Capitolo 8.

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Louis

"Io tanto ormai sono abituato a sanguinare."
-Mostro.

Piange.
Louis piange ma lo odia.
Louis piange, odia se stesso e le sue lacrime.
Louis vorrebbe solo morire e non andare più a lamentarsi sulla sabbia di una spiaggetta abbandonata.
Louis avrebbe anche bisogno di sapere che quella spiaggia non è poi così tanto abbandonata come crede.
Louis con la sua testa non ci arriverà mai.
Quindi le lacrime scendono, almeno nella sua mente, scivolando verso il cuore, affogandolo in modo straziante. Non è più capace di piangere? Non ha neppure la forza di ammettere la sua debolezza?
Per il suo compleanno il ragazzo castano chiederà la morte, lo ha già fatto l'anno scorso. E due anni fa. E ancora tre anni fa. E quattro anni fa.
Se pensa di avere diciassette anni e di bramare un'entità che dovrebbe arrivare nella vecchiaia...nulla, palesemente Louis non pensa più a nulla dalle due di questo pomeriggio.
Ne è contento, non vuole rivolgere l'attenzione alle botte di Zayn. Lui lo detesta.
Come biasimarlo?
Zayn è qualcosa di paradisiaco.
I suoi occhi, i suoi lineamenti, i suoi muscoli, la sua risata...cazzo, è un essere fottutamente, illegalmente perfetto.
Ha fatto male sentire le sue mani sulla sua pelle per tocchi così poco cortesi.
Hanno fatto male gli insulti, le botte, gli sputi, le occhiatacce, i calci.
Louis è abituato a sentire dolore, per cercare di renderlo normale se ne fa ogni giorno, più di quanto non ne facciano gli altri.
No, è impossibile uccidersi nello stesso modo in cui lo torturano, quello è un metodo troppo forte e traumatico.
Oh, adesso piange davvero, le lacrime gli lasciano il cuore e diventano qualcosa di reale.
Si ricorda che le ferite sui polsi si sono riaperte e sta pensando che dovrà buttare quella stupida felpa, visto che non potrà darla a sua madre macchiata di sangue.
Già lo reputano pazzo, cosa crederebbero dopo di lui?
Se suo padre scoprisse anche quei tagli...lui lo...è molto probabile che...farebbe...
No, Louis si suiciderebbe prima, non c'è nessun problema.
Vorrebbe cantare, ora, con le mani nelle tasche e la testa bassa, mentre pensa lo schifo delle persone nei suoi confronti.
Cos'ha di sbagliato?
No, non perché è gay. Ci sono tanti ragazzi come lui, ma riescono ad essere accettati benissimo.
Lui è semplicemente...lui.
Cosa c'è di bello in Louis Tomlinson?
Nulla, punto.
Persino la voce è stridula, stonata, semplicemente brutta.
Se ne accorge mentre canta i brani di Ed Sheeran e vorrebbe sprofondare, perché cantare gli piacerebbe tanto.
Ma lui non è mica come Zayn? L'ha sentita la sua voce, mentre canticchiava spavaldo sul teatro della scuola, si esibiva per tutti quelli che lo ammiravano.
Era un angelo.
È un angelo.
Lo invidia.
Louis sorride sbieco, gioca con il suo labbro inferiore e si arrotola le maniche della felpa, fermandosi un attimo in mezzo alla strada desolata che porta alla spiaggia.
Infondo, chi andrebbe mai al mare a Febbraio?
Nota che è davvero troppo il flusso di sangue, ma lo fissa impassibile. I suoi occhi farebbero paura a chiunque.
Sente di meritarselo.
Alza il viso in avanti e fa pressione con l'indice e il pollice sui tagli.
Zay, Zayn...Malik ti prego, salvami tu.
Non saprei chi altro potrebbe farlo.
-Stupido- si rimprovera mentalmente il castano, premendo di più sui tagli.
-Stupido, illuso, cretino e deficiente. Nessuno ti vuole, nessuno ti vorrà mai.-

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