Tenma stava per tornare a quell'accaduto passato, dandogli il pretesto per raccontargli in qualche modo la verità, quello che aveva passato dopo quella dichiarazione e il casino che aveva combinato rifiutandolo. Ma, giusto giusto, era stato richiamato dalla proprietaria proprio in quello stesso istante.
Accidenti, tutto che andava male e lui che invece di agire viveva passivamente ogni cosa che gli accadeva. Non era poi giusto incolpare la signora Mizuyaji per aver chiamato Tenma in quel momento, perché aveva tutte le sue ragioni; non era neanche giusto accusare il fato a cui neanche credeva. La colpa era sua e solo sua, che aveva avuto tre anni per agire e aveva continuato a vivere ignorando il passato, e ora che gli si presentava una vera e propria occasione, restava seduto a guardare il film della sua vita.
Erano troppi i pensieri che lo stavano tormentando, si rese conto.
Non si era mai sentito così e non comprese neanche lui come riuscì a rimanere apparentemente indifferente davanti a quella situazione. Dopo che Tenma era andato via, lui lo aveva solo seguito con lo sguardo per un po' e poi niente. Aveva riaperto il libro, si era morso il labbro inferiore e aveva ripreso a studiare, non prima di alzare nuovamente lo sguardo e incontrare per caso quello di Miyu, che brillava di esaltazione. Ma la ignorò, col solo pensiero di distrarre la mente in subbuglio. Quando Tenma tornò a consegnargli il panino, però, e si chinò per posarglielo sul tavolo, i loro occhi si incrociarono e il suo viso risultò vicino, troppo vicino, e il calore sulle guance, anche se leggero, non riuscì ad evitarlo.
Dopo quello, Tsurugi rinunciò a studiare, ormai conscio che la sua mente aveva preso una direzione del tutto differente e fra i suoi pensieri non c'era spazio per la medicina. E così passò il pranzo ad osservare Tenma, con sguardo che, sperava, non palesava interesse e le gambe che fremevano invitandolo ad andare dal castano.
Tenma era un disastro come cameriere, più volte aveva inciampato rischiando di far cadere quel che trasportava per terra e in continuazione portava a clienti ciò che non avevano ordinato (questo, in realtà, l'aveva fatto anche con Tsurugi, ma lui aveva evitato di lamentarsi.)
La verità era che Tenma aveva notato gli sguardi che gli lanciava il blu e, con quegli occhi addosso, si sentiva più goffo che mai. A volte boccheggiava nella sua direzione, convinto di dover proferire qualcosa, ma poi le parole gli morivano sulla punta della lingua. Distoglieva lo sguardo e riprendeva a lavorare, continuando però a sentire gli occhi di Tsurugi sulla schiena, per poi sbirciare per un attimo dietro ed accorgersi che non era così e sentirsi più stupido ancora. Si chiedeva qual era il motivo di quelle insistenti occhiate che stavano finendo per trasformare in un disastro il suo primo giorno di lavoro. Per un attimo gli balenò nella mente l'idea che il blu potesse provare qualcosa per lui, che scacciò subito, immediatamente. Era una mera speranza che, anche se il suo animo di sognatore gli suggeriva di alimentare, la sua piccola parte razionale era riuscita ad eliminare, sostituendola all'idea che Kyousuke stesse solo cercando di dirgli che dopo dovevano continuare la conversazione iniziata. Cosa che a Tenma non andava affatto di fare, pur consapevole che, se era vero che Tsurugi veniva spesso in quel locale, si sarebbe dovuto decidere ad affrontarlo.Quando Tsurugi vide Tenma entrare in una stanza riservata al personale per poi uscirne senza il cappellino con le sigle del fastfood e vestito normalmente, non più in divisa, si decise ad alzarsi ignorando persino le gambe assopite. Aveva aspettato che il turno di lavoro del castano finisse per andare a parlargli (per fortuna era bastata un'oretta) perché voleva evitare che Miyu si immischiasse nella faccenda, dato che indubbiamente quella lì aveva notato che qualcosa stava accadendo e da brava impicciona qual era, non voleva perdersela.
Era il momento, era la situazione perfetta per sistemare ogni cosa e non voleva gli fosse sottratta. Non si aspettava che il castano provasse ancora dei sentimenti per lui, affatto, e anche se fosse stato così era certo che se Tenma avesse accettato le sue scuse - cosa di cui era abbastanza convinto, conoscendo la natura del ragazzo - sarebbero dovuti ripartire da zero. C'erano troppe cose che ormai pensava non sarebbero più tornate, e che insieme a lui avrebbero dovuto tirare fuori dalla scatola del passato per riportarle a loro. Con calma senza dubbio, ma ci sarebbero riusciti. Fece il primo passo in avanti, dopo aver fatto un grande respiro e-
«Tsurugi~~» il buonumore impregnato in quel tono di voce troppo familiare risultò più irritante che mai, perché lo aveva appena interrotto dal suo obbiettivo. «Vai già via?» e si ritrovò faccia a faccia con una raggiante Miyu.
«Sì.» tagliò corto il ragazzo per poi continuare ad avanzare, scansando leggermente la ragazza alla sua destra. Fu un gesto inutile, perché prontamente Miyu scattò dinanzi a lui.
«Allora~ Dimmi, dimmi! Non è un semplice ex compagno di squadra quello, neh?»
Kyousuke le scoccò uno sguardo infuriato. Aveva già abbastanza problemi per la testa e un discorso quantomeno semidecente da dover elaborare per poi ripeterlo a Tenma. Miyu era l'ultimo dei problemi di cui voleva occuparsi e non aveva intenzione di perdere nuovamente l'occasione di cambiare le cose.
Sbuffò spazientito e continuò per il suo tragitto, ignorando i richiami della ragazza.
«T-Tsurugi!» quando Tenma lo vide avanzare verso di sé per poco non rischiò di rompersi il collo incespicando nei suoi stessi piedi. Il blu davanti a quella scena scosse il capo in un gesto esasperato che mise il castano in imbarazzo più di quanto già non lo fosse.
«Matsukaze.»
«Senti, prima ti stavo dicendo-» ma fu bloccato da Tsurugi, che si portò un indice sulle labbra e lo esortò a tacere.
Tenma restò perplesso davanti a quel gesto e sperò per un attimo che al blu non interessasse tornare a quel dibattito passato. Ma quando Kyousuke gettò indietro la testa, in direzione di Miyu - che si accorse, li stava fissando con un bizzarro sorriso sulle labbra - comprese tutto. Quella doveva essere una conversazione privata, non era molto bello ritrovarsi occhi estranei addosso. Anche se Tenma non si capacitava del perché la figlia della signora Mizuyaji li stesse fissando.
Forse non andava molto d'accordo con Tsurugi, ma era un ipotesi improbabile per lui, perché le era sempre sembrata molto gentile e disponibile, incapace di risultare antipatica agli occhi di qualcuno.
Il blu con un cenno del capo lo invitò a uscire fuori, lui annuì voltandosi per un ultima volta verso Miyu, trovandole il viso, inaspettatamente, contratto in un'espressione delusa.
Una volta fuori, Tsurugi lo trascinò lontano dalla vetrina del negozio - in una maniera per niente delicata e gentile - e dopo altri minuti che trascorsero in silenzio, Tenma fu sicuro che ora poteva finalmente parlare.
Il cuore martellava forte nel petto, l'ansia lo persuadeva, quell'orribile giorno stava rivivendo nella sua mente. Ma doveva parlare.
«Okay, Tsurugi.» e fece una lunga pausa, prendendo un grande respiro. «Quel che ti volevo dire prima è che... Mi dispiace, mi dispiace davvero tanto per quel che è successo. Io-»
«Non hai nessuna colpa.»
Tenma batté più volte le palpebre, sbigottito «Eh?»
Tsurugi sospirò, per poi inspirare profondamente, come se cercasse di incanalare dentro di lui più coraggio che potesse. «Anche a me dispiace per quello che è successo. È successo in fretta e anche alla fine dell'anno scolastico, lasciando ben poco tempo per agire e pensare decentemente.» si fermò, cercando lo sguardo del centrocampista, come per conferma che stesse seguendo il suo discorso.
«Ci ho pensato molto in questi anni, e non credevo ci saremmo mai più incontrati. Non ho pensato a questa evenienza, ma c'è comunque una cosa che ho sempre voluto dirti... Non è colpa tua. Okay?» Sembrava davvero difficile per lui tirar fuori quelle parole, notò Tenma. E quest'ultimo non poteva evitare di sentirsi dopo ognuna di esse sempre più sollevato, come se stesse togliendo ad uno ad uno i macigni che gli erano rimasti sul cuore dopo quel giorno. Stessa cosa accadeva a Tsurugi, che si era finalmente liberato un peso dalla coscienza.
