Capitolo 1 - Ricordi

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Una stanza buia. Solo una piccola lampadina produceva una leggera luce soffusa, che andava ad illuminare i muscoli ormai stanchi del licantropo incatenato alla parete. Del sangue colava dalle ferite sparse per tutto il corpo, impregnando l'aria di un fastidioso odore di umida sofferenza. Improvvisamente, la piccola porta di ferro posta sulla parete di fronte si aprì, permettendo l'ingresso del carnefice. Un feroce ringhio si dilagò per la stanza, come in segno di sfida.
«Ah, non fare il lupetto feroce con me Derek, non mi spaventi.»
«Pezzo di mer...»
Una forte scarica elettrica non permise all'ex Alpha di finire la frase, lasciandolo agonizzante e senza forze. Gli rimaneva ormai poco tempo, prima o poi avrebbe ceduto alla morte.
«So cosa stai pensando, ma non ti permetterò di morire, per il momento. Ho bisogno di te per tenere a bada questo ragazzino qua dentro.»
A quelle parole il Nogitsune toccò la propria tempia come ad indicare che ormai, di Stiles, rimaneva solo un fumo di coscienza. Ma come, il tenere prigioniero Derek, poteva in qualche modo non far emergere il vero Stiles? Con un filo di voce il licantropo cercò una risposta.
«Perchè?»
«Rispondimi Derek, qual è l'unica cosa per cui vale la pena morire?»
«Non risponderò a questi patetici indovinelli!»
«Rispondi! Sai che sto tenendo questo corpo solo per giocare un po'. Potrei anche lasciarlo libero se risponderai in maniera corretta... oppure non ci metterei tanto ad uccidere il piccolo ed indifeso Stiles.»
Il demone prese un lungo coltello dal tavolo accostato alla parete, conficcandoselo con forza nel braccio sinistro e facendolo roteare per aprire per bene la ferita, facendo scorrere il sangue molto velocemente al di fuori di essa.
«E va bene basta! La libertà. La risposta è la libertà!»
«Non sono d'accordo con te, questione di punti di vista.»
«Tu...»
«Sai Derek, dovresti imparare a non fidarti di una volpe.»
Una scarica elettrica ancora più forte pervase il corpo del moro, portandolo, in pochi istanti, a svenire.

---

Un urlo nella notte svegliò lo sceriffo di Beacon Hills che, allarmato corse nella camera del figlio per rassicurarlo. Erano ormai mesi e mesi che Stiles faceva quel tipo di sogni, ricordando ogni singolo momento da quando aveva ceduto il controllo al Nogitsune, facendo del male alle persone a lui più care. Ricordava bene quando dopo aver ripreso conoscenza aveva visto il corpo di Allison tra le braccia del suo migliore amico. Ricordava quando qualche momento dopo anche Aiden, combattendo contro gli Oni, aveva perso la vita. E lui sapeva che era tutta colpa sua, perchè era debole, perchè non avrebbe mai dovuto cedere al potere del demone, perchè era soltanto uno stupido umano. Era colpa sua se anche l'ultimo degli Argent aveva abbandonato la contea per poi seguire i Calavera. Era colpa sua se Isaac, per dimenticare tutto, era partito. Era colpa sua se Ethan aveva perso il proprio fratello ed abbandonato il proprio amore. Era colpa sua se il proprio migliore amico aveva perso il suo primo amore. Era colpa sua se Derek Hale, dopo il ritorno di Kate Argent, aveva deciso di andare via senza più fare ritorno.
«Stiles calmati! Pensavo che questi sogni fossero finiti!»
Lo sceriffo era seriamente preoccupato.
«Scusa papà non volevo svegliarti. Torna pure a dormire, è tutto a posto.»
Stiles mentiva. Se quei pensieri invadevano ancora la sua mente un motivo c'era, ma neanche lui sapeva spiegarsi il perchè. Forse il fatto che la porta non fosse ancora chiusa. Forse il fatto che niente era come prima. Forse il fatto che...
La sveglia suonò interrompendo all'improvviso i suoi pensieri.
«Oh cavolo!»

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«Hey, Stiles!»
Il ragazzo si voltò, vedendo il migliore amico dirigersi a grandi passi verso di lui. Sul volto un'espressione stranamente eccitata.
«Hey amico! Perchè hai quell'espressione inquietante da lupo euforico?»
Il sorrisetto dell'amico parve aumentare in seguito a quella frase.
«Ieri ero nel bosco e ho fiutato qualcosa! Ho un presentimento e tu devi seguirmi! Niente scuola oggi!»
«Tu sei pazzo Scott! L'ultima volta che abbiamo evitato la scuola per andare nel bosco abbiamo incontrato mio padre ricordi? Non credo che mi lascerebbe più vedere la luce del sole se ci scoprisse! Credo che prima o poi mi sparerà in una gamba pur di tenermi a bada...»
Fece una piccola pausa per poi riprendere a parlare.
«Oh, e va bene andiamo!»
Scott si mise a ridere fragorosamente prendendo l'amico per il braccio e trasportandolo letteralmente fino alla Jeep blu parcheggiata poco più avanti.
Durante il viaggio verso la parte del bosco più lontana da casa Stilinski, Stiles cercò in tutti i modi di capire il motivo per cui avessero marinato la scuola, ma l'amico sembrava deciso a restare in silenzio con lo stesso sorriso stampato in faccia, il suo solito sorriso irritante da "non puoi immaginare cosa è successo".
Parcheggiò l'auto sul ciglio della strada per poi farsi guidare dall'amico. Improvvisamente la strada risultò familiare.
«Per quale motivo stiamo andando a Villa Hale?»
Stiles divenne improvvisamente serio. Quel posto portava alla luce tutti i ricordi riguardanti Derek, quelli che lui stava cercando di stipare in un angolo del suo cervello. Il perchè neanche lui lo sapeva, ma il fatto che quel Sourwolf se ne fosse andato molto tranquillamente senza neanche avvisare lo faceva incazzare e soffrire allo stesso tempo.
«Ieri ho fiutato l'odore di Derek. Penso che possa essere tornato.»
«E' normale che ci sia il suo odore qui intorno, amico. Diamine, ha passato l'intera vita in questo posto. Sarà soltanto qualche sua vecchia coperta.»
«E' un odore recente Stiles. Cose...»
«Cose da lupi ho capito!»
I due si diressero verso la villa, fermandosi sull'uscio per un istante prima di aprire la porta. Dentro era rimasto come l'ultima volta, vuoto e polveroso.
«Cosa ti avevo detto? Niente Derek! Forza amico andiamo via.»
Il cuore di Stiles aveva aumentato il suo battito a quel pensiero, ma, come previsto, si era rivelato tutto un errore.
«Stiles.»
«Si?»
«E' quì.»


L'unica cosa per cui vale la pena morire. ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora