4 capitolo

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Quando ritornai a casa, mi ricordo che andai subito a riposarmi per la troppa stanchezza.
Feci un sogno, che tutt'ora ricordo poco. Ero a casa di Harry a guardare un film con lui abbracciati, ma ad un certo punto stava accadendo qualcosa, ma mia nonna mi bussò alla porta e finì tutto.
<< Ysabel è pronto da mangiare, sveglia! >>
<< Si nonna, arrivo! >>
Arrivata in cucina mi sedetti e iniziai a mangiare.
<< Ysabel, raccontami com'è stato il primo giorno di scuola. >>
<< Bhe nonna, come vuoi che fosse andato? Un disastro. >>
<< Perchè un disastro? >>
<< I professori sono un tantino severi, ho sbattuto contro un ragazzo facendogli cadere tutti i libri per terra e i compagni sono un pochino antipatici. È successa solo una cosa positiva, ho conosciuto una ragazza dolcissima. >>
<< Eh come si chiama questa ragazza? >>
<< Ana. >>
<< Com'è? >>
<< È dolcissima. >>
<< E il ragazzo? >>
<< Quale ragazzo nonna? >>
<< Mi hai detto che hai sbattuto contro un ragazzo, ti avrà pur detto il nome. >>
<< Ahh, si chiama Harry. Nonna se lo vedi t'innamori. >>
<< Perchè? >>
<< Ha dei ricci stupendi e gli occhi ti incantano. >>
<< Ti sei innamorata, vero? >>
<< Si... >>
Mia nonna mi capiva sempre, mi ascoltava sempre ed era una persona a cui raccontavo tutto. Era la persona più dolce che esisteva al mondo, ma soprattutto la persona di cui potevo fidarmi cecamente.
Quando finii di cenare ed aiutai la nonna a sparecchiare, mi preparai lo zaino e mi feci una doccia. Uscita dalla doccia mi infilai il pigiama e mi misi sotto le coperte. Mi soffermai a guardare la finestra. Fuori c'era la nebbia, a mala pena si vedeva la luce delle poche macchine che passavano. Mi fermai a riflettere un pò e non facevo altro che pensare Harry. Mi ritornava in mente quello che era accaduto. Ma quando presi sonno, finalmente, non pensai più a nulla.
Quando suonò quella sveglia mi alzai di corsa, non vedevo l'ora di ritornare a scuola e rivederlo. Quando mi preparai scesi per salutare mia nonna e scappare via.
<< Perchè vai di corsa Ysabel, non fai nemmeno colazione? >>
<< Nonna grazie, ma se vado di corsa non è perchè voglio andare a farmi delle ore di studio, ma è solo per un motivo che credo tu possa intuire molto bene. >>
<< Ah... Capito! Stai attenta. >>
Quando uscii di casa presi subito l'autobus e andai a scuola. Appena arrivata vidi Ana che mi aspettava al solito posto e ci andai.
<< Buon giorno! >>
<< Buon giorno Ysabel. >>
<< Che mi racconti? >>
<< Nulla di che, devo solo dirti una cosa importante... >>
<< Cosa? >>
<< Ieri Harry mi ha mandato un messaggio dicendomi che oggi ti voleva vedere... >>
<< Oddio, dici vero? >>
<< Si, viene lui a ricreazione. >>
Da lì non sapevo più cosa fare o cosa pensare. Pensai solo che ero finita.
Quando suonò la campanella ed entrammo nelle classi, mi sedetti di nuovo al solito posto, pensando a una marea di cose. Avevo la testa fra le nuvole, quando ad un certo punto il professore di chimica mi chiese di andare alla lavagna e scrivere delle cose.
<< Ysabel, visto che ti vedo molto distratta, scrivi le cose sottolineate nel libro alla lavagna! >>
<< Si prof. >>
Tutti ridevano ed io restavo lì, davanti alla lavagna a sentirli ridere per una stupidaggine. Quando finalmente suonò la seconda ora, una ragazza si sedette accanto a me e mi disse testuali parole:
" La società è marcia. Se la gente ferisce è perchè tu sei migliore e lo capisce. "
Dopo quelle parole restai basita. Me le disse con un tono a dir poco aggressivo, come se lei c'era già passata a quello che stavo andando incontro io.
Durante la seconda ora pensavo a quelle parole e non mi davo pace.
Finalmete suonò la campanella per l'intervallo ed entrai in panico. Non sapevo cosa fare prima. Quando uscii dalla classe e girai l'angolo, vidi che Harry stava venendo verso di me e quando mi vide urlo il mio nome.
<< Ysabel! >>
<< Harry... >>
Appena si avvicinò mi abbracció subito, ed io ero letteralmente al settimo cielo.
<< Posso chiederti una cosa? >>
<< Tutto quello che vuoi... >>
<< Ti va dopo la scuola di andare a mangiare qualcosa? >>
Io restai impalata a non credere a quello che avevo sentito.
<< Allora? Va bene, puoi? >>
<< Ehm... Si, posso. >>
<< Ok, a dopo allora. >>
<< A dopo... >>
Quando se nè andò chiamai subito mia nonna e gli dissi che non pranzavo a casa e poi mi recai subito a raccontare tutto ad Ana.
Quando Ana mi vide, mi capì solo dallo sguardo.
<< Ti ha chesto di uscire, vero? >>
<< Ana, oddio si... >>
<< Tranquilla, pensa positivo e divertiti. Ti do anche il mio numero, così quando finisci mi racconti tutto. >>
<< Ok, va bene. >>
Dopo avermi dato il numero rientrammo ognuno nelle proprie classi e riprendere tutto.
Io ero veramente in ansia e felice allo stesso tempo. Non credevo a tutto ciò. Volevo solo che non mi illudevo e che prendevo questa situazione alla leggera.

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