L'ombra di Peter Pan aveva preso il piccolo Shin.
Non avevo altra scelta che andare a salvarlo ed eccomi qui, su una piccola barca con qualche provvista e un temporale imminente. Ma non mi sarei certo fermata, Shin aveva bisogno di me.
Devo solo continuare a remare e sperare di arrivare sull'Isola che non c'è viva e vegeta...
Come se il tempo mi avesse letto nel pensiero comincia a piovere.
Continuo a remare sotto la poggia battente, affrontando onde sempre più alte e pericolose.
Lo sforzo è tanto e mi stanco così tanto da non notare di essere stata affiancata da un vascello. Sento una voce, ma è lontana e indistinta. Cerco di capire cosa stia succedendo ma non riesco a tenere gli occhi aperti. E con quella voce mi accascio su un fianco e mi addormento.
Mi sveglio qualche ora più tardi in una cabina piccola ma accogliente. È calda, con un piccolo oblò che da sul mare. Ci sono un paio di candele accese che illuminano appena lo spazio in cui mi trovo. Scosto le coperte e scendo dal letto. Mi guardo intorno e vedo alcune carte nautiche appese al muro. Pirati.... Sono finita su una nave pirata!
Devo stare calma, andrà tutto bene. Comincio a camminare avanti e indietro, cercando una soluzione.
Ad un certo punto sento qualcuno bussare alla porta e una figura alta e slanciata entra in stanza.
"Oh, vedo che ti sei svegliata."
Fisso la figura davanti a me a bocca aperta.
"Tutto bene? Non hai un bel colore..." Dice avvicinandosi.
"Uh, no io...ecco... Io sto bene e tu... Tu sei un pirata...?" Indietreggio appena.
"Stavo giusto per arrivare alle presentazioni. Io sono Uncino, il capitano di questa nave." Sorride e fa un piccolo inchino. Lo guardo con un misto di curiosità e timore. È giovane, con profondi occhi azzurri e... un uncino al posto della mano? Aspetta allora lui è quel famoso Uncino?!
Prendo un bel respiro e cerco di calmarmi.
"Sta tranquilla, non ti ucciderò se è questo che temi. Piuttosto mi spieghi che cosa ci facevi la fuori con quella tempesta?" Si appoggia allo stipite della porta, incrociando le gambe, lo sguardo serio.
Valuto la possibilità di mentirgli, ma alla fine la scarto.
"Cercavo di arrivare all'Isola che non c'è." Rispondo guardandolo negli occhi. Uncino scoppia a ridere.
"Sei coraggiosa per essere solo una ragazzina. Lo sai vero che non ci saresti mai arrivata con quella barchetta? Avresti potuto morire in queste acque e per cosa?" Chiede giocando con il suo uncino.
"Perché Peter Pan ha preso mio fratello e io devo salvarlo..." Rispondo sentendo una fitta al cuore...
È solo colpa mia se lui è stato rapito e ora devo rimediare.
"Tu sai che Peter Pan non te lo permetterà, vero?" Ora è davanti a me, i suoi occhi puntati su di me. Non sono severi ne arrabbiati, ma preoccupati.
"Lo so, ma ce la farò." Dico con tono deciso alzandomi.
"E dimmi, hai un piano o pensavi semplicemente di andare li, prenderlo e tornare?" Chiede con un sorriso beffardo stampato in faccia.
Devo stare calma, infondo mi ha salvato la vita. Ma quanto avrei voglia di tirargli un bel pugno per fargli sparire quell'espressione!
Purtroppo però devo ammettere di non averlo un piano. Sospiro e Uncino capisce di aver avuto ragione. Però non mi prende in giro, anzi la sua proposta mi spiazza parecchio.
"Ho capito. Ti aiuterò, e questo non perché sei tu, ma perché capisco cosa voglia dire perdere un fratello... Ammetto che hai parecchio coraggio per essere una ragazzina e forse questo mi ha dato quella conferma che vuoi davvero trovare tuo fratello.
Allora?" Rimango un attimo a bocca aperta, incredula su quanto ho appena sentito. Allora non tutti i pirati sono rozzi e meschini, ce ne sono anche di buoni.
"Va bene, ci sto. Ma cosa vuoi in cambio? Insomma sei un pirata e credo che tu non dia niente per niente... No?"
"Hai ragione, ma te lo chiederò a tempo debito. Tu dovrai solo essere pronta, accettare e non fare domande, intesi?" L'azzurro dei suoi occhi per un momento si fa più scuro e capisco che non sta scherzando. Annuisco e ci stringiamo la mano dando vita così al nostro patto.
"Benvenuta sulla Jolly Roger mia cara!" Dice a braccia aperte, quasi volesse avvolgere la nave con esse e stringerla a se come fosse una figlia.
Nel suo sguardo leggo una fierezza e un orgoglio mai visti prima in un uomo, e capisco che questa nave è tutto per lui. Sorrido a quell'immagine e devo ricredermi sul suo conto. Sarà anche un pirata, ma non ha esitato a prestarmi aiuto,cosa che in pochi avrebbero fatto.
Poi riprende a parlare e io lo ascolto con attenzione.
"Bene per domani all'alba saremo vicini all'Isola che non c'è. Ti consiglio di riposarti, avrai bisogno di energie per affrontare l'isola. Più tardi ti farò portare qualcosa da mangiare. Detto questo se hai bisogno di altro chiedi pure a Spugna, lui saprà aiutarti." Apre appena la porta della cabina e intravedo una figura bassa con una strana cuffia rossa che mi saluta con la mano. Porta degli occhialetti piccoli e ovali appoggiati sopra un naso bello rosso. Probabilmente il suo soprannome si riferirà alla quantità di alcool che riesce a bere. Perché anche a questa distanza riesco a sentire l'odore. È strano vero, ma ispira simpatia.
Dopo averci presentati Uncino fa un piccolo inchino e se ne va.
Mi risiedo sul letto, la mente piena di pensieri e immagini di me che riabbraccio Shin.
Crollo nel sonno qualche minuto dopo.
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~Neverland Adventure~
FanfictionFanfiction reader x Felix. Piccola storia ambientata sull'Isola che non c'è (ispirato alla serie tv Once Upon A Time). Se un giorno l'ombra di Peter Pan prendesse il tuo fratellino, tu cosa faresti? E se una volta arrivata sull'Isola che non c'è t...