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STORIA RIMOSSA
IN FASE DI EDITING PROFONDO
FUTURA PUBBLICAZIONE
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Nel momento esatto in cui le ruote dell'aereo toccano il suolo italiano, io comincio a seriamente preoccuparmi per quello che mi aspetta appena scenderò a terra: nel giro di una mezzora uscirò dall'aeroporto insieme a Stefania e finalmente conosce...

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Nel momento esatto in cui le ruote dell'aereo toccano il suolo italiano, io comincio a seriamente preoccuparmi per quello che mi aspetta appena scenderò a terra: nel giro di una mezzora uscirò dall'aeroporto insieme a Stefania e finalmente conoscerò i suoi genitori. E suo padre. L'uomo che senza neanche conoscermi mi ha sempre guardato in cagnesco dal portaritratti in camera di Stefania.

Mi metto a osservarla mentre si passa le dita fra i capelli, guardandosi sul piccolo specchio che porta sempre con sé nella borsa. La conosco abbastanza da riuscire a leggerle in volto la felicità di essere tornata a casa, forse ancora di più perché ci sono anch'io con lei, ma anche il nervosismo per quello che le ho detto poco dopo il decollo. Ho pensato e ripensato se seguirla o meno, stanotte, incerto se accettare il dolce destino oppure rimandarlo. Alla fine, però, eccomi qui.

«Allora, qual è il piano?» fingo di essere scocciato giusto per godere ancora un po' della sua reazione.

Mi guarda, ma non risponde.

Mi sforzo di apparire serio, ma vorrei ridere. Non mi capacito ancora di come lei abbia potuto insinuare anche per un solo istante che io non sia più innamorato di lei e abbia bisogno di fingere un sentimento. «Cosa devo dire? Come vuoi che mi comporti davanti ai tuoi?»

Scuote la testa, ignorando ancora la mia domanda e si dedica all'applicazione di un velo del solito lucida labbra.

«Posso toccarti? Prenderti per mano? Devo baciarti? Dimmi tu.»

«Comportati con naturalezza. Ma bene.» mi dice ora, guardandomi dritto negli occhi.

Annuisco, scrutando l'intensità degli occhioni scuri che mi hanno stregato fin da quando l'ho vista la prima volta. «Non voglio mettermi in cattiva luce davanti a tuo padre.»

«Non lo farai, sempre che ti comporti bene. Ricordati che è stato un militare, tiene molto alla disciplina ed è sensibile a ogni atteggiamento sospetto.»

Sbuffo, sinceramente affranto. «Grandioso.»

«Che ti prende?»

«Adesso muoio proprio dalla voglia di scendere da questo aereo e conoscerlo!»

Inutile dire che me la sto facendo addosso. Non mi è mai capitato di temere il giudizio di un'altra persona che non sia mio padre.

Stefania soffoca una risata tra i denti e mette via la trousse. «Non fare il cacasotto, adesso! Sei molto più uomo di così!»

«Il mio italiano fa schifo.» borbotto, cercando altro di cui lamentarmi.

«Non è vero, non è poi così malvagio! E poi papà ha lavorato all'Estero per diversi anni. Parla quattro lingue tra cui l'inglese... Tra l'altro è lui che mi ha iscritta al corso intensivo al British Institute. Ha sempre sostenuto che studiare le lingue straniere sia in grado di metterci in contatto con il resto del mondo.»

Il confine di noi 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora