danze eterne

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Eravamo lí, seduti su quelle poltrone che puzzavano di burro e pop-corn. Non sono del tutto sicura che sia un evento "reale" nel vero senso della parola cioè sembrava tutto come in un sogno! Perché affermo questo? Si staranno chiedendo alcuni di voi; bhe lo dico perché TUTTO era perfetto nella sua imperfezione. Non eravamo capitati esattamente al centro della sala (in realtà eravamo all'estrema destra) ma, a differenza del mio modo di essere, non mi importava. Sinceramente avevo scelto il film facendo la conta. Non mi importava.
Lui mi stava parlando ma io non lo ascoltavo: ero troppo presa a fissarlo. Cercavo con tutta me stessa di assimilare i suoi tratti nella mia mente esattamente come una spugna. Lo facevo sempre con le persone a cui volevo bene. Non so perché. Era come se la mia mente si rifiutasse di voler dimenticare. Le chiamavo "foto mentali". Le foto mentali sono sempre quelle più malinconiche e belle perchè quando le rispolveri non ricordi quanto era giovane la persona nella foto ma solo l'amore che provavi per lei in quel momento.
Lui richiamò la mia attenzione e, senza preamboli, lo baciai.
Era il bacio più bello di tutti. Una piccola danza di lingue e bocche che non voleva finire ma durare in eterno come le danze eterne degli indiani attorno al fuoco.
Con una mano cercavo di attirarlo più vicino, tirandolo. Lui mi mise una mano dietro la nuca cercando di avvicinarsi ancora di più: l'unica cosa che ci separava era il manico della poltrona, oltre i nostri vestiti.
Appena ci staccammo, scoppiammo a ridere: una risata invidiata dagli angeli e ambita dai demoni.
Non so cosa significhi "reale" ma penso che questo sia il ricordo più reale che ho.

Mi dispiace di aver pagato il biglietto per il film "la pazza gioia". Deve esser stato davvero un bel film, ma io non l'ho visto.

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