Capitolo 13

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I giorni passarono. Hermione era tornata nel suo dormitorio il mattino seguente, dopo la notizia. Era molto diversa, se ne accorsero tutti. Aveva le occhiaie scurissime, segno che non dormiva. I capelli più in disordine del normale. Camminava a testa bassa, non parlava a nessuno. Non rispondeva nemmeno alle domande dei professori durante le lezioni. Non era da lei. Quando si trovava in corridoio, tutti la guardavano, ma non osavano a parlarle. Neppure i Serpeverde  la insultavano. Dopo la guerra, molti avevano perso la vita, e tutti sapevano come ci si sentiva. Harry, Ron e Ginni cercavano di farle strappare un sorriso, lei però, si limitava a guardarli e dire "Tranquilli ragazzi, tutto bene."
Voleva, anzi no, non voleva, dato il brutto colpo subito, ma semplicemente parlare, o meglio,  chiarire con Draco. Lo vedeva passare, ma non aveva mai il coraggio di fermarlo.
Così, decise di seguirlo. Una mattina di metà gennaio, iniziò a controllare ogni suo movimento. Lasciò la colazione ed i suoi amici con una stupida scusa, e si diresse verso il bagno "di Mirtilla Malcontenta". Non era proprio suo, ma stava sempre li. Il ragazzo si fermò sulla soglia. Hermione si nascose dietro un angolo, proprio come l'uscita a Diagon Alley.
"So che sei li, Granger"

-porco Salazar-
Come diavolo aveva fatto a capire che era seguito?
"Vieni fuori."
Più che una domanda, o un'affermazione, era un ordine.
La ragazza si limitò a camminare vicino all'angolo. Erano a qualche metro di distanza. Lui inizió a venirle incontro.

"Perché mi segui? Ti piaccio forse?"
Il solito ghigno apparve sulle sue labbra.
"C-cosa?  No che dici!" Hermione era parecchio in imbarazzo.

"Senti Granger-"

-come cavolo fanno i maschi, a cambiare tono da un momento all'altro? - si ritrovò a pensare.

"Mi dispiace. "
No! No! No! Stava cercando di dimenticare, almeno per poco, l'accaduto.
La ragazza abbassò il viso, tentando di trattenere le lacrime. Draco con due dita, le alzò il mento. Hermione si sorprese di questo gesto, ed i suoi occhi dicevano proprio quello che pensava.
"No, non mi fa schifo toccare una Mezzosangue." Aveva un tono di voce, divertito, quasi esilarante.

"Se non sbaglio, non è la prima volta che ti tocco, a Diagon Alley, in biblioteca, in infermeria..."
Cosaaa?! Si ricordava tutto ciò?!

"Mi dispiace. Sul serio."

"N-non ti preoccupare-" Le lacrime se ne stavano andando.

"Volevo chiarire, io non c-credevo che fossi tu, in infermeria..."

"Sicura? Beh, morbidi i tuoi capelli."
Quel tocco. Quel tocco così dolce e rilassante.
Hermione accennò un sorriso, per la prima volta, dopo quel fatidico 7 gennaio.
"Grazie Malfoy."

"Non ti ci abituare Granger."

"Agli ordini capo!" Disse la ragazza imitando la voce di un soldato.
Risero tutti e due. Un riso sincero.
Poi ci fu silenzio, si guardavano. Che bei occhi che aveva Draco. E, qualcosa, si qualcosa scattò in loro. Sentirono entrambi un nodo allo stomaco. Istintivamente Malfoy, fece un passo verso la Granger, e con il braccio fece per cingerle la vita, ma si fermò in tempo. Hermione, dal canto suo, capendo quello che Draco voleva fare, lo guardó imbronciata, e, notando un leggero imbarazzo nei suoi occhi, lo abbracciò. Ma non si rese conto di nulla. Era come se fosse uscita dal suo corpo per pochi secondi, giusto il tempo di circondargli i fianchi e stringersi a lui. Lui fece lo stesso, si sentivano entrambi sicuri. Stettero così per un tempo non definito. Poi sis lasciarono.
"C-ci vediamo Malfoy."

"Granger."

Sì divisero. Uno da una parte e una dall'altra.
Andarono entrambi a dormire ripensando a quell'abbraccio. Cosa stava succedendo dentro di loro?

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