«Io penso che, beh, forse anch'io mi ero innamorato di te, ma non sapevo come agire. Non mi è mai importato molto dell'amore e di questa roba, quindi... Beh, è successo quel che successo.» Il castano era rimasto fermo al "innamorato di te" col cuore che batteva all'impazzata. Certo, era un verbo al passato, e c'era davanti anche un irritante forse. Eppure, aveva passato le giornate a pensare a Tsurugi, a darsi dell'idiota per aver rovinato tutto. Non riusciva ancora a credere a quello che stava accadendo. E non riusciva a dare la colpa al blu se tutto quello era accaduto, del resto era più che legittimo reagire in quel modo.
«Tu... Eri innamorato di me?» fu l'unica cosa che però riuscì a dire, nonché frase che ancora rimbombava nella sua testa. Tsurugi arrossì leggermente, o almeno gli sembrò così, perché si voltò di lato prima di borbottare irritato un 'forse'. Probabilmente una qualsiasi persona normale sarebbe rimasta delusa da quella risposta. Ma per Tenma era diverso; era troppo felice che tutto si stava sistemando e la probabilità che Tsurugi provasse dei sentimenti per lui - nonostante l'avesse capito dopo un po' troppo tempo - lo riempiva di gioia. Gli dava una forte e piacevole scarica su tutto il corpo.
Sorrise gioioso.
«Va beh, non ha importanza. Mi dispiace per tutto quel che è successo.» disse avvicinandosi di poco al blu. «Ora però, vorrei solo... Solo tornare come prima. O qualcosa del genere- o di più, c-cioè-» e abbassò imbarazzato lo sguardo. Sapeva di aver appena chiesto troppo e temeva di aver appena rovinato tutto per la seconda volta.
«Possiamo ricominciare.» disse però Tsurugi, sciogliendo ogni preoccupazione. E alzare lo sguardo in quel momento, e incrociare quello di Kyousuke trovando sul suo volto un impercettibile sorriso fu qualcosa di magnifico. Sentì il cuore battere forte e non riuscì a contenere l'immensa gioia; si lanciò letteralmente addosso al blu e lo strinse più forte che poteva.
Era un momento magnifico e lo sarebbe stato ancora di più se Tsurugi avesse ricambiato la sua sorta di goffo abbraccio, ma forse era pretendere troppo anche quello. Non fu molto bello, ma fu spinto lontano con una manata sulla fronte.
«S-scusa-!» si affrettò a dire davanti lo sguardo irato del blu. Quello, con la mano ancora sulla sua testa però abbandonò la stizza per sorridere nuovamente e iniziò a carezzargli lentamente i capelli. Tenma avvampò.
«Un passo alla volta.» disse il più grande e poi iniziò a camminare lasciando davanti al Newstart un Tenma ancora troppo emozionato per sapere come agire. Almeno così finché in un paio di secondi elaborò per bene la situazione e dopo aver gridato un 'Aspettami!' gli corse dietro sorridente.
E mentre si allontanavano, Tsurugi si girò un attimo per contemplare la sigla a caratteri cubitali che dava il nome al fast food. Si chiese se fosse stato un caso che tutto quello fosse successo lì.«Senti, ma... Non è che ricominci a giocare a calcio, vero? Fa strano pensare che... Beh, tu studi medicina. Cioè, nel senso che-»
«C'è posto nella tua squadra?»{ angolo autrice.}
Ed eccoci alla fine! Salve a tutti, questa è la mia prima storia. > <
Era un po' corta, lo so, ma si trattava di una trama semplice quindi non avrebbe avuto senso allungarla. Spero vi sia piaciuta comunque! alla prossima ~
Fernweh.
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тнe newѕтarт: dove rιcoмιncιare
أدب الهواة[[ ĸyoυтen ; мιnιlong - тre capιтolι ; preѕenza dι orιgιnale cнaracтerѕ ]] daʟ тeѕтo: Non ne aveva parlato con nessuno, si era tenuto tutto dentro, aveva continuato le giornate come sempre, senza che nessuna emozione legata a quell'accaduto facesse...