Capitolo 3

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Capitolo 3

È tutto buio.

Non riesco a vedere niente.

Mi giro, intravedo una finestra.

Mi accorgo che sono sdraiata su un letto.

Mi alzo e mi avvicino alla finestra per capire dove mi trovo.

Boschi.

Chilometri e chilometri di alberi quasi completamente spogli.
Le foglie sono poggiate sul prato sottostante,secche e ormai ingallite per colpa dell'autunno.

In lontananza vedo una figura snella che si muove velocemente.
Mi stropiccio gli occhi per cercare di mettere a fuoco l'immagine ma i risultati sono scarsi.
La figura continua a correre.

Mi accorgo che sta venendo proprio verso questa casa, sempre se sia una casa.
Si avvicina sempre di più fin quando non arriva nel porticato e bussa la porta.
Prima che qualcuno possa aprire la porta, la figura, che da quanto vedo è un ragazzo, si piega per riprendere fiato.

Poco dopo sento il rumore di un catenaccio aprirsi e la porta si spalanca rumorosamente.
Non vedo chi c'è dietro la porta.

~Amico devi assolutamente riparare questa porta~

Dice il ragazzo misterioso che sa correre.
Sento l'altro tizio fare una mezza risata.
Harry.
La sua fottuta risata è inconfondibile.

Cosa?

Io cosa ci faccio qui?

L'ansia comincia ad impossessarsi di me.
Indietreggio e accidentalmente faccio cadere un qualcosa per terra che si spacca provocando un rumore non proprio silenzioso.

~Si è svegliata~

~Vai tu~

Sento le voci che provengono dal piano di sotto farsi sempre più forti.
Qualche secondo dopo, lo scricchiolio delle scale mi fa rabbrividire.

Cercando di fare il più veloce possibile mi infilo di nuovo nel letto sperando di non essere scoperta.

La porta della mia stanza si apre.

Sento dei passi.

Dei passi che si avvicinano sempre di più a questo letto.
La parte finale del letto si piega leggermente sotto il peso di quel tizio.

Non è Harry.

Lo so.
Non capisco come ma riesco a percepire la sua presenza.

~So che non stai dormendo~

Una voce dolce mi arriva alle orecchie.
Faccio finta di niente.

~Non preoccuparti non ho intenzione di farti male, qui non sono io il cattivo~

Mi sposta una ciocca di capelli dal viso.

~Comunque io mi chiamo Louis~

Apro un occhio, la curiosità di sapere chi sia questo ragazzo prende la meglio.
Rimango sbalordita davanti a due occhi ghiaccio.
Pieni di sfumature di tonalità più chiare.

Sta sorridendo.
È adorabile.
Mi viene voglia di strapazzarlo di coccole.
Non so perchè, ma mi sta già simpatico.

Istintivamente lo abbraccio.
Inizialmente si irrigidisce ma dopo una manciata di secondi ricambia.

Una lacrima mi riga la guancia ,successivamente ne scendono altre
Si sto piangendo, ma non tanto per il fatto che mi trovo in una casa sperduta nel mondo.
Non piango perchè mia madre è morto e mio padre mi odia e mi picchia.
Non sto piangendo perchè la mia migliore amica non se ne importa di me!
Non piango perchè sto perdendo giorni di scuola
E non sto nemmeno piangendo perchè so che quando torneró, sempre se torneró, mio padre mi ucciderà, ma nel vero senso della parola.
Non piango per tutto questo!
Ma più che altro per sfogo, perchè non c'è altro da fare.

Non posso sorridere, sarebbe un crimine dopo tutto quello che ho passato.
Ridere? Sembrerei una psicopatica.
Lamentarmi? No, non voglio fare la figura della bambina.
Piango, perchè ogni tanto non fa male.
Perchè la vita senza sofferenza non è vita.
Piango perchè so che qualcuno sta peggio di me.

E improvvisamente mi sento meglio.
Quasi come se mi fossi risvegliata da un incubo tremendo.
Mi asciugo le lacrime e lascio Louis.

~S-scusa~

Cerco di dire ma la mia voce esce a singhiozzi strozzati e probabbilemente non avrà capito niente.

~Io...i-io non volevo piangere proprio ora, e qua con te..mi dispiace~

Abbasso lo sguardo, umiliata, che vergogna...sono una vergogna, mi sono resa debole contro un alleato del nemico.
Louis mi alza lo sguardo.

~Non scusarti.
Non ne hai nessun motivo.~

Sorride.
Ha un sorriso splendido.
Un sorriso sul quale potresti scrivere una poesia.

~O-ok...ricominciamo?~

Propongo io, diciamo che non ci siamo presentati per bene e se devo restare qui ancora a lungo voglio avere una persona con cui poter parlare.

~Ma certo~

Non so come sia possibile ma il suo sorriso si allarga ancora.

~Scusa ma hai fatto una scuola per imparare a sorridere?~

L'ho detto realmente?
Oddio no, che figuracciaa!
L'avevo solo pensato....

~Ehm no niente fa finta che non ho detto niente~

~Vabbene~

Ride.
Cazzo la sua risata è la mia droga.
Il sorriso non è niente in confronto a ció.

~Vuoi dirmi come ti chiami o ti dovró chiamare in eterno 'ragazza di cui non so il nome ma sembra simpatica'?~

Rido ancora

~Ah boh a te la scelta!~

~Dimmi il tuo nomeee!~

Dice con la voce di un bimbo piccolo.
Comincia a farmi il solletico dappertutto.
Non smetto di ridere.

~Mi chiamo Liberty~

~Wow che bel nome...libertà,magari io mi chiamassi così~

~Ma tu sei un maschio!~

Per circa un oretta parlammo del più e del meno.
È un ragazzo fantastico.
Ha una ragazza che peró ora è partita per la scozia e che non tornerá prima di una settimana.
Mi ha raccontato di quanto è bella e simpatica ,e di quanto sia stato fortunato ad averla incontrata.
Mi ha detto che ormai aveva finito la scuola e che stava cercando lavoro.
Io invece mi sono mantenuta molto riservata.
Preferivo di gran lunga vederlo parlare di qualcosa che lo rendeva felice che deprimerlo con la mia storia.
Quando finalemente il sonno arrivó salutai Louis e mi addormentai senza pensieri.

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S.A = spazio autrice
(Nuova sigla,credo, inventata da me😁)
So che questo capitolo è penoso ma è solo un introduzione a quel che verra dopo, se per caso vi vengono alcune idee originali per continuare la storia io ne sono contenta❤️
Perchè infondo la storia deve piacere a voi non a me💖💖
P.s:scusate se è super corto😗💕😕
Continuo a 5 stelline e 2 commenti

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 28, 2015 ⏰

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