-Nell'amara
radice del cuore, sento
Il vento d'autunno.
Ian Fleming
"si vive solo due volte" -"Io e mia sorella litigammo per una sciocchezza.
C'eravamo date appuntamento alle 16.00 del pomeriggio davanti al ben conosciuto, per noi, teatro Odeon. Mia sorella doveva solo venirmi a prendere per riportarmi a casa.
La sera prima ero rimasta a dormire a casa di Davide, il mio ragazzo ai tempi e mio marito ora, e dopo aver passato con lui anche la mattina e metà pomeriggio del giorno seguente, le avevo chiesto di venirmi a prendere."
"Quindi è tutt'ora sposata con il suo, diciamo, ragazzo?"
Sono sorpresa, stare assieme al proprio ragazzo da così tanto tempo. Il sogno di ogni ragazzina, non per me, ovviamente.
Io preferisco di certo stare da sola o in compagnia di me stessa.
"ma quanti anni avevate, lei e sua sorella?"
"Vedi, all'ora lei aveva 22 anni e io 19 ma per via degli studi non avevo ancora fatto la patente. Così chiesi un favore a lei, che ovviamente rifiutò chiudendo la telefonata ancora prima che io potessi ribattere. Se non ricordo male mi disse che a quell'ora doveva uscire per incontrare qualcuno..."
Resto in silenzio, aspetto che le torni in mente chi dovesse incontrare la sorella quel pomeriggio, e non ci vuole molto prima che senta di nuovo la voce della nonna proseguire la storia.
Sarà accaduto tanti anni fa, ma certamente la memoria non funziona più come una volta.
"Sta di fatto che, dopo mezz'ora dal suo freddo no, mi richiamò e senza mezzi termini mi disse di aver spostato di un'ora l'appuntamento, quindi di farmi trovare puntuale o me ne sarei pentita."
"era davvero poco brava a fare la cattiva!"
Fossi stata in lei avrei certamente rifiutato, la vita da sorella maggiore non mi si addice.
Certamente non lo voglio diventare, non voglio badare a nessuna piccola rompiscatole.
"Era fantastica! -esclama- Eppure io e Davide ci scordammo completamente di lei e ci riaddormentammo subito dopo pranzo. Quando ci risvegliammo il danno era fatto, fuori era già calata la sera ed erano passate due ore.
Non ti dico quante chiamate avevo sul cellulare e quanti messaggi minacciosi mi aveva scritto, e non solo a me, ma anche al mio ragazzo.
Probabilmente era rimasta ferma ad aspettarmi per tutto il tempo, preoccupata a morte del perché non fossi mai arrivata e non le avessimo mai risposto. Quando raggiungemmo il teatro mi accorsi che era davvero ancora lì, ferma ad aspettarmi. Le corsi stupidamente in contro ridendo e prendendola in giro per essere rimasta ferma come una "sfigata" per tutto quel tempo -si blocca dal raccontare, si volta verso di me e mi consiglia- è brutto dare della sfigata a qualcuno e ti sconsiglio di dirlo mai a qualcuno di arrabbiato!"
Rido sommessamente, d'altronde questa affabile vecchietta e laureata in giurisprudenza, non era poi tanto fine come da a vedere.
"E infatti fu quella parola la goccia che fece traboccare il vaso, un vaso che per mia sorella era già di suo piccolo. Ricevetti una sberla così veloce, in piena faccia, che per un momento rimasi allibita e senza parole, era la prima volta che mi toccava. Non si era mai permessa di colpirmi, certo mi accorsi che si trattava di un colpo davvero goffo e che più di un po di rumore non fece, ma la litigata che ne seguì fu quella che mise fine al nostro rapporto. Ci dicemmo talmente tante cattiverie e ci ricoprimmo di tanti insulti, che per mandarli giù ci avremmo messo non meno di un paio di settimane."
"ma era solo preoccupata."
Constato, mettendomi momentaneamente nei panni della sorella.
Due ore a chiamarla e a cercarla, senza risposta e un appuntamento saltato per colpa sua.
Certo una sberla era eccessiva, ma pur sempre meritata.
"si sì, lo so... Ma mi fece così arrabbiare! Non è mai giusto alzare le mani, e lei già di suo praticava sport violenti come la boxe."
"quindi? Come mai nel viaggio di ritorno non vi chiedeste scusa? O almeno arrivate a casa?"
"perché una volta che si accertò della mia salvezza, prese la macchina e se ne tornò a casa lasciandomi lì con Davide."
"Quindi, come tornò a casa quella sera?"
"semplicemente non tornai, e una volta avvisata mia madre, per non preoccuparla.."
Strano, si preoccupa di non allarmare la madre ma intanto prende in giro la sorella che l'ha aspettata per due ore!
"tornai a casa del mio ragazzo e mi preparai per uscire e andare a una festa lì vicino"
"certo che lei aveva un bel caratteraccio -Mi permetto di dirle, prendendo le parti della sorella maggiore- fingere come se non fosse successo niente."
"Si', puoi ben dirlo, ma ci puoi giurare che per tutta la sera ci rimuginai su..."
La guardo in volto mentre sorride, sfodera quel suo furbo quanto impertinente ghigno che farebbe perdere la pazienza anche a una suora.
"E pensare che quella sera, alla festa, saremmo state presenti tutte e due. Quando arrivai, lei era già lì, ed era in mezzo al suo numeroso gruppo di amici e di corteggiatori, che certamente non aveva capito di avere. Rideva tranquillamente, come se nulla fosse successo e così finsi anche io. Diciamo che comunque quella sera a forza di ballare e scherzare, passai un' ottima serata che si prolungò fino a tardi."
"ha certamente avuto una giovinezza molto spensierata e divertente.." constato.
"Non credere sai... Io uscivo davvero poco per via dei miei studi, e quando lo facevo ero sempre in compagnia di mia sorella o di Davide."
"ok, ok le credo... Ma per piacere concluda la storia."
Sembro pregarla di andare avanti, certo non dico di non essere stata incuriosita in alcuni punti dal suo racconto, ma ora stiamo davvero divagando.
"Provo a indovinare, avete cercato di parlarvi quella sera ma avete solo peggiorato la situazione?"
La nonna mi guarda dispiaciuta, e finalmente continua "no, nessuna delle due ha più avuto intenzione di rivolgersi all'altra. Come avevo detto, io ero troppo orgogliosa per abbassare la testa mentre lei troppo testarda per ammettere la sua colpa.
Semplicemente ci lanciammo un unica e veloce occhiata, quando tutte e due ci ritrovammo all'uscita del locale. Una volta superata la soglia, io e Davide ci avviammo alla nostra macchina mentre mia sorella andò alla sua."
Sbuffo, sono perplessa e preoccupata sulla morale che questa storia dovrebbe portare.
Due sorelle litigano, non si parlano più e ognuna vive la sua vita indifferente dell'altra, e poi viene a dirmi che può dimostrarmi cos'è l'amore fraterno.
"quindi, ognuno a casa sua?"
Chiedo cinica preoccupata di questa conclusione così fredda.
"sulla strada verso la macchina -Continua la storia la nonna, facendo calare una maschera di serietà sul volto- io e Dade, così chiamo mio marito, dovemmo percorrere una strada poco trafficata e poco illuminata. Non mi sentivo poi tanto sicura di dove eravamo, e appena girammo l'angolo le mie preoccupazioni diventarono realtà. Sentimmo una voce minacciosa dietro di noi, intimarci di restare fermi, mentre qualcosa di appuntito e affilato veniva appoggiato sulla mia schiena. Capii subito che si trattava di una lama, e sul punto della schiena in cui mi toccava, la sentii bruciare."
"puoi solo immaginare quanto io e Davide eravamo terrorizzati, nessuno dei due osava muoversi. Tutto era accaduto con molta, troppa velocità e anche quando sentii da lontano pronunciare il mio nome, ci misi del tempo per capire chi mi stesse chiamando."
"Sua sorella!"
Esclamo stupita e sorprendentemente sollevata.
"Esatto, si era accorta dell'uomo poco rassicurante che ci stava seguendo dall'uscita del locale e così ci aveva seguiti. Era solita preoccuparsi troppo per me, anche se quella volta fu azzeccata."
"Quindi la salvò? "
"Si può dire di sì, il malvivente si girò di scatto sorpreso nel sentire l'urlo di mia sorella ma fu comunque troppo lento per schivare il pugno che lo colpì in mezzo agli occhi e che lo fece barcollare, instabile sui suoi stessi piedi.
Dade mi prese con forza e cercò di portarmi a debita distanza dalla lama affilata che veniva agitata a caso, e che in un momento di lucidità, seppure molto dolorosa, fu minacciosamente puntata ancora verso di me.
In quell'istante sentii una fitta dolorosa colpirmi al petto.. Davanti ai miei occhi un lampo e nelle orecchie un'assordante tuono..."----
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In un pomeriggio d'autunno || F. M. Robert
Non-FictionRacconto incentrato maggiormente sull'amore fra fratelli/ sorelle. Una ragazza cinica che crede di avere il mondo contro, un parco dalle calde tinte autunnali e una signora anziana persa nei vecchi ricordi. Una storia dura e dolce che porterà la r...