Capitolo 1

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Chiusi il negozio dietro di me, la signora Vlace mi aveva avvertita più volte di sigillare la porta, in modo che nessuno potesse entrare, dopo un'ultima occhiata misi le chiavi in tasca e mi incamminai lungo le strade di Londra, alle 10 di sera, per via del turno serale.
La proprietaria del negozio in cui lavoro, ovvero Mrs. Vlace è una donna molto raggiante ma a volte con un comportamento parecchio strano.

Faceva molto freddo quel giorno e mi incolpai mentalmente per non aver portato un cappotto e nel momento in cui pensai che la giornata non potesse andare peggio delle goccioline d'acqua iniziarono a cadere sul mio viso.

Iniziai a correre lungo la strada, non avendo nulla con cui coprirmi, improvvisamente serrai gli occhi e caddi a terra appena una luce comparve nel vuoto e quasi mi accecò.
Aprii lentamente le palpebre e vidi davanti a me una grossa macchina nera, da qui scese un ragazzo

Era alto e aveva dei lunghi capelli ricci.
Non riuscii a capire la sua espressione, era preoccupato e divertito?

Venne vicino a me e si abbassó alla mia altezza, sussurando .

"Sai le persone normali camminano sul marciapiede e non in mezzo alla strada".

Rabbrividii a causa della sua voce roca e mi alzai velocemente quando mi accorsii di essere ancora seduta a terra, ero praticamente fradicia per colpa della pozzanghera nel quale ero caduta.

"Stava piovendo e non mi sono accorta della tua auto" dissi velocemente cercando una scusa plausibile.
"Se vuoi ti posso dare un passaggio" Mi sorrise.

"Oh non c'è bisogno posso camminare" dissi.

"Vuoi camminare fino a casa tua con questa pioggia?" Mi domandò scettico.

"Sul serio non ti preoccupare" indietreggiai di qualche passo quando lui ne fece alcune in avanti.

"Che c'è? Non ti stupro" mi guardò divertito.

"No, è che s-ok va bene" mi arresi.

"Mi chiamo Beth, tu?" Chiesi mentre aprii la portiera del grande veicolo cercando di iniziare una conversazione.

"Harry" rispose mentre accese il motore dell'auto.

Durante tutto il tragitto rimasi in silenzio, parlai solo per indicare il percorso per arrivare a casa.

Quando arrivammo, slacciai la cintura e mi girai per ringraziarlo, ma nel farlo trovai il suo viso vicino al mio,troppo vicino, notai subito una cosa che prima non ci avevo fatto molto caso, il colore degli occhi.

Erano di un verde chiaro ma allo stesso tempo scuro, erano qualcosa di meraviglioso, ma c'era qualcosa di strano,una strana sensazione, come se fosse tormentato da qualcosa.

"La prossima volta,porta un ombrello, non incontrerai sempre qualcuno disposto a portarti a casa"sussurrò vicino al mio orecchio.

Avvicinò la sua bocca al mio viso e quando sentì delle labbra screpolate appoggiarsi delicatamente sulla mia guancia, sussultai leggermente.

"Ciao" biascicó dopo qualche secondo, mi girai subito verso la finestra, cercando di nascondere il rossore che si era creato sulle mie guance, appoggiai la mano sulla portiera sperando di aprirla, ma era bloccata.

"Non mi saluti neanche?" Mi prese dai fianchi e mi fece sedere sulle sue gambe, cercai di oppormi ma la sua forza era doppia della mia

"I-io" continuai a balbettare a causa dell'eccessiva vicinanza.

"Non ci conosciamo neanche e poi potresti essere un maniaco sessuale"

"Dai solo un piccolo bacio sulla guancia e poi se fossi stato veramente un maniaco ti avrei già stuprata e non ti avrei portato a casa tua." disse ovvio mettendo poi le mani sulla mia schiena.

Sospirai per poi eliminare la distanza tra di noi con un semplice e fugace bacio sulla guancia che mi causò però mille farfalle nello stomaco.

Cosa stava succedendo?
È uno sconosciuto santo cielo

"Devo andare ora" sussurrai.

Lui sbloccó la macchina e scesi velocemente correndo verso il portone di casa.

Appena fui dentro mi appoggiai contro la porta tentando di tranquillizzare il mio respiro e il cuore, che ora come ora batteva a mille.

Ad interrompere i miei pensieri fu mia mamma, Susy.
"Tesoro sei tutta bagnata, vai a cambiarti prima che ti ammali" mi venne vicino guardando le mie condizioni, preoccupata.

"Tranquilla mamma è solo acqua" la rassicurai e corsi nella mia stanza, presi il mio pigiama e mi cambiai.

Quando ebbi finito scesi in cucina per aiutare mia madre ad apparecchiare.
Presi i bicchieri e li misi sul tavolo
"Beth chi è il ragazzo che ti ha accompagnato?" Domandò facendo finta di essere occupata a sistemare i piatti.

"U-un ragazzo che ho conosciuto prima al negozio" mentii, avevo paura che se avesse scoperto la verità, mi avrebbe subito bombardata di domande.

Non potevo dirle che mi avevano quasi investita, era una persona che si preoccupava anche delle cose più assurde.

"Papà non è ancora tornato?" Chiesi, cambiando discorso.

"No penso tornerà tra un'ora"
Disse malinconica, mio padre era sempre impegnato perciò aveva poco tempo per sé e per la famiglia.

Ci sedemmo a tavola e iniziammo a parlare su vari argomenti.

"Beth domani ho il turno serale quindi cerca di stare attenta" mi raccomandó.

Risposi semplicemente con un debole Sì.

"Riguardo al ragazzo che era in macchina con te, parlami un po' di lui".

L'acqua che stavo bevendo mi andò di traverso e iniziai a tossire.

"Tutto bene?"

"Mamma credo che andrò a dormire, sono molto stanca e credo che non mangerò, notte" le diedi un bacio e scappai via.

Cosa le potevo dire?

Non sapevo niente di lui

Niente...

*

Spazio autrice

Spero che vi sia piaciuto il capitolo ,è la prima storia che scrivo e tengo davvero tanto al vostro parere
Se ci è piaciuto lasciate like e magari qualche commento.

Alla prossima xx
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