Un sorriso scarlatto.

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Mi svegliai con calma, era domenica e perciò non avevo scuola. Che bello non doversi svegliare come sempre rigorosamente in ritardo e prepararmi di fretta per poi quasi perdere il bus, insomma la solita routine.
Che dire, da quando non sto più con Marco non ho una vita sociale molto attiva. Non tanto per il fatto che non ho amici o conoscenze, più perché non ho alcuna voglia di interagire in nessun modo con il mondo.
Una volta che mi alzai dal letto mi diressi al frigo, presi del latte e me lo versai in una tazza ascoltando il rumore che faceva quando si scontrava con la ceramica bianca. Controllai il cellulare: "78 messaggi in 5 conversazioni." Pensai subito che mi avessero aggiunto in qualche gruppo idiota, allora sbuffando entrai su whatsapp per controllare i messaggi. 71 messaggi da Franci... Sgranai gli occhi e feci una smorfia, un sorrisino appena lessi cosa mi scrisse, fra tutti i "oi ci sei?", "cagagmi" e "djkdjdjsj" (parole inventate a caso) trovai anche un messaggio dove mi invitava ad andare ad una festa che si sarebbe tenuta domani sera. Naturalmente tanto per cambiare non ne avevo assolutamente voglia, ma come sempre dopo una dura lotta riuscì a convincermi.
*qualche ora prima della festa.*
"Naaaahhhhh ho caldo, è strettissimo, troppo scollato e vogliamo parlare di quanto cazzo è corto?! Lo sapevo che non dovevo farmi convincere.." urlai mentre Francesca cercava di farmi capire che quel vestito mi stava alla perfezione, che sembrava fatto per me. Era un vestito provocante e attillato, con uno scollo a cuore, risaltava le mie forme, che spesso cercavo di nascondere. Era anche abbastanza corto, ma non troppo da essere considerato esagerato. Ed infine quel dettaglio che addolciva un po' il vestito erano le maniche lunghe in pizzo nero che davano un effetto molto 'vedo non vedo'. Ai piedi invece indossavo un paio di tacchi rossi, mi pare li avesse chiamati Platform. Comunque dopo che mi truccò e mi piastrò i capelli sembravo un'altra persona, fra un po' non mi riconoscevo nemmeno io. Lì capii che avevo bisogno di staccare da tutto, di divertirmi, di ritrovare me stessa.
*un quarto d'ora dopo, alla festa.*
Stavamo camminando verso l'entrata della casa dove si sarebbe tenuta la festa, riuscivo a sentire la musica fino in fondo alla strada. Mentre camminavamo però mi è sorto un dubbio.
"ma di chi hai detto che è la festa?.." dissi con un'espressione perplessa.
"ehm in verità non l'ho detto." rispose lei ridacchiando mentre si aggiustava lo scollo del vestito che sbrilluccicava a ogni suo movimento.
"no aspetta.. Marco?!"
"ahahaha ma no scema, Diego!"
"cooosaaa?? Maraia.." esitai un attimo prima di pronunciare il suo nome "Diego..?"
"esattamente, mi ha invitato lui in persona e mi ha raccomandato di dirtelo anche a te!" concluse lei, una volta che varcammo la porta d'ingresso.
Ma ma ma io pensavo che non gli importante nulla di me, proprio zero. Probabilmente mi avrà invitata solo per fare numero, niente di speciale.
Franci si scolò tutto d'un fiato un bicchierino di vodka, fregandosene altamente del consiglio dei suoi genitori di non bere troppo. Dopodiché si diresse dove tutti ballavano e si buttò nella mischia. Ero andata la con l'intenzione di svagarmi sì, è solo che boh tutto d'un tratto mi sono ricordata delle serate passate con Marco e mi era salita la malinconia.
Quel posto non mi apparteneva, ero un po' a disagio, non ero tipa da ballare e strusciarmi sul primo che capitava.
Ad un certo punto sentii una presa che mi cinse il braccio e mi salvò da quei pensieri, portandomi lontano da tutti gli altri. Io lo vedevo solo di spalle mentre mi trascinava fuori. Nonostante fosse girato lo avevo riconosciuto, Diego.
"Ehi piano! Mi fai male!" Dissi, mentre cercavo di capire come maih mi stesse trascinando su per le scale. Pensavo che mi avesse ignorata per tutto il tempo dall'inizio della scuola perché non gli interessassi, allora perché si comportava così ?
Dopo qualche altro scalino arrivammo sul tetto. Lui si girò di scatto dopo qualche attimo di esitazione, mi guardò, sembrava una scena di un film.
Conoscendomi se fosse stato Marco a guardarmi così, fisso negli occhi, sarei scoppiata a ridere, ma ora era diverso. Io ero spaesata, non riuscivo a far altro che perdermi nel suo sguardo. Non diceva niente, ma io riuscivo a capire quel suo
sguardo che mi toccava nel profondo. Mi sottraeva il fiato ogni volta. Guardava continuamente le mie labbra scarlatte che alla luce della luna risplendevano opache. Lui si mordeva il labbro, cosa che avrei fatto volentieri al posto suo.
Smise di tenermi per mano. Le sue mani finirono sul mio volto, stavo scoppiando,avevo il fiatone. Chiusi gli occhi e quando sentii il suo respiro mescolarsi con il mio, gli misi una mano sul petto, il suo cuore batteva forte. E batteva forte per me. Lui scese le mani dal viso ai fianchi e le nostre labbra si unirono impazienti. Era una sensazione bellissima ma allo stesso tempo strana, sentii un rumore, come se stesse lampeggiando qualcosa. Ci accorgemmo così che la chiave che tenevo sempre al collo (ossia quella che avevo trovato nel bosco) si stava illuminando.

Questione di Sguardi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora