C'era una persona a cui non avevo mai detto addio, la stessa persona che era sempre stata al mio fianco, tutto ciò che era il mio vecchio mondo.
Hide.
Non potevo presentarmi davanti a lui, non con questi vestiti, non con questi capelli, non con questo sapore del sangue ancora in bocca. Allora perché? Perché ero fermo sotto la pioggia davanti al palazzo dove viveva? Cosa speravo di ottenere restando in piedi qui? Hide di certo non stava aspettando di rivedermi davanti casa sua, e comunque non avrebbe potuto riconoscermi.
Allora perché? Cos'era questa sensazione che mi impediva di andarmene mentre speravo che la finestra del suo appartamento si aprisse per poterlo rivedere?
Il portone si aprì lentamente. Doveva essere la proprietaria che si era spaventata di vedermi fermo sotto la pioggia per... quanto tempo era passato da quando ero arrivato?
«Che fai, voi provare a vedere se sei in grado di diventare una spugna che assorbe acqua o entri, Kaneki?»
Tirai su la testa di scatto per trovarmi di fronte non ad un'anziana signora a cui avevo pensato, ma a Hide che mi guardava rivolgendomi uno dei suoi soliti sorrisi.
«H-Hid...» la voce mi si ruppe per un singhiozzo e le guance si bagnarono anche di lacrime.
Perché stavo piangendo?
Due braccia mi circondarono e sentii il calore proveniente da Hide per tutta la schiena, mentre l'aria intorno a me si riempiva del suo odore.
«Entriamo dentro casa, ok?»
Non riuscivo a parlare, la mia testa era completamente vuota, mi lasciai portare da Hide mentre cercavo di riordinare i pensieri.
Hide era qui. Mi aveva riconosciuto. Come? I capelli erano bianchi, il corpo muscoloso.
«Hi...»
«Eccoci qui, casa dolce casa! Perché non vai a farti una doccia? Io preparo un po' di caffè intanto»
«Hide»
«Ah, ma non farti illusioni, sono una schiappa. Il tuo era molto meglio e...»
«Hide! Basta» lo afferrai per le spalle e incatenai i miei occhi ai suoi, ma lui continuò a sorridere e mi prese tra le dita una ciocca di capelli.
«Dovresti proprio asciugarteli, sai?»
Detto questo Hide mi fece togliere le mani dalle sue spalle e corse scomparendo dietro una porta in fondo al corridoio per poi tornare con un asciugamano stretto in mano. Mi prese per il polso e mi fece sedere per terra, affianco al divano, dicendomi che era più comodo per lui così, mentre si metteva in ginocchio di fronte me, ricominciando a parlare a ruota libera mentre mi frizionava i capelli.
Nel frattempo io tenevo la testa bassa, cercando di capire qualcosa di ciò che stava succedendo.
Ha capito davvero cosa sono?
Sono cambiato.
Sono un mostro.
Non sono più umano.
Perché non scappa?
Dovrebbe scappare.
Io, io... no io* non posso permettere che gli si faccia del male.
«- sul serio mi hai fatto proprio preoccupare, non ti ho visto per quasi sette mesi, possibile che avessi di meglio da fare che prestare attenzione al tuo migliore amico? Insomma, non ti avevo detto che i conigli possono morire di solitudine?»
Alzai lo sguardo a quest'ultima affermazione e le sue mani si bloccarono. Osservai il suo volto, i capelli si erano allungati un bel po' mentre i suoi lineamenti si erano fatti più marcati.
«Sul serio, - parlò di nuovo – avevi intenzione di farmi morire o cosa?»
Ancora una volta quel sorriso dolce che mi aveva rivolto dal primo giorno che ci eravamo conosciuti era accompagnato da un'espressione triste e sofferente che mi impediva di distogliere lo sguardo.
Come avrei mai potuto volere la tua morte?
Sei il mio mondo, lo sei sempre stato.
«Non ti avevo già detto che non sei un coniglio?» risposi quasi sussurrando, cercando di spezzare meno possibile il silenzio creatosi da poco.
Era come stare nell'occhio del ciclone. Non c'erano colombe, nessun dottore pronto ad usarti come cavia da laboratorio per i suoi esperimenti, nessun gruppo di ghoul, nessuna circoscrizione.
C'eravamo solo io e Hide.
«E non ti hanno già detto che non si risponde ad una domanda con un altra domanda?» rispose a tono, senza smettermi di guardarmi con quegli occhi, il suo sguardo era così penetrante che pensai che sarebbe riuscito a vedermi dentro.
Non avvicinarti, ciò che ho dentro potrebbe divorarti.
«Hide, io-»
Non riuscii a dire altro che le sue labbra furono sulle mie.
All'inizio non capii, non aveva senso, per quale motivo lo stava facendo? E soprattutto perché non lo stavo allontanando?
Inconsciamente chiusi gli occhi, le labbra di Hide sulle mie, c'era qualcosa di sbagliato, lo sapevo, ma non volevo assolutamente far sparire quella sensazione.
Le mani di Hide ancora sulla mia testa mi spinsero più vicino a lui facendomi aprire leggermente le labbra e lasciando a Hide la possibilità di approfondire il bacio. Non mi importava più di sbagliare, perché Hide era giusto. Noi lo eravamo. Se solo mi fossi reso conto prima di ciò che avrei potuto avere con lui, forse non sarei ma uscito con Rize, non mi avrebbero trapiantato i suoi organi, non avrei subito tutte quelle torture da Jason, non avrei mai dovuto mangiare nessuno e ora non starei trovando invitante il sapore del mio migliore amico.
Sbarrai gli occhi a quest'ultimo pensiero e spinsi via Hide facendolo cadere all'indietro mentre mi alzavo.
«Kaneki...»
«No, Hide. Io... Io devo andare ora»
«Kaneki, no. Guardami per favore» insistette Hide afferrandomi la spalla cercando di farmi voltare.
Mi agitai dicendo di lasciarmi diverse volte, ma lui non demorse e mi abbracciò stretto appoggiando le labbra sul mio collo. Sbarrai gli occhi a quel gesto mentre milioni di scariche elettriche si diffondevano in tutto il corpo. Senza più riflettere finii per voltarmi nel tentativo di liberarmi dalla sua stretta, per ricordarmi solo dopo del kakugan attivato. Cercai subito di nasconderlo con la mano, quando Hide mi afferrò dolcemente il polso, convincendomi a spostare la mano.
«È bellissimo» si lasciò sfuggire in un sussurro mentre accarezzava col pollice lo zigomo sotto l'occhio sinistro.
Ero paralizzato dalla paura, paura che potessi fargli del male, di perderlo, tremavo tra le sue braccia.
«Hide, lasciami andare... Io... Potrei divorarti...» balbettai cercando di spingerlo via nuovamente.
«Fallo, non mi importa» aveva un espressione dannatamente seria mentre lo diceva.
«Io... Non voglio farti del male» continuai mentre una lacrima mi rigò la guancia destra.
«Allora non me ne farai» l'altra sua mano andò ad asciugarmela.
«Come puoi non avere paura? Sono un mostro»
«No, sei sempre lo stesso Kaneki che ho conosciuto da bambino, quello che non riusciva a fare amicizia con nessuno e che stava tutto il tempo a leggere libri strani» adesso la voce di Hide era ferma.
«Non hai ancora capito? Sono sempre stato io, ti ho seguito dappertutto, chi credi abbia avvisato anonimamente il CCG di dove si trovava Jason? Sono stato io. Ho cercato in tutti i modi di restare sulle tue tracce, mi sono unito in incognito al CCG per ottenere più informazioni possibili! Kaneki, io l'ho sempre saputo, ok? Dallo scontro con Nishio, mi hai salvato quella volta, e quando hai provato ad attaccarmi è stato solo per la fame. Non scappare più, capito? Io non mi arrenderò mai, mai capito? Sono innamorato di te da così tanto che ormai non mi ricordo più nemmeno quando è iniziato, non ti lascerò mai andare via da me»
Blackout totale.
Le parole di Hide rimbalzavano da una parte all'altra della mia testa senza che riuscissi davvero ad assimilarle.
Sono innamorato di te.
Non riuscivo a pensare a nulla, i pensieri erano tutti confusi, l'unico ben vivido era quello della confessione di Hide.
Perché ora? Perché qui?
«Kaneki, guardami» sussurrò mettendomi due dita sotto il mento per farmi incontrare per l'ennesima volta i suoi occhi. Non mi ero mai resa conto di quanto fossero belli, color caffè, come quello che bevevamo insieme tutte le volte che andavamo in caffetteria insieme.
Hide avvicinò pian piano il suo volto al mio, tenendo sempre i suoi occhi incollati ai miei, voleva farmi capire cosa stava per fare, e mi stava dando tempo. Sarei potuto scappare in ogni momento, ma non potevo, non più. Ero attratto come una calamita al corpo di Hide, nonostante fossi confuso, nonostante tutte le incertezze e le sue confessioni, non potevo più scappare, non con lui, non da lui.
Le labbra di Hide sfiorarono le mie e chiusi gli occhi lasciando che tutte le insicurezze nella mia testa si dissolvessero. Sentii le braccia di Hide cingermi forte in vita facendo aderire il mio corpo al suo, mentre la sua lingua mi sfiorava il labbro inferiore per farmi aprire la bocca e approfondire quel contatto, cosa che feci subito.
Iniziammo a camminare all'indietro, i nostri corpi si muovevano da soli, avevamo entrambi spento la ragione lasciandoci trasportare dai nostri sentimenti. Finimmo nella camera da letto di Hide, continuando a baciarci, interrompendoci solo per allungarci sui letto.
Stavamo correndo troppo? Chi lo sa, forse, ma non sentivo paura, ogni qualvolta le mani del ragazzo sopra di me mi sfioravano sentivo solo brividi piacevoli, come scariche elettriche per tutto il corpo. Forse in futuro non avremmo avuto più una simile occasione, non potevo, anzi, non volevo sprecare anche questa. Le mie mani andarono ad afferrare i lembi della sua maglietta, iniziando a sollevarli, quando le mani di Hide mi bloccarono.
«Sei... Sei davvero sicuro?»
Mi guardò cercando paura nel mio sguardo, una mia piccola incertezza per capire che doveva fermarsi. Io invece sorrisi e allungai il collo arrivando a sfiorare le sue labbra per fargli capire che andava bene, che ero pronto. Appena si rilassò portai nuovamente le mani ai lembi della maglia riuscendo finalmente a togliergliela, intanto che le labbra di Hide stavano lasciando baci sul mio collo e le sue mani avevano aperto la zip della felpa incitandomi ad alzare la schiena per potermela sfilare. Una volta che anche questa finì a terra insieme alla maglia di Hide quest'ultimo si sollevò per osservarmi mettendomi in imbarazzo.
«Si può sapere perché mi stai fissando?»
«Non credo che questa cosa si possa togliere senza strapparla irrimediabilmente» spiegò serio mentre con la punta delle dita sfiorava la stoffa della tuta che usavo quando combattevo.
Se credevo di essere in imbarazzo prima, ora avrei voluto nascondermi sottoterra, sentivo le guance caldissime e ora reggere lo sguardo di Hide era assolutamente impossibile.
Passarono alcuni secondi di silenzio tra noi, fin quando non gemetti a causa di un morso di Hide sul mio petto attraverso la stoffa. Mi tappai subito la bocca per evitare di ripetere simili suoni mentre lui continuava a lasciare morsi e baci sul collo, sulle clavicole, sul petto, scendendo sempre più in basso, fino a che non sentii le sue dita a contatto con la pelle dei fianchi.
«S-Si può sapere che stai f-facendo Hide?»
Lui alzò la testa guardandomi con un'espressione quasi famelica.
«C'è davvero bisogno che te lo spieghi?»
Deglutii a vuoto, i suoi occhi erano quasi liquidi ma allo stesso tempo sentivo come se mi stessero bruciando la pelle.
«Non sei obbligato a farlo» sussurrai tremando.
«Kaneki, forse non hai capito, io voglio farlo, voglio donarti tutto l'amore possibile»
Un bacio sul ventre.
«Non c'è bisogno che me lo dimostri in questo modo» insistetti cercando di mantenere la voce ferma.
Hide sospirò e torno verso il mio viso, lasciandomi un bacio sulle labbra sussurrandomi di stare zitto prima di ricominciare il percorso fatto poco prima.
Provai a afferrargli le spalle ma lui mi bloccò i polsi con una mano abbassandomi con l'altra i pantaloni.
Inarcai la schiena e tirai la testa all'indietro quando sentii un'ondata di calore partire dal basso ventre, diffondendosi per tutto il corpo, mi morsi il labbro inferiore fino a sentire il sapore ferroso del mio sangue in gola per cercare di trattenere i gemiti e gli spasmi che mi stava provocando quello che ormai non potevo definire più solo il mio migliore amico, e boccheggiai quando sentii quella piacevole sensazione sparire all'improvviso. Hide mi lasciò andare i polsi e mi fece alzare il bacino per potermi togliere del tutto i pantaloni e riportò il suo viso all'altezza del mio quando gli poggiai le mani sulle spalle, sorridendomi subito come per tranquillizzarmi ancora, mentre allungava una mano oltre la testiera del letto cercando di afferrare qualcosa. Quando ci riuscì e la ebbe poggiata sul letto piegai la testa per capire di cosa si trattasse e arrossii vedendo un tubetto e un quadratino di plastica. Hide interpretò il mio gesto come paura e si fermò un secondo per chiedermi ancora se volevo che si fermasse, ma io scossi la testa e raccogliendo tutto il coraggio di cui ero capace portai le mani alla sua vita e gli tolsi l'ultimo indumento che ci separava. Venni attratto nell'ennesimo bacio da Hide, mentre i nostri corpi iniziarono a muoversi spinti dal desiderio di a appartenersi completamente l'un l'altro. In quel momento eravamo tornati a esistere solo io e lui, eravamo tornati nel nostro mondo e all'infuori di noi non esisteva più niente. Il dolore iniziale scomparse subito e restarono solo il piacere e il nostro amore, perché sì, il nostro era amore, e avrei voluto accorgermene prima, così da poter rimanere al suo fianco. Allacciai le gambe alla vita di Hide e lo abbracciai baciandolo mentre una lacrima sfuggì dal mio occhio destro senza che Hide se ne accorgesse.
Hide si svegliò a pomeriggio inoltrato da solo tra le lenzuola sfatte, alzandosi di scatto cercando con gli occhi il compagno, trovando al suo posto solo un pezzo di carta.
"Hide, mi dispiace ma dopotutto c'è ancora una cosa che devo fare, non posso lasciare che persone a me care muoiano, per questo sono dovuto diventare più forte. E tu sei una di queste, per cui per favore non fare stupidaggini e resta al sicuro, tornerò entro l'alba, te lo prometto, quindi aspettami.
Kaneki."
Hide rilesse più volte il messaggio per poi iniziare a ridere gettando la lettera sul letto e alzandosi, prendendo la divisa da combattimento che il CCG gli aveva fornito.
«Te l'ho già detto Kaneki, non smetterò mai di seguirti, quindi smettila di chiedermi di aspettare»
Angolo deliri e spiegazioni
*si fa scudo col portatile*
Chiedo umilmente perdono per questa... cosa. Amo davvero troppo gli HideKane e non vedo l'ora che si rincontrino in Tokyo Ghoul:re e dovevo scrivere assolutamente qualcosa su di loro. In realtà questo dovrebbe avere un sequel ma lo scriverò in seguito, mooooolto in seguito, quindi per ora non aspettatevi il sequel.
*appare Uta dal nulla*
U: Che stai facendo?
I:U-chan! Sto scrivendo ovviamente.
U: Non sapevo che Kaneki avesse questo genere di interessi...
*fissano Sasaki*
S: *si gira* PERCHÉ FISSATE ME?
I e U insieme: Nulla.
*Roma appare dietro Sasaki*
R: Eheheh, io lo so perché ti stavano fissando, infondo tu sei il nostro caro-
*arrivo giusto in tempo ad imbavagliare Roma prima che finisca la frase*
I: ROOOOMAAAA *sguardo assassino*
R: Ih!
*la getto addosso a Uta ordinandogli di portarla via mentre lei si agita legata come un salame*
I: Ok, bene, cosa mi sono scordata di fare? Vediamo... Ho finito la os, ho delirato un po', ho imbavagliato Roma... Uffa, mi sfugge qualcosa...
S: Non dovevi spiegare una cosa della os?
I: Ah, giusto! Grazie Maman *si schiarisce la voce*
*io, io... no io praticamente mi è venuto in mente dal manga.
Quando Kaneki era diventato Centipede aveva detto più volte io, che in italiano non ha senso ma convertito in giapponese ha un significato abbastanza profondo: praticamente Rize dice sempre watashi, Jason ore e Kaneki boku. Questo per indicare che ormai la testa di Kaneki è completamente incasinata.
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Wherever there is you, I will be here too
FanfictionTirai su la testa di scatto per trovarmi di fronte non ad un'anziana signora a cui avevo pensato, ma a Hide che mi guardava rivolgendomi uno dei suoi soliti sorrisi. «H-Hid...» la voce mi si ruppe per un singhiozzo e le guance si bagnarono anche di...