Capitolo 1- Fughe notturne

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-Katia... Non penso sia una buona idea.
-Ma dai, cosa vuoi che ci capiti...
-Boh... Non so...
-Hai visto?? Non lo sai nemmeno tu!- era così eccitata dall'idea di scappare per andare in discoteca quella sera...
-Okay, eccomi arrivo...
-Ahhhh, hai visto? Ti ho convinta!!

Per un attimo, rimasi a contemplare delle zanzare che giravano vorticosamente intorno un palo della luce come se volessero entrarvi...
La voce di Katia mi riportò alla realtà:
-Kate! Sbrigati, faremo tardi!
-Eccomi, arrivo!
Allungai le punte dei piedi e, con una leggera spinta, fui subito fuori.
L'aria era fredda e umida, sembrava che stesse per incominciare a piovere, praticamente, tipica serata Londinese.
Quella sera non si vedevano le stelle, perché una coltre oscura offuscava il cielo.
-Kate!!! E dai, muoviti...
Mi guardai attorno, accostai la finestra e corsi alla macchina di Katia.
-Sarà una serata da sballo!!! Non è vero?
-Si... Ne sono sicura.-dissi titubante.
Le nuvole minacciavano pioggia.
Al rumore delle ruote dell'auto, sulla strada sterrata, si aggiunse un ticchettio incessante causato da piccole goccioline d'acqua che stavano per ricoprire il parabrezza.
-Ci mancava anche questa...- ansimò Katia.
Finalmente arrivammo in discoteca, quel viaggio che durò pochi minuti sembrò durare secoli.
-Carta d'identità prego.-borbottò un uomo robusto.
-Eccole!-gli sorrise Katia
-Prego da questa parte, potete entrare.
Appena aprimmo quella piccola porticina verde un acre odore di fumo ci invase, a tal punto che io tossii.
-Non ci sei abituata bella, eh?- urlò un ragazzo con un cocktail arancione in mano.
-Non sono sorda!- gli risposi guardandolo sinistramente.
Katia mi tirò  per un braccio sussurrandomi:
-Lascialo stare quello...
C'era un casino di gente che ballava saltellando e girando su se stessa perché non ci si poteva muovere.
Ci facemmo largo fra la folla, salimmo alcune scale, e ci ritrovammo al piano bar. Katia sussurrò qualcosa al barista e questo si mise a ridere, poi scecheró  un po', ed offri a Katia un cocktail identico a quello del ragazzo che avevo incontrato all'ingresso.
Mi avvicinai anch'io al bancone, un ragazzo con una barba lunghissima mi chiese cosa volevo da bere ed io chiesi una Coca-Cola, mi guardò un po' male e poi disse:
-Facciamo anche dei Martini favolosi.
-No grazie sono astemia.-risposi, bugia, già non avevo avvertito mamma per l'uscita, non potevo svelarle anche nel momento della confessione, (sempre se ci fosse stata) che avevo anche bevuto alcolici.
Poi finalmente mi porse la mia Coca-Cola, io l'afferai e raggiunsi Katia sulla pista da ballo, ma lei non fece caso alla mia presenza perché era troppo impegnata a ridere e scherzare con un tipo che a me non piacque per niente.
Le sue risate non erano sincere, sembrava che lo stesse compiacendo.
Uscii fuori, non c'era nessuno a parte due ragazzi che stavano litigando.
-Perché devi essere così Miriam!!
-Se non ti piace come sono, fattene una ragione, ti ho visto con quella tipa!
-Miriam, veramente, non è come credi!
-Okay, ora basta, fra noi finisce quì!
Mi mollò il suo bicchiere in mano ed entrò sbattendo furiosamente la porta senza dare ascolto a ciò che diceva il suo amato, o meglio ex amato:
-Aspetta posso spiegarti! Quella era...-troppo tardi-mia... Mia cugina...
Poi si rivolse a me:
-Scusami posso?-e mi fece segno di dargli il bicchiere.
-Si si certo... -glielo porsi, e lui lo afferrò timidamente.
-Scusala...
-Non ti preoccupare.-gli sorrisi.-Posso darti un consiglio?
-Si...-mi guardò strano.
-Secondo me dovresti "spiegarle" che era tua cugina e come è andata la situazione, ma non per messaggio perché le ragazze non lo trovano romantico. Quindi o le scrivi una lettera o provi a parlarle magari a farle una serenata.-sorrisi, sorrise-penso che parlarne non sia molto facile ma sta a te decidere.
-Grazie, ma lo sai che sei proprio simpatica! Ahaha
-Grazie per il complimento!- sorrise.
-Dai, corri da lei, e in bocca al lupo!
-Grazie, crepi il lupo! Ciao!
È se ne andò via anche lui. Rimasi sola.
Mi sentivo strana per non aver avvertito i miei dell'uscita segreta con Katia, i sensi di colpa iniziarono a farsi sentire quando all'improvviso:
-Kate, dobbiamo andare!-la voce di Katia era strana, il suo volto mi infondeva preoccupazione, quasi mi spaventai.
-Eccomi arrivo, cosa è successo?
Posai il bicchiere di Coca-Cola ormai vuoto su un tavolino lì vicino e corsi da lei.

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