Parte quarta

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Samanta e Monica, questi erano i nomi delle due migliori amiche di Anna.  Passavano spesso pomeriggi insieme, tra risate e serietà adolescenziale. Non si poteva chiedere molto da loro, ma ad Anna piaceva la compagnia di queste ragazze. Si conoscevano da poco, ma tra loro era nato un legame abbastanza stretto d'amicizia. Non si può definire un legame duraturo, ma Anna si accontentava della loro presenza. Non aveva molti amici, e loro l'avevano accettata. Era solo questo ciò che le interessava.

Il giorno seguente all'accaduto nella casa di Alberto, Anna si svegliò tranquillamente alle 7:30. Come ogni mattina, d'altronde. L'autunno stava svanendo, lasciando spazio all'imminenza dell'inverno. Le giornate cominciavano con più freddezza del previsto, un po' come l'animo della ragazza. Era triste, delusa e stordita. Nonostante cercasse di convincersi che fosse solo un sogno e che il pomeriggio l'avrebbe rivisto, si rese conto che così non era. Lo aveva perso, e questo le dava un senso di immensa tristezza. Ma al tempo stesso si sentiva come liberata da un peso, pur non comprendendone il motivo. In fondo, ancora lo amava. 

Si preparò in fretta per concedersi qualche minuto di ripasso prima di dirigersi verso scuola. Lì avrebbe finalmente rivisto le sue amiche e loro l'avrebbero aiutata a dimenticare la giornata precedente.
Si incamminò per andare verso scuola. 

Come era sua abitudine fare, prese la strada più corta, anche se ciò la costringeva a passare per il cortile dei condomini. Le piaceva, in primavera, ammirare l'innocente bellezza dei ciliegi in fioritura. Ed in quei prati ve ne erano parecchi! Nonostante la frigida stagione, continuava a passare per di lì, per ricordarsi della primavera passata e saziarsi nuovamente di quella paradisiaca vista. Purtroppo la natura stava facendo il suo annuale ciclo di vita, ed ora le toccava solo immaginare quei fiori e quel profumo nella via.

Appena giunta nel perimetro della scuola, Anna si guardò intorno cercando la presenza delle sue amiche. Elle erano indaffarate a sghignazzare in un gruppo di ragazzi, ed Anna era troppo timida e non voleva intrufolarsi solo per salutarle.
Proseguì per il suo cammino verso la scuola, quando magicamente si ritrovò di fronte una sua vecchia amica.

Nina aveva un anno in più rispetto ai suoi compagni, ed nonostante fosse estroversa e prepotente, aveva stretto un forte legame d'amicizia con Anna sin da subito.
Era qualche centimetro più bassa di Anna, ma era molto più robusta. Benché apparisse come una ragazza dura, era molto disponibile ed affettuosa.

"Nina! Da dove sei sbucata fuori?"
"Oh, Anna... sempre con la testa tra le nuvole, tu? Ovvio che non mi abbia notata dato che eri alla ricerca di quelle mocciose. Non capisco proprio come fai a stare con loro!"

Anna le rispose con un dolce sorriso mentre Nina la guardava con rimprovero. Ma subito dopo aver visto il dolce viso della ragazza, Nina si irrigidì e diventò bruscamente seria.

"Anna, devo parlarti di una cosa. Stanno girando strane voci sul tuo conto e vorrei qualche spiegazione. Ho appurato la notizia ieri sera, ma ho preferito aspettare oggi per parlartene anziché chiamarti."
"Cosa? Quali voci? E da parte di chi?"

Nina iniziò a guardarsi intorno per sincerarsi che nessuno la stesse ascoltando, tantomento che gli sguardi indiscreti fossero puntati sulla povera ragazza.
Dopo aver verificato bene la zona, la prese per un braccio e la portò via con sé frettolosamente. Si recarono sulla stretta viuzza che portava alla biblioteca scolastica, inscurita da  grossi alberi di tiglio che in piena stagione primaverile emanavano un odore pungente. 
Appena mollò la presa, Anna la guardò con fare interrogativo ed allo stesso tempo preoccupato.

"Nì, cosa mi stavi dicendo prima? Che succede?"
"Tesoro, io non so cosa tu abbia combinato ma... ieri sera, come ti stavo dicendo, sono uscita e sono andata al solito bar. Lì ho visto Alberto, era ubriaco fradicio... temevo facesse qualche stupidaggine! A stendo si teneva in piedi!"

Nina lasciò che quelle parole sospese in aria per assicurarsi che Anna la stesse seguendo, dopodiché proseguì.

"Era con i suoi soliti amici, la sua compagnia. Sai tu! E ho visto anche persone della nostra scuola raggruppati intorno a lui... ecco, ad un certo punto ha cominciato ad urlare il tuo nome, dicendo che sei una lurida sgualdrina. Non immagini cosa avessi provato nel sentirgli pronunciare quelle parole..."

Anna abbassò lo sguardo. Si rendeva conto che Alberto avrebbe fatto il possibile per renderla impudica dinnanzi gli occhi dei suoi conoscenti. Ma non fece commenti e lasciò che Nina continuasse.

"... ho sentito chiaramente pronunciargli parole che ora non sto a riferirti e che sei andato a letto con lui. Anna, cosa ti è passato per la mente?"

La ragazza continuava a tenere lo sguardo fisso per terra. 

"Sono scappata, ieri, da casa sua per non far sì che lui ottenesse ciò che desiderava da me."

Detto ciò, Anna fece retromarcia ripercorrendo la stradina e si recò nella sua aula dove attese il suono della campana. Nina rimase lì, quasi impietrita dalle parole dell'amica: ora voleva solo difenderla.

La campanella suonò e le lezioni cominciarono. Anna non aveva ancora avuto modo per sfogare la sua tristezza con le sue migliori amiche, e la cosa la deprimeva ancora di più. 
Dopo qualche istante dall'entrata in classe della sua insegnante, vide Samanta e Monica correre per arrivare in tempo all'inizio delle lezioni. Appena sulla soglia della porta, cambiarono andatura e lanciarono uno sguardo schifato ad Anna, per poi mettersi ambedue a guardarsi e ridere. Infine andarono a posizionarsi in fondo alla stanza, lontano da Anna.

Durante le lezioni vennero rimproverate innumerevoli volte per i loro sghignazzi di sottofondo, e la protagonista si girava per guardare cosa stessero combinando quelle sciocche. Le due ragazze ricambiavano con uno sguardo malizioso e gesti osceni.
Anna si sentì profondamente offesa, tanto che non capì fin dall'inizio che anche loro erano a conoscenza della storia. Ma anche se lo fosse stata, era sicura che le sue amiche l'avrebbero appoggiata. 

Alla fine delle mattinata scolastica, Anna si preparò lo zaino e fece per uscire. Ma poi pensò di aspettare le sue amiche, magari avevamo compiuto quei gesti per scherzare... era brava ad illudersi, sin da allora come adesso, oramai grande. 
Dopo qualche istante, Samanta e Monica le passarono di fianco senza nemmeno degnarla di uno sguardo. 

Anna si sentì stordita, non seppe come reagire a quel gesto e si incamminò, trascurata, verso casa.

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