Capitolo II

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CAPITOLO II


Erano già le otto e quindici circa, io, Linda ed alcuni nostri compagni eravamo già in classe.
I pochi individui mancanti erano, come al solito, Alex, Max e Thomas.

Tra me ed il sopracitato Alex, non scorre esattamente buon sangue. Non so perché lui c'è l'abbia tanto con me, non so neanche come è iniziato tutto. So solamente che lui dopo esser tornato dalle vacanze estive ha iniziato a farmi i dispetti, mi evitava e mi trattava male.
Sì, ci conosciamo sin da piccoli.
Lo vidi la prima volta all'età di cinque anni, dopo essere tornata in anticipo dalle vancanze estive.
Lo incontravo spesso quando andavo al parco con la mia mamma.
In quel periodo mi ero chiusa molto in me stessa, ma Alex un giorno mi si avvicinò e mi trascinò letteralmente a giocare con lui. Cercai di oppormi inizialmente e quando stavo per piangere mi disse delle parole difficili da dimenticare, le ricordo ancora adesso.

" Tu sei triste, io lo so, però non voglio che tu lo sia".

Parole strane dette da un bimbo in tenera età, eppure giocai con lui.
Quello fu il primo di tanti giorni passati in maniera spensierata, era diventato un amico speciale. Ero ritornata ad essere me stessa, sorridevo di più, parlavo molto e giocavo tanto.
Ma un giorno, fu lui, un mese dopo a dover partire per le vacanze estive, mi mancò molto in quel periodo, e non vedevo l'ora che tornasse, ma..al suo ritorno tutto cambiò.
Non mi salutava più e mi evitava come la peste, cercai di parlargli ma fu impossibile.
Conobbe altri bambini, ed insieme ad essi cominciò a prendermi in giro.

Davanti a loro non ho mai versato una lacrima, ma una volta dentro casa, liberavo quella immensa tristezza che mi avvolgeva il cuore.
Provai varie volte a parlare con Alex ma poi capii che era ormai una battaglia persa.
Mi richiusi in me stessa nuovamente, ma poi incontrai Linda e compresi il significato dell'amicizia, quella sincera e profonda.

“- Ehi, tesoro? Yuhu, sei in casa? - ” mi richiamò Linda sventolandomi una mano davanti al viso.

“- Oh. Sì, scusami dicevi qualcosa? -” chiesi perplessa.

“- Ti ho chiesto se ti andava di
accompagnarmi a prendere del tea freddo alle macchinette, dato che la professoressa non è arrivata, -” ripeté lei sorridendo.

“- Sì certo! Ottima idea ho voglia di qualcosa di fresco, -” dico allegra.

“-Ah si? Se vuoi posso chiedere al tizio del
quinto tesoro. -” Mi rispose con malizia ed un sorriso furbo.

“- Ma che hai capito? Non intendevo quello!-” dissi troppo velocemente, con un leggero rossore alle gote.

“- Pensi sempre a quello tu, -”
borbottai un pò più piano gonfiando le guance come
un pesce a palla.

Facendo morire dalle risate
Linda, che mi guardava parecchio divertita.

“- Devi divertirti tesoro. Se non ci pensi adesso, sarai
troppo vecchia per farlo in futuro -” mi ripetè per la millionesima volta con espressione di chi la sa lunga  sparendo dalla mia visuale
zigzagando fra i vari studenti ancora fuori dalle proprie aule.

Ormai stufa di cercarla, decisi di fare dietro front pronta a tornare in classe.
Senza rendermene conto, venni spinta in avanti finendo per scontratmi con qualcuno.
Indovinate chi?
Si, proprio lui.

“- Sempre in mezzo stai, pulce -” disse sarcastico guardandomi con un ghigno sul viso.

Lo fissai come fece lui, ma al contrario il mio cervello impresse tutto, ogni singolo dettaglio.
I suoi capelli corvini sempre spettinati a ricadere sul
viso. Quel viso perfetto scevro di imperfezioni, la mascella
squadrata, ma nonostante tutto quel viso lo faceva sembrare più piccolo di quello che era in realtà. Mentre gli occhi erano un
qualcosa di particolare, non  azzurri o celesti.
Erano blu.
E non un blu spento, scuro o opaco, ma un blu brillante, vivo e profondo. Non come il mare, ma come l'oceano da
esplorare, dove si può anche
affondare, perché l'oceano nonostante sia bello può essere anche pericoloso, ed Alex era così, bello e pericoloso.

Fire in Fire  ~IN OGNI FIBRA DI TE~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora