La canzone:
https://m.youtube.com/watch?v=Voctl_nw7cML'adolescenza era passata velocemente, come un tornado, stravolgendo la quiete dell'infanzia, cambiando totalmente il panorama, aprendo porte nascoste e chiudendone altre eppure così lentamente, straziante, una strada che sembrava interminabile, una serie infinita di cadute e riprese, un taglio doloroso, una crosta fastidiosa ed infine una cicatrice indelebile.
Per me fortunatamente quel periodo era giunto alla sua fine. Credo di ricordare ogni singola lacrima scivolata sul mio viso infrangersi sui miei vestiti, sul mio cuscino, a terra..
Tutti dicono che è il periodo più bello della vita ma, secondo me sono solamente accecati da una sorta di sindrome di Stoccolma.
Arrivata a questo punto della mia vita, essendo una diciannovenne piuttosto pronta a ingranare la marcia, avevo tanti brutti ricordi alle mie spalle ed ero pronta chiuderli a chiave in un cassetto ed andare per la mia strada..forse.Era un grigio lunedì mattina, la pioggia scivolava sulla vetrata del mio salotto..
Scherzo, volevo fare la melodrammatica.Era un giovedì piuttosto tranquillo, la primavera era da poco sbocciata e sembrava voler augurare tre mesi di tiepida quiete.
Stato attuale: fuori la villetta dei Fields caricando il bagagliaio (e non solo) della macchina color prugna della signora Fields.
Feci un lungo respiro assaporando un'ultima volta quell'aria ormai di casa e chiusi lo sportellone sul retro dell'auto. Con un sorriso andai incontro a Pam che veniva verso di me con le braccia aperte, pronta a regalarmi uno dei suoi calorosi abbracci.
Pochi istanti dopo un campanello richiamó la mia attenzione facendomi girare per riconoscere una figura sorridente voltare l'angolo e parcheggiare la bicicletta sul vialetto.
"Signore e signori, non siate così sbalorditi della mia bravura, lo so, lo so, sono una ciclista professionista"
Altri non poteva essere che Emily, una brunetta tutta pepe, nonché figlia dei Fields, che esultava per aver finalmente imparato ad andare in bicicletta, sebbene avesse da un pezzo compiuto i 17 anni.
Per spiegare in breve la situazione, avevo passato un anno in Inghilterra grazie al programma "au pair" e i Fields sono la famiglia che mi ha ospitata.
Il signor Fields è stato fuori sei mesi per lavoro, e sono stata contenta di aver potuto aiutare in casa con la cucina ed il resto mentre era via. È stato un anno bellissimo ed ora che dovevo andare via una nuvoletta di malinconia aleggiava sulla mia testolina.
-"Io dico che potresti persino iscriverti al Tour De France, il prossimo anno!" Urlando per farmi sentire da Emily, ancora in fondo al vialetto.
Corse veloce verso di noi, unendosi al nostro abbraccio di famiglia seguita dal signor Fields.
-"awh tesoro, ci mancherai così tanto!"
Non volevo rovinare quel momento con la mia malinconia e cercai di pensare che li avrei rivisti presto.
-"mancherete tantissimo anche a me Pam!"
D'altra parte però ero contenta di tornare a casa, da mia madre, da Gym, dal mio ragazzo..
Non era stato troppo difficile far funzionare la nostra relazione anche in quell'anno, erano ormai tre anni che eravamo insieme.
Fortunatamente Sebastian aveva una zia in Inghilterra (pura casualità, giuro) e almeno una volta al mese veniva a stare da lei qualche giorno e Pam era stata così gentile da lasciarlo dormire nella mia camera il venerdì sera, con la porta aperta, ovviamente.Diedi un ultimo sguardo intorno a me e infine salimmo tutti quanti in macchina, partendo verso l'Heathrow Airport.
L'idea di viaggiare da sola non mi era mai piaciuta troppo ma pensavo positivo e magari avrei passato 11 ore chiacchierando con qualcuno di non troppo spiacevole.I saluti erano stati veloci e sentiti, il check-in solitamente noioso e bla bla.
Prima di fare qualsiasi cosa mi ero diretta verso uno dei bar dell'aeroporto, non avrei mai potuto affrontare 11 lunghe ore senza fare rifornimento zuccheri.
Ero adesso in cerca del mio posto ed ero felice di averlo trovato vicino il finestrino, per il momento il posto accanto al mio era vuoto e magari lo sarebbe stato per il resto del viaggio, poco male. Cercai le cuffiette nella borsa, poggiandole sul tavolinetto dietro lo schienale del sedile davanti a me, presi il blocco dei fogli, una matita e una penna poggiandoli sempre vicino alle cuffiette.Guardai l'aereo riempirsi lentamente di persone e prendere colore, gente proveniente da ogni luogo, persone buffe, bambini..
Erano le 9:30 e avendo già fatto colazione avrei aspettato direttamente il pranzo che sarebbe stato servito di lì a non molto.
Contrariamente a quello che pensavo non sarei stata sola tutto il viaggio.
Un sussurrato "hey" mi fece voltare.
Un ragazzo più o meno della mia età si era appena seduto alla mia sinistra.
-"Hey a te"
Risposi con un cenno della mano.
Scrutai attentamente il suo viso e prendetemi per pazza ma potrei giurare di averlo già visto.
-"immagino che saremo compagni di viaggio!"
Disse il tipo troppo contento di dover passare 11 ore su un aereo, quasi lo invidiavo.
-"immagino di si, piacere, Ayden" parlai facendo spallucce.
-"Shawn"
Rispose stringendomi la mano.

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This love||Matthew Espinosa//Shawn Mendes
Fanfiction"Si vede a un chilometro di distanza cosa provate l'uno per l'altra, strano che se ne sia accorto il tuo ragazzo ma voi due continuate a ignorarlo" // "Non c'entriamo niente l'uno con l'altra, questo lo capisci vero? O devo farti un disegnino?"