13 maggio 2003
Buonanotte diario,
è vergognosamente tardi, lo so.
Oggi ho avuto una giornata pessima,
ma voglio continuare quello che ti stavo scrivendo ieri.
Sarò celere, per quanto possibile.Allora...
Portammo a casa Jakob e fin da subito ci accorgemmo che era diverso dagli altri bambini.
Quando era sveglio niente di che: poppava il suo latte e giocava con noi.
I problemi sorgevano tutte le volte che si addormentava.
Tu dirai: è un neonato, dorme l'ottanta per cento del suo tempo.
Hai ragione e la cosa sconvolgente è proprio questa.
Tutte, e sottolineo tutte, le volte che si addormentava Jakob urlava come un dannato.
Non so se fossero coliche o semplicemente incubi, non lo so.
Lui gridava e gridava fino a che non si svegliava.Un pomeriggio, avrà avuto sei mesi, eravamo a casa di amici e lui si era addormentato tra le mie braccia.
Io non lo appoggiai sul divano, per comodità preferii tenerlo con me, quando all'improvviso si fece rosso in volto e iniziò a strillare nel sonno.
Mi spaventai e cercai di calmarlo, ma lui si irrigidì talmente tanto che mi sembrava di tenere in braccio un bambolotto.Il collo teso e le braccia strette ai fianchi con i pugnetti chiusi; compiva uno sforzo enorme a stare in quel modo.
Non era naturale, assolutamente.Lo cullai, ma niente. Non ne voleva proprio sapere di calmarsi.
Provai addirittura a svegliarlo, ma continuava imperterrito a vivere il suo incubo. O forse aveva dei forti mal di pancia, non lo so! Non capivamo cosa potesse avere.Mi ricordo che addirittura una notte lo portammo in ospedale.
Aveva compiuto da poco un anno, ma ancora non parlava, se non per chiamare me e Paul.Come al solito dormiva e, come al solito, dopo una mezz'oretta iniziò a gridare.
La cosa che, però, ci allarmò di più fu che agitava velocemente le braccia come se stesse scacciando qualcosa che si trovava proprio di fronte a lui.
Muoveva quelle braccine con una tale forza che temevo si potesse fare del male.Quando arrivammo in ospedale, Jakob si era già svegliato da un po' e piagnucolava ché voleva dormire.
Fortunatamente, lui si ricordava ben poco degli incubi.E fu proprio questo l'esito che ci diedero in ospedale: incubi.
«Non si preoccupi, signora. Suo figlio è sano come un pesce!», ci disse il medico che lo visitò.
«E allora, tutte queste grida? I dolori che sembra patire?» Mi sembrava che fosse riduttivo ciò che asseriva il dottore.
«No, no, nessun dolore, signora. Il bambino non sente dolore. Grida per i brutti sogni. Ha visto anche lei che nel momento in cui si sveglia, non accusa niente.»
Non eravamo molto convinti della diagnosi, ma la prendemmo per buona. Forse eravamo noi genitori troppo apprensivi e scaricavamo le nostre ansie su Jakob.
Fatto sta che nulla potevamo fare per lenire lo sconforto del bambino tranne che provare a modificare qualche nostra abitudine.
Avevo letto su internet di un bambino che tutte le volte che d'estate la madre lo portava all'aperto e lui giocava in piscina, diventava tutto rosso e urlava come un pazzo. Pensavano a qualcosa presente nell'acqua, tipo il cloro.
E, invece, poi scoprirono che si trattava del sole.
Il sole era troppo forte e il bambino si ustionava letteralmente la pelle.
Bastò a quella sfortunata famiglia trasferirsi in montagna.
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Ho paura di mio figlio ||
HorrorHR: #1 in Paura HR: #1 in Paranormale HR: #1 in Fantasmi HR: #1 in Pazzia HR: #1 in Diario HR: #2 in Horror Una madre. Un bambino. Un quotidiano fatto di incubi e urla nella notte. Uno psichiatra. Una realtà sconvolgente. Hai mai avuto...