Parte 2

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Telepatia

(Perché a Harry non servono parole per comunicare con Louis)

Vorrei dedicare il capitolo a Horanswifexx. Ti voglio bene, tesoro.

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«Perché qualcuno come Theo dovrebbe voler essere gay?» chiese Liam, onestamente confuso. Si trovava a casa di Harry e Louis, dove solitamente passavano i Venerdì sera, ad ubriacarsi e fare cose stupide. «Voglio dire, potrebbe avere qualsiasi ragazza.»

Louis lo sapeva bene, quando non volevi affrontare un discorso, chiunque attorno a te sembrava interessato all'argomento. La situazione di Harry non faceva eccezioni. Tutto ad un tratto, sembrava che le persone volessero solo parlare di coming out.

Era in cucina a preparare il the per il suo tesoro, quando uscì di nuovo l'argomento. Si avvicinò silenziosamente alla porta, cercando di passare inosservato.

Lanciò un'occhiata attenta ad Harry, che seduto sul divano si stava fissando le dita, giocherellando con uno dei suoi tanti anelli, apparentemente non curandosi di chi lo circondava.

«Non sono un omofobo,» continuò Liam, dopo aver bevuto un sorso di birra. «Non lo sono per niente. Dopotutto sono amico di Lou e lui è molto gay...ma con Theo è uno spreco.»

Zayn, che era appoggiato sul davanzale a fumare, buttò la cicca e si avvicinò ai suoi amici, sedendosi a terra.

«Non capirò mai come si faccia a desiderare un pene infilato su per il culo,» disse il moro e Liam annuì.

Louis non si espresse. Riusciva a percepire il disagio che stava provando Harry.

Sapeva che i suoi amici non lo stavano facendo di proposito. Lui era abituato alle loro battute ed opinioni. Parlando onestamente, era un tipo abbastanza sicuro di sé e non gliene fregava un cazzo dei commenti della gente ignorante.

Liam e Zayn non stavano cercando di infastidire Harry, ma l'effetto che le loro parole stavano avendo su di lui aveva dimensioni esponenziali.

«Haz,» borbottò Louis, provando ad attirare la sua attenzione, senza però riuscire a far alzare lo sguardo al riccio.

Ovviamente Louis non avrebbe dovuto sapere niente, visto che Harry non ne aveva ancora parlato con nessuno e doveva continuare a fingere di credere all'immagine dell'Harry-etero che lui si ostinava a mostrare al mondo. Ma Louis non era chiunque, lui era il suo migliore amico e lo conosceva meglio di qualsiasi altra persona.

«Credo che qualsiasi cosa gli piaccia, non siano affari nostri,» disse Niall e Louis provò l'immenso desiderio di baciarlo. Grazie a dio, qualcuno con un minimo di buon senso.

«Sì, lo so, ma continuo a non capire,» aggiunse Zayn, prendendo un' altra sigaretta. Harry, che di solito era quello che si lamentava quando qualcuno fumava in casa, non disse una parola, non facendo altro che dimostrare quanto male gli avessero fatto quelle parole.

«Non capirò mai i froci.»

Louis giurava di poter sentire le grida di aiuto da parte di Harry. Pregare con la sua roca e mascolina voce, che qualcuno li facesse smettere di prendersi gioco di ciò che era e gli piaceva. Non stava usando le parole, ma Louis riusciva ugualmente a sentirlo.

Stava silenziosamente implorando che qualcuno fermasse i suoi amici, che interrompesse quella tortura.

«Hey?» si intromise Louis, facendo voltare tutti verso di lui. Anche il riccio. «Harry, tesoro, andiamo a prendere un gelato. Ne ho una voglia matta.»

Liam ne approfittò per prenderlo in giro, «Parlando di gay.»

Zayn e Niall scoppiarono a ridere, facendo sorridere anche Louis, ma Harry impallidì ulteriormente, sembrava fosse ad un passo dalla morte.

Louis gli si avvicinò, offrendogli una mano. I loro occhi si incontrarono, e lui riuscì a leggere la tristezza e la rassegnazione dipinta in quelli color smeraldo dell'amico.

«Andiamo, H,» lo incoraggiò, mentre Harry accettava il suo aiuto.

«Vi servono soldi?» chiese Niall, prendendo il portafoglio.

«Nah, pagherò io. Qualcuno ha una richiesta in particolare?»

Il tragitto verso la gelateria fu silenzioso e calmo. Non era tardi, c'erano ancora persone in giro, a riempire le strade di Londra. Louis dovette sforzarsi parecchio per non prendere la mano di Harry e camminare con tranquillità.

In gelateria, ordinarono i gusti più strani che riuscirono a trovare, e dopo parecchie battute orribili, Louis riuscì a far ridere Harry. Pagarono e si diressero verso casa.

A metà strada, Louis si girò verso l'amico sapendo perfettamente cosa voleva.

«Haz-,» disse con voce sottile, fermandosi sul marciapiede. «Se non vuoi ancora tornare a casa, potremmo andare al parco.»

Harry lo guardò, sorridendo debolmente ma facendo comunque apparire le sue adorabili fossette.

«Sì, grazie Lou,» rispose. Poi si avvicinò a lui e gli lasciò un bacio sulla fronte. Louis ignorò la stretta al cuore. «Non mi piace quando...si comportano in questo modo. Non mi piace la cattiveria.»

Evitò abilmente di dire che ciò che odiava era sentir parlar male di chi in realtà era, e Louis rispettò quella decisione. Harry aveva bisogno di tempo e lui non era nessuno per negarglielo.

«Lo so, piccolo,» annuì Louis e non riuscendo più a trattenersi, gli prese la mano. Harry non reagì nemmeno, si limitò ad intrecciare le dita con le sue e stringere la presa. «Lo so. Non lo fanno di proposito però.» Cercò di rendere chiaro il concetto, leggermente indispettito di non poter dare un nome a ciò di cui stavano parlando. «Non se ne rendono conto...ancora.»

«Mi sento così male a volte,» si lasciò scappare il riccio, affondando il viso sull'incavo del collo di Louis.

«Non dovresti,» lo rassicurò, stringendogli la mano. «Ti voglio bene, okay?»

«Anch'io ti voglio bene,» rispose immediatamente Harry, baciandogli la pelle.

Louis si chiese se Harry lo amasse, nel senso...se fosse realmente innamorato di lui. Nel modo in cui qualcuno ama quando si desidera il matrimonio. Non l'avrebbe mai saputo se Harry non riusciva neanche ad accettarsi.

«Continuo a non capire come tu faccia,» disse il ragazzo, sollevando la testa. iniziarono di nuovo a camminare, lentamente, mano nella mano, godendosi i colori della sera. «Sembra che tu mi legga nel pensiero.»

«È così,» lo prese in giro Louis, facendogli l'occhiolino. «Sono telepatico.»

Harry ridacchiò e annuì d'accordo con lui. Si mordicchiò il labbro pensieroso e Louis gli lanciò uno sguardo con la coda dell'occhio, chiedendosi come facesse la luce della luna a renderlo ancora più bello e angelico.

Forse perché Harry era semplicemente bellissimo.

«Ti ricordi quando eravamo piccoli e io ho scritto che eri il mio supereroe?»

Louis se lo ricordava più che bene. «Certo, amore. Me lo ricordo.»

«Lo sei ancora, il mio supereroe,» gli confessò e Louis era sicuro di non aver mai desiderato nulla tanto ardentemente come desiderava baciare Harry in quel momento.


One Plus One Is Also One (Sometimes) - l.s. [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora