Cinque

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Tra spintoni e sgambetti, finalmente riesco a uscire da quel caos di gente, metto le cuffiette, accendo muaica e sigaretta e mi incammino verso l'autobus per tornare a casa. Perché devo abitare così distante da scuola? Devo arrivare quasi al capolinea!

Dopo dieci minuti interminabili a piedi, ecco che arriva l'autobus, ovviamente stra pieno, che novità...
Riesco a salire per miracolo e guardo fuori dal finestrino le macchine che mi passano accanto, e vorrei tanto poter stare in una di quelle, anzi che fare la sardina in questa scatoletta.

Arrivata a casa, sono così sfinita da questa giornata che prendo solo un po' di insalata e mi vado a rifugiare nella mia tana: oh quanto vorrei poter rimanere sempre qui dentro!
Il pomeriggio passa in fretta, tra il libro che stavo leggendo e un bel film che ho messo su per sentirmi un po' meno sola. Chiariamoci: non è che non abbia amici, è solo che faccio difficoltà a fidarmi, soprattutto da quando la ragazza che fino a qualche ora fa credevo essere la mia migliore amica. Okay okay, forse sto facendo un dramma su questo fatto ma, cavolo, mi ha lasciata da sola così, dopo che mi aveva anche confermato che sarebbe stato come sempre, che si sarebbe seduta con me! Ma non importa, riuscirò a farmi altri amici lì dentro, no?

Arriva l'ora di cena e, come mi aspettavo, subito mia mamma mi chiede com'è andata la giornata:
-Come al solito. Ho conosciuto qualche nuovo professore, sembrano... Simpatici, credo.-
-E Jess come si è trovata? Siete riuscite a prendere un buon posto?- mi chiede lei, ingnara di ciò che è successo oggi.
-Mh sì, sono riuscita ad accaparrarmi il terzo banco della fila vicino alle finestre.- rispondo. Effettivamente non ho detto bugie: sono davvero seduta a quel banco.
Finiamo di cenare, e mi chiudo in camera ad ascoltare musica, fino a quando si fa tardi ed è ora di andare a letto. Spengo tutto, anche il cevello e le sue paranoie, e cerco di dormire.

La mia vita è un disastroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora