaffanculo grandissima testa di minchia" butto per terra tutto quello che avevo in mano, mi infilo lo zaino in spalla e le cuffie nelle orecchie e corro verso casa. Mi sento ferita,come ha potuto dire una cosa del genere e stupida io che gli tengo anche testa.
Corro velocemente in casa e mi chiudo in camera mia,prendo la lametta dal cassetto del bagno,ma all'improvviso sento dei passi sulle scale. Il buco che ho dentro sembra allargarsi,vedo ancora quei maledetti occhi azzurri osservarmi.
"Brooke apri questa cazzo di porta dobbiamo parlare" butto la lametta e chiudo il cassetto con una piccola chiave.
"Brooklin Tomlison apri questa porta" mi avvicino e l'apro,mio fratello entra come una furia.
"Dove sei stata?Ti ho chiamato una decina di volte,per non parlare delle chiamate degli altri" mi urla contro, non vedo l'ora che questa giornata finisca
"Non ho più due anni,non mi devi per forza controllare,so cavarmela da sola,ora per favore esci da questa stanza voglio stare sola" il tono della mia voce è decisamente più alto di quello che mi aspettavo.
"Io ti devo proteggere, mi hai fatto morire dalla paura prima,pensavo ti fosse successo qualcosa" posso vedere il suo respiro accellerato,il suo petto sale su e giù velocemente.
"Cerco sempre di aiutarti,cerco di parlati e di farti sfogare,ti do tutto quello che ho,ma tu niente sei ottusa,allontani tutti. Brooke non hai amici,alla tua età ti dovresti divertire,uscire,andare a far shopping"
"Io non voglio essere aiutata,se cado mi rialzo da sola,non ho bisogno di nessuno e se non ti vado bene,non ci posso fare niente,questa sono io" urlo più forte,le mie lacrime ormai scendono rigando le mie guancie.
"Non ti ho detto che non vai bene,questa non sei tu Brooklin,questa non è la bambina che conoscevo" sussurra,i suoi occhi si velano di tristezza e di malinconia.
"Io non sono più una bambina Louis, sono stanca di tutto questo, di tutto questo dolore,forse tu l'hai superato o almeno ci sei passato sopra,ma io non ci riesco,ogni giorno che passa io mi sento sempre peggio,sono stanca di essere una delusione per tutti,sono stanca di me stessa,non riesco più a vivere,non ha senso vivere, cerco sempre di rialzarmi ma a volte mi risulta davvero difficile, io non posso far vedere alla gente quanto io sia fragile, mi distruggerebbero come una formica, mi basto già io come autodistruzione" scoppio in un pianto disperato e mi accascio per terra appoggiandomi al letto. Louis si siede di fianco a me e mi abbraccia,un abbraccio di quelli che ti rompono le costole ma che ti aggiustano il cuore,anche se il mio ormai è già in frantumi da tempo,anche lui scoppia in lacrime mentre mi stringe. Sembriamo due bambini,siamo come una tempesta io e lui,forte,pericolosa,esagerata.
"Oh sorellina,mi dispiace, io non voglio che tu soffra,sei la mia ragione di vita,ti voglio cosi bene"singhiozza sulla mia spalla,mi chiedo cosa ho fatto io per meritarmi una fratello fantastico come lui.
Passammo la serata abbracciati,dopo anni mi sono aperta con mio fratello,niente diario segreto,niente lametta,solo io e lui,finalmente mi sento più leggera,essermi sfogata con lui è stato d'aiuto,non lo ringrazierò mai abbastanza.Mi sveglio e sono le sette,Louis sta ancora dormendo, sono riuscita a dormire un paio di ore finalmente, mi sento leggermente più riposata. Mi vesto,bevo del caffè e lascio un post-it a Louis sul frigorifero
Buongiorno LouLou,
Sono riuscita a dormire un po' stanotte grazie a te,resti sempre il mio fratello.
Ti voglio davvero bene
Brooke.x
Quando arrivai a scuola la campanella era già suonata,ma tanto alla prima ora c'era fisica e quindi non mi interessava più di tanto.
Mentre camminavo fra i corridoi con le cuffie nelle orecchie senti qualcuno prendermi per il gomito e tirarmi verso se stesso.Ciao ragazze questo è il terzo capitolo di "ti aspettavo"
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate,magari potete lasciare un commento e un voto.
Votate per favore ve ne sarei davvero grata
Buona lettura
Un bacio
Michela
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Ti aspettavo•Niall Horan
FanficNiall Horan e Brooklin Williams erano troppo incasinati per stare insieme,avevano così tanti problemi,due passati troppo difficili da superare per due semplici ragazzi,ma il loro piú grande problema era l'amarsi troppo,si gridavano odio attraverso l...