Avere pochi anni di differenza, ci ha permesso di stringere amicizia da subito,
scoprendo che possiamo essere ottime amiche al di fuori del lavoro. In studio
manteniamo un rapporto più distaccato e formale, ma nelle nostre serate tra donne,
siamo molto intime.
«Volevo dirti che le bozze del manifesto della compagnia telefonica mi hanno molto
colpito. Eh! La mia bambina sta crescendo!»
Quando mi accorgo di aver lavorato ininterrottamente per quattro ore di fila,
comincio a sentire un disperato bisogno di caffè. Io vivo di caffè. In pratica io e la
caffeina abbiamo un rapporto di odio amore che ci sostiene a vicenda, io la utilizzo
per ricavare quante più energie possibili dal mio corpo e dalla mia mente
spremendomi come un limone, lei in cambio si prende i miei nervi e qualche notte
insonne.
«Essi mia cara, piccole donne crescono! Quindi... anche il nuovo marchio che ho
ideato, ti ha convinto?!»
Faccio una piccola smorfia di apprensione mentre aspetto in totale apnea la risposta
del mio capo.
Il grugnito di disappunto di Lisa smonta all'istante tutte le mie speranze facendomi
espellere l'aria trattenuta con un grosso sospiro.
«Non esattamente... lo sai che lo trovo ancora troppo eccessivo, io sono per le linee
semplici, ma l'ho mostrato alla riunione dello staff proprio ieri e ha avuto un notevole
successo. Aspettiamo, però, ancora il lascia passare di Jonathan, il contatto ce l'ha
passato lui e quindi spetta a lui l'ultima parola.»
«Oddio, lo vedrà London in persona? Sei certa che le bozze vadano bene? Possiamo
rivederle insieme e buttare giù qualche altra idea!»
L'ansia mi costringe a passeggiare nervosamente per il mio piccolo studio facendomi
mordicchiare l'unghia del pollice sinistro. London è un pezzo da novanta e finora i
miei lavori sono passati solo sotto il giudizio critico del mio capo.
«Rilassati cara, John non capisce un fico secco di grafica, anche se a lui piace credere
il contrario. Lo farà visionare alla sua squadra e avrai un sì. Li conosco uno per uno e
saranno soddisfatti del tuo lavoro, anche se il marchio...»
«Ok, ok! Lo rivediamo insieme domani. Linee semplici... ho capito!»
Sbuffo contrariata.
«Brava bambina! Voglio le brochure pronte sulla mia scrivania domani mattina alle
9:00!»
Faccio una smorfia di disapprovazione, odio quando mi dice "brava bambina" o mi
chiama "bambina mia" davanti ai miei colleghi. Quei due anni in più a volte le danno
alla testa!
«Tiranna!»
«Oh si mia cara, e non hai ancora visto niente!»
Dopo la telefonata, che mi ha portato via mezz'ora di tempo, sono di nuovo davanti
al mio computer, pronta a rimettermi al lavoro. La chiacchierata mi ha dato modo di distrarmi, anche se comincio ad agitarmi un po' per quel dannato marchio su cui ho
lavorato per settimane. Inizio a credere che convincere Lisa con le mie idee diventerà
un'impresa titanica.
Le brochure della nuova palestra glamour per figli di papà sono pronte. Certo, sono
solo delle bozze, ma quando mi soffermo sull'impaginazione comincio a sudare
all'idea di doverle rifare altre dieci volte per soddisfare l'idea di semplicità di Lisa.
I toni del verde mela e dell'azzurro cielo mi erano parsi i più adatti a rappresentare un
luogo asettico e pieno di comodità come la palestra extra lusso "Energy plus", ma
forse avrei dovuto usare colori caldi per dare l'impressione di calorie bruciate e
d'intensa attività fisica.
Sbuffo sonoramente davanti allo schermo illuminato del mio Mac. Sono a un punto
morto in questo progetto e, non posso fare a meno di estendere il pensiero anche alla
mia carriera in generale. Da qualche tempo mi sento fossilizzata su lavori superficiali,
di poco conto, mi servirebbe uno stimolo, l'incarico giusto per spiccare il volo e
farmi un nome nell'ambiente della grafica.
Guardo l'orologio rosso appeso alla parete stupendomi dell'ora tarda. È sicuramente
arrivato il momento di fare una pausa, magari per andare a comprare la cena
d'asporto al cinese sotto casa.
Lancio un'occhiata ai miei comodi pantaloni di lino beige e la t-shirt bianca aderente
e un po' logora e decido di non avere la minima voglia di cambiarmi. Indosso, però,
il mio adorato trench rosso scarlatto, c'è sempre tempo per un capo fashion!
Passando davanti al disimpegno per prendere le chiavi nel vuota tasche, indugio
davanti al grosso specchio. Gli occhi nocciola arrossati sono un chiaro segno delle
troppe ore passate davanti al pc, sciolgo i capelli lisci e biondi che ormai arrivano alla
schiena cercando di ravvivarli un po'.
Mi sento stanca e il mio aspetto chiaramente sotto tono non può che confermarlo.
Abituata come sono a truccarmi anche per uscire a fare brevi commissioni, decido,
con un po' di titubanza, che per una volta posso fare a meno di nascondere i miei
occhi dietro lo strato di rimmel...CONTINUA!
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Solo un attimo (Qualcosa è cambiato #1)
ChickLitSarah è una donna determinata e costantemente concentrata sul suo lavoro di grafica pubblicitaria. Nella quotidianità non c’è spazio per l’amore, i suoi progetti potrebbero decollare da un giorno all’altro e le sue due amiche e confidenti condividon...