Part 5

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Purtroppo non erano angeli. Si trattava di alcuni componenti del gruppetto insulso del muretto che adesso si erano spostati lì, ad alitare attorno a loro due. Erano sovraeccitati e facevano un tifo da stadio.

"Com'è bella la nuova fidanzata di Alfonso Giordani" gridò qualcuno. "La fidanzata? Non è la bisnonna?" "'Tacci, è sexy però" "Signò, e dacci una fetta anche a noi!"

Clorofilla sapeva bene che c'era del sarcasmo in quelle parole. Sapeva bene come potevano essere cattivi i liceali. Quei ragazzi potevano, muovendo a malapena le bocche, sganciare parole che potevano esplodere come granate.

"No, no, no, non è vero.", era tutto quello che Leo-Alfonso era capace di dire, scuotendo la testa, facendo segno di no con le mani. "Io non so nemmeno chi è questa, chi l'ha mai vista." Tra il rosso dell'acne e il rosso della rabbia era diventato incandescente. Se gli avesse fatto una carezza si sarebbe scottata la mano, anche se, a pensarci bene, lui non si meritava nessuna carezza.

Si stava comportando come un bambino. Quegli idioti attorno a loro ridevano ed esultavano come fossero al circo, e lui invece di prenderla per mano e condurla lontano – come avrebbe fatto il suo avatar – riusciva solo a negare.

Volente o nolente, minuti dopo fu proprio lei a prenderlo per mano e a condurlo via, al pronto soccorso.

Leo-Alfonso si era arrabbiato molto per via della presa in giro e aveva perso il controllo. Così aveva cercato di colpire uno dei ragazzini più rumorosi e irritanti – uno bassino, con i capelli riccissimi sotto un ridicolo berretto a sonagli (era sempre più ovvio, i liceali erano proprio dei cerebrolesi). Era piccolo e svelto, e riuscì a non farsi colpire, anzi, fece cadere Leo-Alfonso cadde per terra come un sacco di patate.

Mentre a Leo stavano mettendo i punti, Clorofilla sedeva sconsolata in sala d'aspetto. Lui era stato scontroso e scorbutico con tutti, aveva voluto precisare piò volte davanti ai medici e alle infermiere che lui e Clorofilla non si conoscevano, che sua madre era a casa, e anzi se qualcuno poteva telefonarle gli avrebbero fatto un piacere.

Quando la mamma di Leo arrivò, Clorofilla la riconobbe esattamente. Quella signora aveva un'aria familiare, mentre correva verso di lei per ringraziarla, visto che l'avevano indicata come quella che aveva soccorso il figlio dopo l'incidente. Parlava molto e in fretta. L'avevano chiamata tardi, mentre stava già preparando le polpette, e infatti odorava leggermente di aglio e prezzemolo. Leo era un tesoro di figlio anche se a scuola c'era sempre qualcuno che gli dava fastidio e ne capitava una tutte le settimane. D'altronde, ammise la signora con un sospiro, il periodo delle scuole superiori è uno dei più duri. A proposito, era possibile che loro due si fossero già incontrate da qualche parte? Che magari avessero frequentato la stessa scuola, il Liceo De Marinis?

Mentre guidava verso casa, sentì l'autostima farsi sottile quanto ciascuno dei suoi tacchi a spillo.

Le era successo un'altra volta, erano anni che le succedeva. Che le succedeva cioè di prendersi una cotta per un idiota, che poi a un bel momento decideva di ritrattare tutto. Questa volta era pure mammone, oltre che idiota.

Al diavolo, si sarebbe registrata su un'altra community, avrebbe cambiato strada pur di non vederlo più, avrebbe creato un avatar che rendesse più intrigante, altro che la donna-albero. Ovvio che un profilo del genere poteva attirare solo sfigati.

Al semaforo si fermò e sbirciò nello specchietto. Il trucco aveva retto bene a quella giornata calda e stressante. Allungò le labbra in un finto broncio. Il finestrino della Cinquecento era abbassato e qualcuno fischiò rumorosamente. Era un tizio a bordo di uno scooter che si era fermato accanto alla sua auto. Indossava il casco, e sotto la visiera brillavano gli occhi più azzurri che avesse mai visto. Senza smettere di guardarla, il ragazzo fece anche schioccare la lingua.

Come per far capire che la vista di lei, che sino a quel momento si era fatta chiamare Clorofilla, gli faceva venire l'acquolina in bocca.

Sistemandosi bene le coppe del reggiseno, lei pensò che forse nel mondo reale fosse ancora possibile vivere meravigliose avventure, come le era capitato anni prima.

Scattò il verde e ripartì. Il bel giovane sul motorino avanti, lei a seguire.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 05, 2015 ⏰

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