Brighton, Febbraio 2015
Cara me,
sono appena arrivata nella mia nuova casa a Brighton, vicino Londra. Il viaggio da Seattle è stato molto stancante, ma alla fine ne è valsa la pena.
Non so come farò ad ambientarmi, è la quarta volta che ci trasferiamo dall'anno scorso, mi manca la mia adorata Vancouver: la neve, il freddo, la sensazione di essere perennemente felici anche solo bevendo una cioccolata calda con la propria sorella gemella.
Come ben sai, di lei mi sono rimasti i ricordi, delle foto e la sua maglietta preferita che indosso di notte.
È passato già un anno, due mesi e quattordici giorni da quando l'ho vista per l'ultima volta.
Tredici dicembre del 2013
Ma non era di questo che volevo parlarti.
Tra qualche giorno inizierò la scuola, e non credo di riuscire a mettere piede in quell'edificio così grande quanto spaventoso. E non lo dico per i compiti o scemenze varie, solamente è perché non ho nessuno di cui possa fidarmi al pieno.
Allison era la mia migliore amica, la mia confidente più stretta, tant'è che sono finita collo scrivere a me stessa e trovare la persona a cui porre tanta fiducia, in me: Annabelle.
Come si può pensare solo per un attimo che la nostra mente, il nostro subconscio non possa tradirci? Queste domande sono troppo difficili per poter trovare una risposta.
Devo ancora compiere 18 anni, e una volta fatti, tornerò a Vancouver, da Allison.
Mi manca immensamente.
Farò così: guarderò l'enorme porta, tirerò dentro e poi fuori tutta l'aria che posso e inizierò questa nuova vita, anche se arrivo all'inizio del secondo quadrimestre. Squallido.
Stanotte ho fatto un altro incubo,come ogni notte. Mia madre pensa che sia stressata e che non debba sforzarmi troppo in questi giorni.
Sarà difficile, lo so. Dovrò trovarmi una persona con cui parlare, condividere i miei pensieri, i miei segreti. Intanto ci sono io, e io basto a me stessa.
Spero solo di vedere qualcosa di positivo in questo ennesimo trasferimento.
Un bacio,
Belle.Si sdraiò sul letto, stanca e addolorata.
Con la perdita di Allison, anche il suo, il loro piccolo mondo era crollato. Con lei era tutto diverso: usciva con le persone, si divertiva, andava alle feste come tutti gli adolescenti. Allison era il suo coraggio, la sua forza, senza di lei non avrebbe mai fatto nulla di tutto questo. Lei era quella bella, travolgente, ricca di sorprese; Annabelle era la sua ombra, la sua protettrice. Si completavano a vicenda senza aver bisogno di nient'altro, solo di loro due. Dal giorno della scomparsa della sorella, Belle si era chiusa divenendo tutto ciò che Allison era stata per lei senza riuscirci.
Si infilò il suo unico pigiama, ovvero una maglietta un po' troppo lunga color azzurro cielo e un sacco di nuvole e stelle disegnate sulla stoffa. Sospirò amaramente, rimpiangendo i sedici anni passati con lei.
Controllò l'orologio: erano le due, e la stanchezza non la invadeva ancora, così decise di scendere in cucina e prepararsi una bella cioccolata calda, cosa che faceva sempre da piccola quando non riusciva a dormire.
Annabelle era quella bellezza rara, che nasce nei posti più esotici come la Thailandia, ma che aveva tradito le leggi della natura e si era costruita pian piano un suo habitat, in mezzo alla neve e al freddo senza mai patirli. Aveva del mistero in lei.
Lei era il mistero.
Scaldò su un pentolino il latte e poi ci immerse il cacao dolce che amava tanto. Versò la bevanda in una tazza viola e iniziò a sorseggiare mettendosi seduta di fronte al piano che le aveva regalato suo nonno. Ecco, quello era il suo unico e vero nascondiglio (a parte il suo diario). Quella sera i suoi erano stati invitati a cena dal datore di lavoro di suo padre, e non sarebbero tornati prima delle tre.
Posò la tazza in ceramica sul tavolino, aprì il pianoforte a coda nero, tolse via la stoffa beige con una scritta marroncina che serviva a non far rovinare i tasti, e iniziò a suonare un classico di Chopin. Era il suo compositore preferito.
Lei era l'eleganza fatta persona e si fondeva magicamente con il suo strumento. Allison era vispa come un violino e di certo non si annoiavano mai, quando decidevano di suonare qualcosa assieme.
Si perse per più di mezz'ora: quando iniziava era difficile farla smettere, passava da una sinfonia all'altra, tutte a memoria. Aveva studiato da privatista per dieci anni e a dicembre avrebbe tenuto l'esame in conservatorio.
Non si accorse che i suoi, intanto,erano arrivati e che sua madre le mise una mano sulla spalla. La guardava mentre esprimeva il suo dolore e la sua forza, i suoi attimi di angoscia e quelli di felicità. Poi, si fermò, tutto d'un tratto.
Sentì quel rumore assordante, che solo lei poteva distinguere, il suo orecchio l'aveva ascoltato troppe volte. Si voltò e vide la donna che per lei era la più tenace sulla terra, crollare in alcune lacrime che stavano finendo di rigarle il viso. Le accarezzò la mano sulla sua spalla e stette in silenzio sentendo dentro al cuore il suo grande dolore.
《Sei magnifica, Anna. Non smettere di suonare, fallo per me, fallo per...lei.》
《Lo sai che è ciò che mi resta per sentirla qui con me.》
Amie, la mamma di Annabelle, levò la mano e se ne andò senza dire nulla, rotta nel suo eterno dolore.
La ragazza si lasciò andare, chiuse il piano e tornò sul suo letto. Aveva insistito tanto per portare il suo grande strumento fino a Brighton che aveva rinunciato alla sua auto, vendendola.
Era la sua prima notte lì e di certo non sarebbe stata l'ultima, anche se quello era il suo secondo desiderio più grande.
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Blind.
RomancePerché lui mi ha resa invincibile e ha trasformato questo mio cuore cieco in un amore immenso. Official Author.