Capitolo 1-Occhi neri come la pece e rossi come il sangue

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Ricordo ancora perfettamente quel giorno. Quel giorno qualunque dei miei 17 anni appena compiuti, quel giorno che credevo qualunque, ma che invece si rivelò il giorno in cui la mia vita cambiò per sempre. Quel giorno in cui cominciai a vedere la vita da una prospettiva totalmente diversa. Con occhi che scrutano ogni cosa con sospetto e diffidenza, occhi che affrontano la morte ogni giorno, a volte vincendola, a volte no. Occhi da Ghoul.

La sveglia suonò assordante come ogni mattina. Con un verso simile a un brontolio, allungai il braccio per spegnerla. Dannato lunedì. Mi strofinai gli occhi, mi stiracchiai e, mezza intontita, mi avviai verso il bagno.

Avevo un presentimento, però: sin dal momento in cui avevo messo piede a terra, avevo avvertito qualcosa di strano, di diverso evolversi in me.

'Bah, sarà la stanchezza', mi dissi.

Con noncuranza mi avvicinai al lavandino e cominciai a lavarmi la faccia: in quell'istante pensai alla giornata che si sarebbe preannunciata.

'Devo vedermi con Inori davanti alla stazione, e poi dobbiamo andare a scuola insieme...giusto, oggi c'è il compito di storia! Cavolo, non ho studiato...che racconterò a mamma? Beh, ci penserò strada facendo. Ma cos'è quest'odore nauseante proveniente dalla cucina? La mamma non doveva fare i pancakes oggi?! Cominciamo bene...'

Mi asciugai il viso e alzai la testa per specchiarmi, prevedendo l'orribile, quotidiana visione di me con i capelli spettinati come la criniera di un leone e con la faccia di uno zombie. Per non parlare poi degli occhi, con borse o occhiaie.

Già, gli occhi. La prima cosa che vidi, i miei occhi.

No, miei non erano di certo! Dov'era finito quel color cioccolata che circondava la mia pupilla? Perché il mio occhio destro ora era nero, e l'iride rosso fiammante?!

Spaventata, sbattei le palpebre, e tirai un sospiro di sollievo quando vidi che i miei occhi erano perfettamente normali, rassicurandomi del fatto che non ero diventata una di loro.

'Devo ricordami di andare a letto prima'

"Amee, vieni, è pronta la colazione!"

"Arrivo mamma!"

La giornata trascorse normalmente, né particolarmente speciale né particolarmente noiosa, insomma, la solita-inevitabilmente-tranquilla-routine. Anche se sarebbe stato bello rompere quella monotonia. Infondo, tutti sognano di dare una piccola o grande svolta alla loro vita.

No?

Beh, ripensandoci meglio, qualcosa di strano in quella giornata c'era stato. Non riuscivo a mangiare. Non che non avessi fame, anzi, ma quando stavo per imboccare una pietanza prelibata l'odore di quest'ultima era nauseante e avvertivo un flebile bisogno di vomitare. Così ero stata costretta(ahimè)per tutto il giorno a ingoiare forzatamente. Perfino i wurstel a forma di polipo, che tanto adoro, tutto, mi sembrava schifoso e immangiabile.

Inori si era preoccupata per me :

"Ame-chan, tu hai sempre fame! Come mai non mangi?? C'è qualcosa che non va, forse?! Vuoi parlarne con me???"

"I-inori, tranquilla sto bene. Forse oggi non è giornata."

"Ma Ame, devi mangiare per essere in forma!"

'Si,' pensai fra me e me, 'oggi non è proprio giornata.'

"Sono in casa!" urlai chiudendomi la porta alle spalle. Non c'era ancora nessuno. Prevedibile.

La cosa bella di essere soli in casa, è che puoi fare tutto ciò che vuoi in libertà; la cosa brutta, devi prepararti il pranzo da sola. Ma non è troppo snervante.

UnRaVel GhOuLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora