2. Luna&Fred.

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C'è chi pensa che il nome di ognuno di noi segni in qualche modo il nostro destino, io ero restia a crederlo ma ho avuto modo di ricredermi.
Beh, io sono Luna , un bel nome vero? Peccato che io non sia altrettanto bella, o meglio, non mi piace apparire e tendo a nascondermi, a non valorizzarmi.
Ho l'aspetto della tipica secchiona, capelli castani lunghi fino alle spalle perennemente legati, sono bassina ma non è un problema per me, non do molta importanza all'aspetto fisico, l'unica cosa che mi piace della mia persona sono i miei occhi verdi, peccato che siano coperti dai grandi occhiali che sono costretta a portare, insomma non sono un granché, non sono una di quelle per cui i ragazzi fanno a botte ma mi sta bene così, in fondo sono una ragazza chiusa e timida, non ho molti amici, forse è per questo che fin da bambina mi sono sempre rifugiata nei libri e nello studio... Ho sempre amato ogni forma di scienza, tutti mi considerano un piccolo genio ma per me non è così.. In fondo mi esce naturale svolgere correttamente un qualsiasi problema matematico o fisico, è spontaneo per me far reagire gli elementi in laboratorio ma in assoluto la parte della scienza che amo di più è l'astronomia. Ricordo ancora quando all'ultimo anno del liceo scientifico che ho frequentato studiammo le coordinate celesti, le stelle, i pianeti, ero l'unica in classe a capire "questa roba" come la definivano i miei compagni
Zenit, Nadir, nessuno comprendeva, eppure per me era così semplice... Fu allora che capii che di queste cose ci avrei fatto una professione, ero innamoratissima dello spazio, dell'universo, delle galassie, di ogni cosa che avesse a che fare con questo mondo spettacolare.
Solo parlarne mi fa venire i brividi, mia madre dice che vede nei miei occhi una luce speciale quando parlo di astri, così decisi di iscrivermi alla facoltà di Astronomia dell'Università della mia città.
Mi sono laureata (ovviamente) a pieni voti, senza uscire fuoricorso, dando ogni anno gli esami necessari, diventando l'orgoglio della mia famiglia ma capii presto che questo non era abbastanza per me, non mi bastava studiare le stelle sui libri o limitarmi ad osservarle attraverso una lente, io volevo essere lì, ammirarle da vicino, studiarle, guardarle... Volevo diventare un 'astronauta, sapevo che sarebbe stata una cosa difficile, nonostante tutto nessuno credeva in me, ma questa non è una buona ragione per arrendermi, nulla deve mettersi tra me e i miei sogni, nulla deve mettersi tra me e le mie stelle... Fu così che mi informai, lessi su internet come partecipare alle selezioni e lo feci, prove molto ardue, cultura generale, fisica, matematica, soprattutto inglese... Dopo aver passato i test, dovetti sottopormi a prove fisiche, dovevano valutare il mio modo di muovermi, la mia capacità di resistere in particolari circostanze... Ero fiera di me quando seppi che "La signorina Luna Vallarino è stata considerata idonea"
Quella frase fu musica per le mie orecchie.
Beh ora che ero un'astronauta a tutti gli effetti non aspettavo altro che la mia prima partenza ma quest'ultima richiese molto tempo, ma non m'importava, sapevo che prima o poi sarebbe giunto il mio momento, la pazienza inoltre era una delle mie caratteristiche principali.
Stavo facendo colazione quel giorno, accesi la TV come di consueto per ascoltare le notizie al telegiornale quando una di quest'ultimo attirò la mia attenzione.
"È stato scoperto un nuovo pianeta, Aldebaran K7, lontano anni luce dal nostro ma molto simile ad esso, si crede che possa ospitare forme di vita aliena ma non possiamo averne la certezza, siamo tutti nelle mani degli scienziati e ci auguriamo che questa sia la volta buona per risolvere uno dei più grandi misteri che da sempre affliggono l'umanità"
Quella notizia mi lasciò senza fiato, ero ansiosa che scendesse la notte per mettermi fuori, nel mio giardino, con il mio amato telescopio puntato verso il cielo blu alla ricerca di Aldebaran K7, già fantasticavo con la mente quando i miei pensieri furono interrotti dalla suoneria del mio cellulare, un numero che non conoscevo stava chiamando, risposi con calma, non potevo sapere che quella sarebbe stata la telefonata che mi avrebbe cambiato la vita.
"Si..?"
"Buongiorno, parlo con la signorina Vallarino?"
"Esatto, sono proprio io.. Con chi ho il piacere di parlare?" risposi esitante dopo essermi resa conto che la voce maschile che parlava dall'altro capo del telefono non l'avevo mai sentita prima.
"Mi scusi ma non è questa la cosa importante, l'ho chiamata per comunicarle che Lei è stata scelta per andare a visitare il nuovo pianeta, quello che è stato scoperto recentemente, non so se ne è al corrente..."
Non credevo alle mie orecchie, non pensai che ero a telefono con uno sconosciuto, gridai per la gioia, esultai come se avessi vinto alla lotteria, mi resi conto soltanto dopo della figuraccia che avevo appena fatto.
"...Bene, dovevo chiederle se fosse d'accordo, se insomma volesse partire ma non credo sia necessario, l risposta mi sembra scontata." disse l'uomo, mantenendo la sua aria professionale.
"La partenza è prevista per il 10 del prossimo mese, mancano esattamente 28 giorni a patire da oggi, deve recarsi nel luogo in cui si sono tenuti i test alle 9:00 del mattino" mi informò. A quel punto ringraziai e chiusi la telefonata, fu allora che iniziai il cont down, furono i 28 giorni più lunghi della mia vita ma anche loro passarono. Mi svegliai con il sorriso sulle labbra quel giorno, o meglio -se devo essere sincera- non dormii per niente quella notte, l'unico pensiero che avevo nella testa era che a breve avrei visto da vicino le mie amate stelle. Mi alzai senza esitare un attimo, indossai la prima cosa che tirai fuori dall'armadio, salutai calorosamente la mia famiglia prima di infilarmi nella mia auto e dirigermi verso la mia meta, puntuale come al solito.
Quando arrivai lì ero ancora incredula, mi tremavano le gambe per l'emozione, ascoltai attentamente tutte le istruzioni, tutto ciò che avevano da dirmi, poi mi diedero -finalmente- la mia tuta spaziale e mi introdussero nella mia astronave.
Dopo il tradizionale "10-9-8-7-6-5-4-3-2-1" mi fecero partire, sapevo che ci sarebbe voluto del tempo ma non mi importava, sarebbe stato un piacere per me passare ore ed ore nello spazio, salivo sempre di più, sempre più in alto, quando uscii dall'atmosfera mi sentii libera e iniziai anche a fluttuare nell'aria, sapevo che sarebbe successo.
La vita nella mia navicella era fantastica, vivere senza gravità era divertente anche se passavo la maggior parte del mio tempo attaccata all'oblò a guardare ciò che succedeva al di fuori di quella che avevo soprannominato "la mia casetta volante" in fondo avrei dovuto abitarla per parecchio tempo.
Dopo giorni e giorni (non so quanti di preciso dato che non disponevo della luce solare) intravidi il pianeta che mi avrebbe ospitata per un po'..
"È davvero uguale alla Terra" pensai tra me e me, non vedevo l'ora di scendere a visitarlo ma quando lo feci ebbi una sorpresa.. Non ero assolutamente preparata a ciò che vidi.. Mi ritrovai nel bel mezzo di una guerra, non ebbi molto tempo prima di esser catturata da una delle due parti..
"La mia solita fortuna" pensai tra me e me, mentre venivo portata chissà dove da due alieni forzuti e molto più alti di me -e probabilmente di qualsiasi altro umano-
Non opposi resistenza, pensai che sarebbe stato inutile..
Mi portarono in un'astronave, molto più grande è molto più tecnologica della mia, sembrava un labirinto, senza dubbio chi non la conosce bene si sarebbe perso al suo interno, ero stupita ma anche spaventata, non riuscivo a stare tranquilla, non lo sarei mai stata finché non mi avrebbero lasciata... Poco dopo lo fecero, venni gettata senza alcuna delicatezza in una piccola stanza, mi lasciarono lì soltanto dopo avermi strofinata con un misterioso aggeggio, non sentivo dolore, non era una tortura, la sua utilità la capii soltanto dopo..
Se ne andarono, la porta si chiuse automaticamente alle loro spalle. Pensai che funzionasse come tutte le comuni porte automatiche, pensai che bastasse avvicinarsi per farla aprire e avevo ragione solo che avvicinarsi a quest'ultima era impossibile, appena arrivavo ad una certa distanza qualcosa molto più forte di me mi costringeva a tornare indietro...
"Beh, credevi fosse così facile uscire da qui?"
Fu così che mi accorsi di non esser sola lì, con me c'era qualcuno e quel qualcuno non esitò a presentarsi
"Ciao aliena, io sono Nº982-7379-452-352" mi disse avvicinandosi a me, così lo vidi per la prima volta.. Era evidentemente un extraterrestre ma non era come quelli che fanno parte dell'immaginario collettivo, era molto simile ad un umano ma la sua pelle era blu. Aveva un ciuffo biondo che gli copriva uno dei suoi occhi, era poco più alto di me, indossava una divisa, come se facesse parte di chissà quale esercito, sulla sua divisa c'era una targa sulla quale c'era scritto
"FredyKhatwzesky-Teyknu" lo trovai da subito un tipo affascinante, capii che non mi avrebbe fatto del male e così mi presentai, gli raccontai la mia storia e gli dissi chiaramente che non avrei mai ricordato il suo nome e che quindi l'avrei chiamato "Fred" prendendo spunto appunto dalla sua targhetta.
