Parte 1

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Harry Styles se ne stava seduto con sua madre nell'ufficio del preside, in dubbio se avesse combinato un guaio o se fosse lì per un altro motivo.

Aveva solo sei anni, e si sistemò al meglio sulla sedia, lanciando un'occhiata ad Anne che stava scrivendo rapida un messaggio mentre aspettavano l'arrivo del preside. Sua madre non sembrava arrabbiata con lui, ma raramente lo era quindi non poteva basarsi su quello.

«Mamma?» la chiamò con un fil di voce Harry. Anne distolse l'attenzione dal telefono, girandosi verso il figlio.

«Sì, tesoro?»

«Ho fatto qualcosa di sbagliato? Mi dispiace se è così,» si scusò il bimbo, sentendo già la gola chiudersi al solo pensiero di venire sgridato.

«No, tesoro. Sei stato bravissimo,» lo rassicurò Anne, carezzandogli i ricci, gesto che fece tranquillizzare Harry all'istante. «Il preside incontra una volta l'anno genitori e bambini, per questo siamo qui.»

«Oh, okay,» annuì Harry, esibendo un sorriso debole.

Anne lo baciò sulla fronte e sorrise. Poco dopo, il preside entrò nell'ufficio, chiudendo la porta e sedendosi dietro la scrivania di fronte a loro. Ad Harry non piaceva quell'uomo. Pensava fosse un pazzo con la faccia da bulldog e dei vestiti orrendi.

«Mrs. Cox, Mr. Styles,» li accolse, aprendo una cartellina marrone.

Harry lo fissò mentre scorreva lo sguardo tra i fogli che la riempivano. Sapeva che le maestre ci inserivano tutto quello che pensavano di lui ed il pensiero lo fece innervosire. Iniziò a sentire il sudore formarsi sulla fronte.

«Suo figlio è un ottimo studente, Mrs. Cox,» disse infine il preside, guardando Anne. «Tutti gli insegnanti lo adorano, è molto gentile.»

«Lo so. È un bimbo molto dolce,» annuì Anne, fiera del suo Harry.

«Di tutti i suoi lavori,» continuò a parlare l'uomo. «L'insegnante di lettere ha scelto questo,» aggiunse, prendendo un foglio e porgendolo ad Anne.

Harry impallidì non appena lo vide. No, doveva essere un segreto. L'aveva scritto solo perché la maestra aveva giurato che non l'avrebbe letto, figurarsi farlo vedere a qualcun altro. Gli stava bene se Anne avesse saputo di quel tema, ma leggerlo? Per di più la persona di cui parlava in quel componimento...

No. Harry sentì l'imbarazzo impossessarsi del suo corpo. Non avrebbe dovuto contare così tanto su qualcun altro, essere tanto dipendente da questa persona, soprattutto lui.

«L'insegnante aveva chiesto ai bambini di parlare del loro eroe e Harry ha scritto quello,» spiegò il preside.

«Cara Mrs. Sissy,» lesse Anne ad alta voce e Harry desiderò che il terreno lo inghiottisse all'istante. «Mi ha chiesto di scrivere del mio eroe, ma io non ho un eroe, ho un supereroe.» Sua madre si voltò verso di lui, facendogli l'occhiolino, il che era un buon segno. «I supereroi sono migliori, hanno i superpoteri. Il mio supereroe è Louis Tomlinson.»

«Ti prego, non dirlo a Louis,» la supplicò il bimbo con voce tremante. Anne sollevò lo sguardo su di lui, scuotendo la testa.

«Se non vuoi, non lo farò. Io posso leggerlo?»

Harry a quel punto annuì, fidandosi ciecamente di sua madre. «Certo, mammina.»

Anne lesse il tema in silenzio, sorridendo in alcuni punti e ridacchiando in altri. Harry era fiero di ciò che aveva impresso su carta, perché aveva appena imparato a scrivere e avrebbe voluto parlare solo di Louis.

I due erano migliori amici da sempre, perché Jay, la mamma di Lou, era la migliore amica di Anne. Il ragazzino era un concentrato d'energia e gioia, e Harry era sicuro che in fondo in fondo Louis era davvero un supereroe con dei veri superpoteri. Se non fosse stato così, come avrebbe potuto proteggerlo e renderlo sempre tanto felice?

One Plus One Is Also One (Sometimes) - l.s. [Italian Translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora