Capitolo 11

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Undici giorni.

Sono passati undici lunghissimi giorni da quando mi sono svegliato sul pavimento della cucina con le lacrime secche sulle guance.

Quello è stato il secondo giorno peggiore, non ho fatto altro che piangere e rivivere ogni istante che avevo passato con lui.

La mattina sentivo ancora il suo profumo nelle narici, quindi mi sono fatto tre docce, ma non è servito a molto. Il pomeriggio ho ripulito il giardino e la mia stanza, poi ho guardato 'A 16 anni incinta' su RealTime, e non ho fatto altro che piangere, ripensando ai suoi commenti sul programma.

Il secondo giorno la nonna è venuta a casa e mi ha portato i biscotti, ne ho mangiati solo due. Poi abbiamo chiaccherato un po' e se n'è andata. Da quel momento ho pianto, fino a quando non mi sono addormentato.

Il terzo giorno è stato il peggiore in assoluto, mi sono svegliato alle 6 della mattina e sono stato nel letto a piangere fino alle 11, fino a quando mi sono deciso ad alzarmi.

Tutto diventava sempre più reale.

Sono sceso di sotto e ho afferrato il mio cellulare, rivedendo la foto che ci eravamo scattati, ho pianto, ripensando a quella giornata.

"Mi fai schifo" queste parole mi rimbombavano nella testa e non c'era modo di farle uscire. Ogni volta che passavo sulle scale di casa mia, mi veniva in mente la mia caduta, e ogni volta che entravo in bagno mi veniva in mente la sua voce che cantava sulle note di Stevie Wonder.

Il terzo giorno ho dormito solo un'oretta sul divano, e mi sono svegliato tutto sudato, reduce da un incubo, che comprendeva anche i miei genitori.

Il quarto giorno mi facevo schifo, a furia di ripetere quelle parole me ne sono convinto. Mi stavo sistemando i capelli in bagno, ma nessuna posizione che gli davo sembrava starmi bene, e preso da un attacco di panico ho tirato un pugno allo specchio, che non è neanche andato il frantumi, al diavolo lo specchio.

Mi sono rannicchiato accanto alla vasca da bagno e ho pianto fino a sera, poi sono andato nel letto dei miei genitori e ho dormito bene fino alle 8 della mattina del quinto giorno.

Il quinto giorno ho deciso di ricominciare, mi sono sistemato i capelli e ho anche ringraziato il cielo-di nuovo- che lo specchio non si sia rotto.

Mi sono vestito e sono andato al supermercato a comprare delle Barbie per le gemelle.

Poi sono andato a trovarle dai nonni e sembravano anche felici di vedermi, ma la prima cosa che mi hanno detto è stata: "Sei triste Lou?" gli avevo risposto che andava tutto bene.

Lottie era sempre più preoccupata per me, quindi le avevo promesso che sarebbe potuta venire a trovarmi. Mi aveva risposto che quella era anche casa sua. Avevo detto che lo sapevo. Poi avevo sperato che sarebbe arrivata il più tardi possibile.

Per cena avevo mangiato della pasta cucinata dal nonno, poi avevamo fatto tutti insieme una partita con le carte e quando me ne sono andato sono scoppiato a piangere in macchina come un bambino.

Appena arrivato a casa sono andato a letto e per fortuna mi sono addormentato quasi subito.

Il sesto giorno era arrivata la lettera dei funerali, quindi avevo telefonato a Lottie e le avevo comunicato quanto scritto sulla lettera.

Poi avevo pianto, ma non per Harry, per la mamma e per Austin.

Il sesto giorno avevo anche finito i biscotti che la nonna mi aveva portato qualche giorno prima, avevo guardato X-Factor, cercando di non immaginare me ed Harry su quel palco, ma potete già intuire com'è andata a finire.

Hold My Hands ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora