I capitolo

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Stavo lasciando la casa di Jane e quelle immagini continuavano a scorrermi davanti agli occhi, senza darmi tregua. Ora potevo dare libero sfogo alle lacrime che avevo tenuto dentro fino a quel momento. Scendevano lungo il mio viso, rigandomi le guance, e cadevano sulle mie labbra o giù dal mento.
La strada davanti a me era dritta e buia. I fari illuminavano a fatica l'asfalto e gli occhi umidi e pieni di lacrime non miglioravano di certo la mia situazione.

[Harry' pov]
Era passata una settima ed io non mi ero ancora fatto sentire. Che vigliacco! Di cosa avevo paura?!
Avevo paura che stesse ancora male e di sentirmi in colpa. Avevo paura di aver rotto qualcosa e di non ritrovare più la stessa ragazza di prima.
Per la prima volta, io, Harry Styles, avevo paura, la paura più grande che si possa provare, quella di perdere qualcuno.
Mi decisi, con molta fatica, a scriverle un messaggio, un semplice "ehi" e non mi sorprese il fatto che non ebbi risposta. Nei giorni seguenti riprovai a contattarla, ma niente. Non rispondeva ai messaggi come non rispondeva alle mie chiamate.
Decisi di andarla a trovare: non poteva continuare ad evitarmi. Presi la machina e raggiunsi casa sua. Quando accostai, ancora nel mio suv, vidi Eryn, la sorella maggiore di Caty, uscire di casa. Scesi dalla macchina e attraversai la strada di corsa. La ragazza mi vide e allungò il passo, come se volesse evitarmi, ma le miei gambe erano di gran lunga più lunghe delle sue, e non fu difficile raggiungerla.

"Eryn, dov'è Caty? Come sta?"

Non rispose, ma io continuai imperterrito a seguirla, ponendogli sempre le stesse domande.

"Vattene!" Urlò ad un certo punto. "Vattene! Tu non la vuoi, non ti devi interessare di lei!"

"Si che la voglio."

"Vai via!"

"Dimmi dove cazzo è!"

"E se anche te lo dicessi, cosa cambia? Niente. Non puoi riportarmela indietro."

Non parlava, gridava, con la voce straziata e le lacrime agli occhi.
Rimasi bloccato in punto sul marciapiede, mentre lei continuava a camminare in fretta. Digitai il numero del mio migliore amico sullo schermo del cellulare, sperando che almeno lui mi dasse delle spiegazioni.

-"Lucas che gli è successo?"

-"Niente."

Niente? Eryn era distrutta, com'era possibile che non fosse successo niente?!

-"Che gli è successo?" Chiesi nuovamente.

-"Non sono affari che ti riguardano."

Sì che erano affari che mi riguardavano! Anche io ci tenevo a lei, perché nessuno lo capiva?!

-"Ti prego Lucas, almeno tu, non mi voltare le spalle."

-"È in ospedale." Sospirò sconfitto. "Ma io non ti ho detto niente, chiaro?"

-"Chiaro."

Attaccò.
Salii in macina all'istante. Come potevo starmene lì senza fare niente? Volevo sapere come stava e perché si trovava lì; così corsi in ospedale.
Mentre guidavo, mi risuonavano in testa le parole di Eryn "non puoi riportarmela indietro" e impallidivo solo al pensiero di ciò che gli fosse successo. Dopo pochi minuti arrivai all'ospedale.

"Scusi, sa dov'è Caty White?"

"E lei chi sarebbe?" Chiese l'infermiera davanti a me.

Aveva qualche anno più di me, era bionda e con gli occhi azzurri.

"Sono il fratello." Dissi ammiccando.

Cercavo di ammaliarla, non per rimorchiarla, ma per riceve delle informazioni su Caty. Ed il mio piccolo trucco funzionò: ridacchiò e ricambiò l'occhiolino.

"Ora la cerco."

Stetti ad aspettare all'incirca 5/10 minuti prima che trovasse il reparto.

"È nel reparto di terapia intensiva, al secondo piano."

Fece un sorrisetto. Che cazzo aveva da sorridere?! Una delle mie migliori amiche era in coma e questa sorrideva?

"Grazie mille." E scappai.

"Comunque mi chiamo Amy."

Non le risposi. Non mi portava di lei, era troppo facile e troppo oca per i miei gusti.
L'ascensore era occupato, così presi le scale. Corsi il più veloce possibile, salendo due o più gradini alla volta. Quando arrivai al piano di rianimazione buttai la faccia dentro ogni porta, cercandola. La trovai verso la fine del corridoio, camera 320. Non c'era nessuno, né con lei, né fuori dalla stanza e la porta era aperta. Entrai nella camera e mi avvicinai al letto, sedendomi sulla sedia a fianco a lei. Il viso ero pallido, colorato solo da qualche livido e graffio. Era dimagrita, si capiva dagli zigomi, più sporgenti di due settime fa. Sul suo piccolo e ossuto braccio c'era attaccata la flebo.
Era quasi irriconoscibile, ma comunque bellissima. Le accarezzai i capelli: il viso era freddo. I miei occhi verdi diventarono lucidi e il mio cuore quasi spezzò nel vederla così.
Avevo voglia di abbraccia, di tenerla stretta a me e sentire il suo profumo. Mi mancava.
Mi alzai dalla sedia e mi posizionai acconto al suo fragile corpo. Anche se era bianca come il lenzuolo che la copriva, le sue labbra erano rimaste rosee e sembravano così morbide. Mi abbassai, lentamente, fino a raggiungere quelle labbra carnose e le sfiorai con un respiro.
Sobbalzai quando qualcuno aprì la porta di colpo.

"Che cazzo ci fai qui?" Era Eryn.

"N-niente." Balbettai.

"Vattene."

"No." Mi imposi.

"Vattene. È solo colpa tua!"

"Cosa? No!"

"Si invece!" Urlò tra le lacrime. "E ora vai via!"

Me ne andai, a testa bassa, in silenzio e allibito. Adesso se lei era in coma era colpa mia?




Rieccomi, con il primo capitolo.
Spero che come sta andando avanti la storia vi piaccia :-) Se non capite qualcosa non esitate a chiedere tramite un commento o un messaggio e fatemi sapere se vi piace.
Posterò a 5 stelline e 20 visualizzazioni ;-)

xx
_blackdevil

In coma || H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora