5. Come imbucarsi a un funerale

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Dopo cena Marge insistette per restare ancora un po' con me, così andammo in camera mia perché non volevo rischiare di incontrare di nuovo Richard.

<<Non hai ancora disfatto le valige?>> Chiese lei sorpresa entrando nella stanza.

<<Non ne avevo voglia>>

<<Vuoi che ti aiuti?>>

<<Sì... ma prima voglio controllare una cosa>> Eravamo entrambe sedute sul letto, io avevo il portatile in grembo e lei stava di fronte a me con aria interrogativa. Ad un certo punto mi si avvicinò di soppiatto come una gatta mentre io ero tutta concentrata sul mio computer e quando alzai lo sguardo mi scappò un urletto, vedendo il suo viso a pochi centimetri dal mio... aveva uno sguardo assassino.

<<C- che stai facendo?!>> Balbettai io.

<<Se t'impressioni per così poco finirai per morire di paura molto presto... fammi vedere che stai facendo TU piuttosto!>>

<<Curiosa come una scimmia.>>

<<Una scimmia?>>

<<è un modo di dire>> Risi <<Non avrai mica pensato che ti stessi dando della scimmia, vero?>>

<<Certo che no, io sono un gatto>> Si leccò una mano e se la passò in faccia <<Miao!>>

Risi e finalmente mi sentii un po' sollevata. Spiegai brevemente a Marge della situazione con Devon, lei mi si mise a fianco e mi fece compagnia mentre stalkeravo il suo profilo su NewEnglandBook: era confortante averla accanto, era strana e a volte irritante, ma non lo faceva con cattiveria.

Purtroppo la versione di Devon combaciava: risultava impegnato con Maia adesso, una delle mie AMICHE di Valle Verde. C'erano anche una decina di foto di loro due che si baciavano: lui era stupendo, come al solito, e lei... gli stava appiccicata come una sanguisuga.

Chiusi il computer piena di rabbia e frustrazione.

<<Guarda il lato positivo, almeno te lo sei tolto dai piedi>> Cercò di confortarmi Marge <<E poi, dopo la tua incoronazione a principessa, sarai la fantasia di ogni uomo e un modello per ogni donna. Sarai sempre bella e ricordata con affetto, mentre chi si ricorderà di loro quando moriranno? Tu, noi, faremo la storia>>Disse portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchia.

<<Che me ne faccio... Lo amo e lui mi ha solo presa in giro. Ricordo ancora il giorno del nostro primo incontro... Era primavera, avevo 15 anni, mi ero appena trasferita a Valle Verde con mia madre e non conoscevo nessuno. Stavo facendo una passeggiata ai giardini, ammirando i ciliegi in fiore, quando una folata di vento mi ha fatto volare via il cappello. Si lo so è un banalissimo clichè, ma se è successo non posso farci proprio niente. Alla fine il cappello finì nel lago e io non sapevo proprio che fare... stavo per lasciarlo lì quando sentii uno splash: mi voltai vidi che un bellissimo ragazzo si era tuffato a prenderlo>>

Un gesto dolcissimo, se non che se ne stava andando con il MIO cappello verso un gruppo di ragazze, troppo lontane per poter essere di qualcuna di loro <<Hey! Guarda che è mio!>> Gli urlai, e lui si voltò. Mi sembrò come di vedere il volto di un angelo. Lunghi capelli neri, bagnati, gli incorniciavano il viso e contrastavano con i suoi occhi azzurrissimi, non come quelli di mio padre, ma azzurri come il cielo estivo e profondi come il mare. Era alto, muscoloso e snello. Perfetto in ogni centimetro del suo corpo. Mi sorrise e rispose <<Mi perdoni principessa>> Inchinandosi.

Non sapeva quanto aveva ragione...

Sapevo che era un donnaiolo quando ci siamo messi insieme, ma con me era sempre stato dolce e io l'avevo sempre amato per questo.

Principessa per casoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora