Sul mondo dei videogiochi ne girano parecchie, la maggior parte negative.
Ma sicuramente quella più interessante riguardaPolybius
Un videogioco che è tutto un mistero: lo si è visto (e giocato) esclusivamente per un periodo limitato di tempo, in poche sale giochi di un'area circoscritta degli USA agli inizi degli anni '80: la sua storia si tramanda "da nerd a nerd" da allora, diffondendosi come un virus su centinaia di pagine web.
In quale contesto è comparso questo fantomatico Polybius?
Nel lontano 1981 i primi microcomputer cominciavano a uscire dai laboratori per entrare nelle case di molte famiglie. Gli ormai mitici ZX Spectrum e Commodore 64, versioni avanzate dei più limitati ZX81 e VIC20, sono nei ricordi di molti adolescenti degli anni '80 e la stragrande maggioranza dei programmi sviluppati per quelle piattaforme erano costituiti da videogiochi che invadevano un mercato ancora vergine, ora occupato delle moderne console.
In quel periodo imperversavano anche le sale giochi: proponevano in voluminosi cabinati quegli stessi microprocessori che di lì a poco molti avrebbero potuto ospitare, in versione meno appariscente, sulla propria scrivania.
L'interfaccia utente di quelle macchine da gioco era costituita da uno schermo in bassa risoluzione e un numero limitato di colori, da una leva e un paio di pulsanti, oltre ai classici tasti per la selezione di una partita per uno o due giocatori. Inoltre, in bella vista, compariva la fessura per inserire i gettoni.
I videogiochi erano considerati con sospetto dai benpensanti. Erano accusati di provocare danni alla salute, attacchi di epilessia, dipendenza psicologica, alienazione dal mondo reale.
Questo avviene tuttora, oltre trent'anni dopo (2014), anche se oculate campagne di marketing dei produttori di console tendono a presentare il videogioco come un prodotto per tutti, capace anche di unire le famiglie.
In questa cornice si colloca la leggenda urbana di Polybius.
Per quanto riguarda il nome, lo storico greco del secondo secolo avanti Cristo, Polibio, sembra che non c'entri nulla. La vera ispirazione potrebbe provenire da "Poly-bios", una combinazione di parole che significherebbe "multi-vita" secondo una traduzione letterale.
Si racconta che questo cabinato comparve nel 1981 in un sobborgo di Portland, la città più importante dell'Oregon. La tiratura fu davvero limitata: si ha notizia soltanto di un esemplare, forse due.
Si dice che, appena fu installato, cominciò ad attirare lunghe file di giocatori, alcuni dei quali divennero davvero incalliti, catturati in modo irresistibile dalle caratteristiche ipnotiche del gioco.
Purtroppo i giovani che si cimentavano in Polybius sperimentavano successivamente fenomeni di amnesia, dimenticando il loro nome e dove abitavano, e soffrivano di inquietanti incubi notturni. Si narra di alcuni soggetti che, a causa di quegli orribili sogni, si svegliavano in piena notte urlando.
Si ritenne plausibile che il gioco fosse stato sviluppato da qualche fantomatico gruppo di ricerca governativo, naturalmente segreto, che aveva utilizzato particolari tecniche per analizzare e modificare il comportamento umano.
Queste voci vennero alimentate da un presunto gestore di una sala giochi in cui era stata ospitata una delle due macchine su cui era eseguito Polybius. Il gestore testimoniò di aver visto misteriosi uomini vestiti in nero (sullo stile dei "men in black", appunto) recuperare non ben precisate registrazioni dalle macchine.
Si trattava forse di dati su come i giocatori interagivano con il programma?
Secondo le descrizioni, il gioco era decisamente insolito: uno sparatutto statico in grafica vettoriale, ma dai contenuti astratti e con alcuni enigmi da risolvere.
Si dice che uno dei giocatori più incalliti, all'epoca un ragazzo, sia diventato uno dei più feroci oppositori all'uso dei videogiochi. Dalla sua testimonianza sappiamo che i due cabinati di Polybius sono scomparsi dopo poco più di un mese dalla loro prima apparizione e nessuno ne ha più sentito parlare.
Vista la limitata diffusione, non sorprende che non siano mai state trovate le sue ROM o i sorgenti del programma. L'unica documentazione rimasta riguarda uno screenshot della schermata iniziale e una foto in bianco e nero del cabinato, entrambe di dubbia autenticità.
Dallo screenshot si deduce che lo sviluppatore del gioco fu una fantomatica società "Sinneslöschen" che secondo traduzioni non propriamente letterali dal tedesco suona come "cancellazione dei sensi" o "privazione sensoriale".
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CREEPYPASTA - Leggende metropolitane
HorrorUna leggenda metropolitana, anche detta leggenda urbana, è una storia insolita e inverosimile, normalmente a trasmissione orale e che, a un certo punto della sua diffusione, riceve larga eco dai media. Fenomeno culturale assai diffuso, si chiama "me...