-Sei bellissima Veronica-
-Grazie Tom-
Salgo sull'audi nera del mio capo, indosso un tubino rosso con una giacchettina nera e scarpe a decoltè.
Alla fine ho accettato il suo invito, Anna ha insistito tanto e io ho ceduto, volevo evitare ma lei mi ripeteva ''accetta, provaci, che sarà mai...'' così mi trovo qui, dentro la sua auto e a scherzare sulla musica che passa la radio. Forse non dovevo giudicarlo così presto, sembra un ragazzo a posto, simpatico e gentile, spero non mi sbagli. Quando arriviamo davanti al ristorante sul mare mi fa scendere aprendomi la portiera, penso che stia facendo una scena da ''voglio che stasera finisci nel mio letto''. Non so se sentire la mia vocina interiore che mi grida che vuole solo quello o lasciar perdere e dare una possibilità a questo bel ragazzo.
Il ristorante è davvero elegante, ha grandi finestre che fanno vedere il mare calmo e la luna che sembra volersi tuffare su di esso, tavoli apparecchiati con tovaglie rosse e vasi al centro con fiori dai colori vivaci, tutto molto romantico.
-Cosa ordini?-
Mentre mi scruta con il suo sguardo verde penetrante ordino una pizza con le cozze e una birra piccola, non voglio bere troppo, voglio essere lucida per non finire sotto le lenzuola di quest'uomo.
-Allora, non ti ho mai chiesto niente riguardo a te, ti conosco solo come la mia impiegata- dice mentre giocherella con una forchetta.
-Non c'è molto da sapere su di me, sono una semplice ragazza sentimentale, paranoica e strana-
-Sembri interessante-
Gli racconto della mia famiglia, che sono andata via di casa perchè non ne potevo più della crisi, dei litigi e volevo essere indipendente, mia madre era la classica persona a cui non va mai bene niente ma anche una grande tenerona, mio padre è un uomo semplice a cui piace cercare di avere sempre tutto in pugno, anche se questo non gli riesce quasi mai, ho avuto un'infanzia difficile vedendo loro sempre urlarsi contro e vedendo mio padre andarsene via di casa e ritornare un centinaio di volte.
Lui sembra ascoltarmi con attenzione e mi racconta della sua infanzia, che amava starsene a casa a giocare con il vecchio nintendo piuttosto di uscire con i suoi amici.
Lo svolgimento della serata sembra andare bene, parliamo e parliamo e noto che Tom sta bevendo qualche birra di troppo.
-E così, sei sentimentale Veronica-
-Sì-
-Allora portandoti qui ho fatto centro-
-Non penso che un locale mieloso riesca a conquistarmi-
-Ragazza difficile-
Mentre paga il conto noto che non ho mai visto Tom vestito così bene, ha una camicia lasciata un po' sbottonata nella parte superiore e un paio di jeans neri, di solito lo vedo sempre con t-shirt, felpe e tute.
-Vuoi venire a bere qualcosa da me?-
Ecco la fatidica domanda, cosa fare in questi casi?
-Tranquilla non ti faccio niente! Beviamo qualcosa e ti riporto a casa-
Così accetto e ci avviamo nella sua auto.
Sono molto agitata, ho bevuto un bicchiere di vino rosso sul suo divano in pelle nero, siamo nel suo soggiorno nero e grigio, pareti grigie, pavimento nero, quadri grigi e neri, è tutto un miscuglio di grigio e nero, ed è da questo che deduco che anche io ho bevuto un po' più del solito.
-Sei davvero bella stasera Veronica-
Sono appoggiata nel bancone bar con la schiena e vedo Tom avanzare verso di me con fare sensuale, i suoi occhi verdi mi tuonano nella testa, mi mette un braccio intorno alla vita, si avvicina e io non capisco più niente, è da tanto che non bevo alcool e un solo goccio di vino in più mi può dare alla testa.
Mi sento il viso caldo e sono sicura di essere rossa, il mio capo è sempre lì davanti a me che parla e parla sempre più vicino, dice stronzate su come ha trascorso bene la serata e di quanto sono piacevole, poi si avvicina di più, poggia le sue labbra nelle mie e mi sento travolta dalle sue braccia, lo sento premere nel mio corpo, comincia a toccarmi il sedere e cerca di togliermi la giacca.
-No Tom, forse... forse è meglio che vada-
-Non credo proprio- sussurra nel mio orecchio.
Mi stringe ancora di più e mi sfila la giacca con forza, io cerco di liberarmi dalla sua presa ma faccio inutili sforzi, non riesco a connettermi, non dovevo bere, lo sapevo, sono confusa, ho la vista sfocata. Cerca di togliermi il tubino con prepotenza ma dei rumori improvvisi lo distolgono da me e io mi sento libera.
-Che cosa diavolo è stato?-
L'allarme della sua auto suona e la mia testa ricomincia a prendere i comandi, mi sbrigo a raccogliere la mia giacca e uscire da quella casa, Tom corre fuori e e io lo raggiungo. La sua auto è distrutta, parabrezza spaccato, luci spaccate, il cofano sembra che abbia preso tanti colpi di mazza. Gli lancio uno sguardo arrabbiato e mi metto a correre per raggiungere la strada.
-Davide? Vieni a prendermi per favore!- urlo al telefono seduta su di un marciapiede lontano dalla casa di Tom.

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Rapiscimi ancora #Wattys 2020
RomanceVeronica è una semplice ragazza di Lecce trasferita da poco da un piccolo paesino nelle vicinanze, lavora in un piccolo bar del posto per mantenersi e per trovare la sua indipendenza senza la sua stramba famiglia. Un giorno la sua vita cambia radica...