Capitolo 6 - Ulfhedinn

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Era circa l'una di notte e Stiles continuava a rimuginare su se stesso e su tutto ciò che gli stava accadendo in quei giorni. Si trovava accanto alla persona che aveva imparato ad amare e soprattutto aveva ricevuto il morso, rendendolo più potente, ma, probabilmente, facendo anche emergere l'oscurità insita nel suo cuore. Si rigirò tra le coperte fino a trovarsi faccia a faccia con Derek. Stiles non l'aveva mai visto in quello stato, così dolce e indifeso durante il sonno quanto perfettamente sexy e ammaliante nel resto della giornata.
«Derek? Sei sveglio?»
Gli mise una mano sul braccio, provando a svegliarlo il più dolcemente possibile.
«Ehi, non riesci a dormire?»
«Stavo pensando...»
«A cosa?»
«A tutto... a me... a te... a noi... a quello che sta succedendo... a quello che sono diventato e a quello che probabilmente diventerò... cioè è tutto così nuovo... io sono sicuro di amarti ma non ho mai provato niente per nessun uomo... non che non ci abbia mai pensato ma non è la stessa cosa... e poi mi ritrovo con te... con il lupo più scontroso, irritante, cinico...»
«Ok, ok, ho capito!»
Sorrise leggermente accarezzandogli la guancia per rassicurarlo.
«Stiles è una cosa nuova anche per me, ma che importanza ha?»
«Non lo so, ho solo paura. Continuo a sentire una strana sensazione, come se ci fosse qualcosa di sbagliato.»
«Intendi...»
«No, non tra noi due. Io ti amo Sourwolf e questo è l'unica cosa di cui sono certo.»
Gli prese la mano, portandola lentamente a contatto con il suo petto.
«Puoi sentire che dico la verità.»
«Mi basta guardarti negli occhi.»
Si diedero un tenero bacio sulle labbra, poi si addormentarono, l'uno nelle braccia dell'altro.

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Buio. L'oscurità avvolgeva l'intera stanza. Soltanto la luce del sole che penetrava dalle tende sulla finestra permetteva a Stiles di vedere la figura di Derek di fronte a lui. Provò ad avvicinarsi facendo però indietreggiare l'altro.
«Derek?»
Porse una mano verso il moro, come a volerlo raggiungere e solo allora si accorse che Derek era intimorito proprio da lui. Le sue mani erano completamente coperte di sangue.
«Derek cosa sta succedendo?»
Il maggiore si avvicinò finalmente a lui, rivelando una serie di tagli e graffi sparsi per il corpo.
«Oh merda! Sono stato io vero? Te l'avevo detto che c'era qualcosa di sbagliato... io...»
Derek si avvicinò a lui, posandogli le mani sui fianchi, accarezzandoli dolcemente con le dita.
«Non preoccuparti Stiles. Le ferite guariranno presto, non è colpa tua.»
«Non preoccuparmi? Guarda cosa ti ho fatto!»
«È normale, sei appena stato trasformato ed è ovvio che tu non abbia ancora il controllo.»
Stiles si diresse verso il bagno per pulirsi dal sangue e vestirsi.
«Cosa stai facendo?»
«Devo andare a parlare con qualcuno.»
«Sono le cinque del mattino, Deaton aprirà solo tra un ora. Almeno fai colazione con me.»
«E va bene. Ma dopo tu vieni con me e ti fai curare quelle ferite.»
«È una specie di compromesso?»
«Sai, a volte sei più irritante di me, Sourwolf.»

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«Allora? Ha trovato qualcosa?»
Stiles era impaziente. Doveva scoprire il perché di quell'oscurità ancora così presente dentro di lui e soprattutto doveva sapere perché aveva quella strana sensazione di sbagliato.
«Non è facile Stiles. Ti avevo avvertito tempo fa che l'oscurità non sarebbe mai scomparsa del tutto. Il fatto che tu abbia queste sensazioni non vuol dire che ci sia qualcosa di sbagliato in te.»
«No, certo! Ho solo quasi ucciso la persona che amo!»
Derek lo guardò dolcemente.
«Non ci saresti mai riuscito.»
«Hai visto quello che ti ho fatto Derek.»
«Erano graffietti, niente di che.»
«Ah si? È per questo che mi tenevi a distanza?»
«Ti tenevo a distanza perché per difendermi avrei potuto farti male.»
«Ti ricordo che sono stato morso anche io!»
«E nonostante ciò sei rimasto il gracile e indifeso Stiles di sempre!»
«Cosa?! Potrei farti del male in qualsiasi occasione!»
«Intendo dire che non potresti farmi del male perché, per qualche motivo, anche da licantropo non hai un briciolo di forza.»
«Prova a ripeterlo!»
Deaton si intromise.
«Cosa hai detto?»
«Che anche se la sua capacità di essere irritante è notevolmente aumentata, la sua forza è la stessa di sempre.»
Stiles sbottò.
«Stupido Sourwolf.»
Subito il veterinario si mise a cercare una delle sue ampolle per poi estrarne, dalle tante, una contenente una polvere che Derek riconobbe come quella di sorbo. Con un gesto circondò Stiles, creando uno scudo trasparente attorno a lui.
«Cosa sta facendo?»
«Attraversalo.»
«Non sono Scott. Non sono fatto per queste cose.»
«Fallo e basta.»
Con un po' di timore Stiles fece un passo, sorpassando senza difficoltà la polvere.
«Come pensavo.»
«Cosa succede Doc?»
Derek e lo stesso Stiles erano rimasti spiazzati. Com'era possibile che potesse sorpassare quella barriera senza la minima difficoltà.
«È semplice, non sei propriamente un licantropo. Il morso ti ha trasformato in un qualcosa di più umano, un Ulfhedinn.»
«Un che?»
«L'Ulfhedinn è una creatura molto vicina ai licantropi per aspetto, in quanto è in grado di far spuntare zanne e artigli, ma rimane attaccato talmente tanto alla sua parte umana da non sviluppare alcuni poteri come la forza o la velocità.»
Quelle parole instaurarono in Stiles un forte senso di delusione, dopo tanto tempo aveva pensato di potersi rendere utile per il branco, ma le sue speranze erano state ridotte completamente in frantumi.
«In poche parole l'unica cosa che è cambiata è che dovrò iniziare a limarmi le unghie.»
Vedendo il ragazzo rabbuiarsi, Deaton lo rassicurò.
«No, vedrai col tempo che, anche se con meno efficacia rispetto ai licantropi, i tuoi sensi sono sviluppati e le tue ferite possono guarire. Inoltre, il sorbo non ha effetto con te e lo strozzalupo ti indebolisce togliendoti temporaneamente i poteri ma non ti uccide.»
Il ragazzo alzò il volto, attirato da quella frase.
«Poteri?»
«Diciamo che ho molto da insegnarti Stiles. Un Ulfhedinn è capace di utilizzare particolari poteri, similmente a come facciamo noi Druidi.»
«Doc da oggi ha un nuovo apprendista!»

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«Quindi? Perché ci hai fatto riunire qui con così poco preavviso?»
Lydia si alzò dal divano, spazientita per l'inspiegato silenzio di Stiles.
«È che... è difficile...»
Stiles si morse il labbro, sapeva che probabilmente si sarebbe pentito del discorso che stava per fare.
«Ok, prima cosa. Io e Derek stiamo insieme.»
Liam, seduto accanto a Scott, scoppiò in una fragorosa risata, smorzata subito da uno sguardo minaccioso di Derek, che, a sua volta, prese a parlare.
«Sta dicendo la verità. E questo vi deve bastare.»
La maggior parte del branco era rimasto a bocca aperta per la notizia, tutti tranne Scott.
«Che avete tutti quanti? Non è mica una grossa sorpresa! Quei due si stuzzicano da quando si conoscono.»
Stiles gli rivolse un sorriso, sicuramente il suo migliore amico aveva capito da tempo come andavano le cose.
Lydia si sedette con un gran tonfo sul divano, non si sarebbe aspettata quella notizia, certo, non che fosse un problema, ma sapere che lo Stiles che gli stava dietro da anni adesso aveva cambiato completamente preferenze restava una cosa alquanto sconvolgente; non che le importasse in altro senso, del resto lei aveva Parrish.
«Quindi siamo qui solo per questo?»
«No, beh, avete già saputo della mia trasformazione e...»
Malia intervenne.
«Io voto per Stiles come nuovo Alpha! Non te la prendere Scott.»
Quella frase le fece solo guadagnare una serie di occhiate confuse.
«Dicevo...credevo di essermi trasformato in un lupo mannaro ma ho scoperto che non è così.»
Iniziò a raccontare tutti i dettagli che Deaton gli aveva spiegato, approfondendo con particolare piacere la parte sui poteri magici. Più raccontava e più prendeva atto di quello che gli stava capitando. Tutto quel potere era veramente un fatto positivo? E se l'oscurità avesse preso il sopravvento come era successo con il Nogitsune?
La voce di Liam interruppe i suoi pensieri.
«Beh, almeno non dovremo più salvarti le chiappe, spero.»
«Ma lui che ci fa qui? I bambini non dovrebbero essere a nanna a quest'ora?»
Il beta sbuffò, andando ad affondare la testa nell'incavo del collo di Hayden così da farsi consolare. Improvvisamente le risate provocate da quella scena vennero smorzate. Un feroce ringhio gelò l'aria.

Successe tutto molto, troppo, velocemente. Il buio. Poi il caos.

Quando Stiles riprese conoscenza riuscì solo a scorgere un'ombra catapultarsi fuori dalla grande vetrata del loft. Si guardò intorno. Alcune parti delle pareti erano imbrattate di sangue. Cercò di alzarsi ma un dolore lancinante lo fece collassare a terra. Un grosso taglio gli aveva reciso la carne della gamba sinistra, facendo fuoriuscire una grande quantità di sangue.
«Merda...»
Si guardò intorno, notando Scott, Derek e Liam in piedi davanti a lui e coperti da diversi graffi. Dietro di loro gli altri sembravano più o meno illesi. Malia fu la prima a parlare.
«Che razza di licantropo era quello?»
Stiles non conosceva la risposta, ma sapeva qualcosa. Aveva già visto quell'ombra.
«Non so che creatura fosse quella ma credo di sapere il perché della sua visita.»
Alzò il dito, indicando la porta d'ingresso. Un nome scritto a chiare lettere con del sangue. STILES.
«È venuto per reclamare.»

L'unica cosa per cui vale la pena morire. ~ SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora