4 - Il principe mi porta a vedere due lattine di Coca Cola

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«La vita è un'ombra che cammina, un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota, pieno di strepiti e furore, significante niente.»
— Shakespeare, Macbeth



A svegliarmi è la voce del principe Keelan che urla: «Buongiorno, signorina!»

Non apro nemmeno gli occhi e mi copro il volto con una mano. Lui mi tira via le coperte con un gesto rapido, e l'aria fredda del mattino mi fa venire i brividi. «A chi hai dato della cretina, scusa?»

Mi arriva alle orecchie una risata composta. «Ho detto signorina

«Mh,» rispondo, prima di dargli le spalle, nel tentativo di tornare nel mondo dei sogni.

Un dito picchietta sulla mia spalla. «Signorina, si è dimenticata dell'accordo che abbiamo stipulato quattro giorni fa?» domanda. «Oggi è domenica, siamo liberi dalle lezioni e...»

«E proprio perché è domenica e non abbiamo lezioni si dorme tutto il giorno,» concludo la sua frase, sperando che non abbia altro da obbiettare e che mi lasci in pace.

«Temo che oggi sia il mio turno di mostrarle come ci si diverte nel mio mondo.»

Mi volto di nuovo nella direzione di Keelan, che con mio grande stupore è già vestito e pettinato. I ciuffi color grano sono in perfetto ordine, incorniciano il suo viso dai lineamenti altrettanto perfetti. L'ampio torace è fasciato da una camicia azzurra, che riprende il colore dei suoi occhi, e le lunghe gambe da giraffa sono coperte da un paio di pantaloni.

Mi do una manata in fronte. Giusto, la brillantissima idea che mi è venuta qualche giorno fa. «Che ore sono?» chiedo. La voce di un orco sarebbe più soave della mia.

«Le otto del mattino. Ha mezz'ora per prepararsi.»

Rimango a fissarlo, senza parole. Le otto del mattino? Le otto? Il peggio di tutto ciò, è che sorride. Sì, Keelan sorride con la gioia di chi sa di aver appena rovinato la mattina a una tipica persona che ama passarla dormendo, per poi alzarsi a mezzogiorno con l'indecisione se fare colazione o pranzo.

Io, generalmente, faccio tutti e due. Perché privarsi del cibo? Perché scegliere se puoi averli tutti e due i pasti?

Con l'ausilio delle dita mi spalanco gli occhi, ma continuano a chiudersi da soli, perciò li tengo fermi dalle palpebre. Keelan mi osserva con aria divertita.

«Devo proprio?» domando, alla fine.

«A meno che non voglia far saltare il nostro nobile accordo...»

Mi metto seduta in due secondi e decido di alzarmi. Prima di tutto perché non posso sopportare di sentirlo parlare in questo modo di primo mattino. Secondo, perché domani ci sarà una festa al campus e non lo lascerò chiuso in camera a leggere La Divina Commedia mentre ascolta Chopin.

Una volta in piedi, mi stiracchio e non mi preoccupo di trattenere i versi. Sbadiglio sonoramente, senza mettere la mano davanti alla bocca e il principe fa una smorfia. Lo sorpasso e mi dirigo nella piccola cucina, dove mio fratello è collassato sul tavolino.

«Ash?» lo richiamo.

Ashton fa quasi un salto. Si guarda attorno con la testa che scatta in una direzione e un'altra. Quando si accorge di Keelan, si stampa un sorriso enorme in volto. «Buongiorno! Sono sveglio alle otto del mattino perché nonostante non abbia lezioni, io sono una persona mattiniera esattamente come lei, principe.»

Alzo gli occhi al cielo. I suoi continui tentativi di fare colpo su Keelan sono patetici e mi fanno quasi imbarazzare.

Keelan si siede davanti ad Ashton, sorridendo. «Ne sono lieto. Mi ci è voluto un po' per far alzare dal letto la signorina.»

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