"La mia targa testimonia che appartengo a questo pianeta e che farò di tutto per proteggerlo, è scritto nella mia lingua d'origine.
Mi trovo qui perché ho provato a scacciare via questi maledetti invasori, "conquistatori" si definiscono loro.. Ormai il nostro pianeta sta morendo per colpa loro, arrivano, conquistano e rivendono ciò che hanno preso, sterminano, distruggono.. Ma hanno fatto male i conti 'sta volta, noi abbiamo una tecnologia molto più avanzata della loro, riusciremo a battere i loro muscoli... E vorrei dare una mano al mio popolo se solo riuscissi ad uscire da qui.. È impossibile farlo, per il semplice fatto che la porta è carica positivamente e anche noi, ecco perché non ci avvicineremo mai abbastanza per farla aprire.."
Ricordai ciò che mi ripeteva sempre la mia insegnante..
"È più facile allontanare due pianeti che congiungere due calamite con la stessa carica".. Doveva esserci un modo per uscire da lì, proposi di cercare in giro, in fondo non avevamo nulla di meglio da fare. Passammo ore ed ore a cercare qualcosa ma niente così ci arrendemmo ed entrambi ci lasciammo cadere a terra, seduti agli angoli opposti della stanza, lo facemmo contemporaneamente, senza volerlo ma evidentemente era proprio quello che dovevamo fare, non so come, non so perché ma improvvisamente si aprì un varco in una delle pareti, senza perdere tempo abbandonammo quella camera buia e ci ritrovammo all'aperto, su Aldebaran K7...
"Finalmente" sospirò..
"Hai in mente qualcosa per allontanarli? Per mettere fine a tutto ciò?"
"Non saprei, credo che la cosa migliore adesso sia andare nei sotterranei, lì c'è un laboratorio, sicuramente staranno già lavorando a qualcosa... Io andrò ad aiutarli, tu torna sul tuo pianeta e per favore non dire nulla di tutto ciò che hai visto"
"Io vengo con te" mi opposi, finalmente stavo vivendo la mia avventura tra le stelle, non avrei mai obbedito.
"Fa come ti pare" rispose irritato.
Mi limitai a seguirlo finché non giungemmo a destinazione, allora capii cosa cercavano davvero "i conquistatori"... Lì c'era quella che Fred aveva chiamato "fonte del sapere" ovvero una sfera grigia e gialla che emanava una luce pazzesca e proiettava sulle pareti le dimostrazioni di tutti i misteri dell'universo, cose che nemmeno io riuscivo a capire.. certo con la loro forza,con la tecnologia e la scienza di questo popolo sarebbero stati imbattibili. Decisi di mettermi in gioco, in fondo anche la Terra è parte di quest'universo, magari sarebbe stato il prossimo pianeta ad essere attaccato.
Per giorni lavorai con gli aldebaranini, sapevo qualcosa di scienza, sicuramente non avevo la loro cultura ma feci di tutto per rendermi utile, lavorammo sodo per dare vita ad un grandissimo robot, che veniva pilotato dall'interno del laboratorio. Lo potenziammo al massimo, quando fu ultimato fui soddisfatta.. Era talmente grosso e possente che sembrava uscito dal migliore dei manga, la sua particolarità era che si alimentava dell'odio che gli abitanti del pianeta invaso covavano nei confronti dei Conquistatori e credetemi, era molto.. C'erano padri che avevano perso figli per mano loro, persone -o meglio alieni- che si erano visti distruggere le loro abitazioni, avevano perso tutto per colpa loro... Più crescevano l'odio e il rancore nei confronti degli invasori più la nostra invenzione diventava forte...Giunse il momento di mandarla in superficie, a combattere gli intrusi.. I loro muscoli non poterono niente, questo perchè il dolore per un figlio perso, per una famiglia distrutta, per un sogno infranto, i sentimenti in generale sono molto più potenti delle ricchezze materiali bramate dagli invasori, vennero decimati, costretti ad arrendersi e a lasciare Aldebaran K7.
I suoi abitanti mi furono grati per l'aiuto, è vero che ho agito anche per difendere i miei cari sulla Terra, ma mi sono schierata dalla parte degli aldebaranini anche per un'altra ragione... Appena misi piede su questo pianeta lo sentii mio, mi sentii a casa... Li ho aiutati a ricostruire tutto, a ripartire da 0.. Ecco perché sono rimasta e mi sono fatta una vita qui.. Già, ora vivo con Fred, in una casa molto carina, ho da poco messo al mondo i nostri due gemellini, non vediamo l'ora che crescano per raccontare loro la nostra storia quando ci chiederanno incuriositi "perché mamma è rosa e papà blu? Perché i miei amici sono blu e io sono di un pallido azzurro?"

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