Quella sera, una ragazzina di appena 17 anni, stava entrando a casa sua cercando di non fare rumore e di non attirare su di se l'ira della madre. Era dannatamente in ritardo, e se prima di allora se ne sarebbe fregata, oggi si sentiva stranamente in colpa.
"Gioia sei tu?"
"Dannato udito materno!" imprecò a bassa voce senza risponderle.
Fece due passi verso le scale che si trovavano davanti alla porta, in cima l'aspettava la salvezza. Doveva solo superare la porta semi chiusa della cucina che si trovava alla sua destra e una volta arrivata in camera sua avrebbe raggiunto la salvezza.
"Dove pensi di andare, signorina!"
La voce che le giunse dalle spalle la fece rabbrividire e voltare di scatto.
La porta della cucina era ora spalancata e illuminava parzialmente il pianerottolo.
Un ottimo profumo di carne e sugo le pervase e riempi i polmoni, facendole brontolare lo stomaco.
Ma non solo quello uscì dalla stanza, alla soglia infatti, si trovava sua madre, le braccia conserte sotto i seni gonfi e nella mano sinistra un cucchiaio di legno, che a parere di Gioia, in quel momento sembrava più un'arma che un utensile da cucina.
Lo sguardo severo della donna non andava a discriminarne la bellezza, le labbra rosa pastello erano arricciate in una smorfia di dissenso, gli occhi colore nocciola erano socchiusi, conferendole un'espressione seria e abbastanza minacciosa.
A contornarle il viso c'era un curato taglio carré, molto corto e color castano, mentre le punte dei capelli e le ciocche che la contornavano i lineamenti del volto sfumavano verso il color castano miele.
"Dove cavolo sei stata fino ad ora? Con sto freddo poi! Siamo già in autunno e tu rischi di prenderti un'accidenti se non ti copri abbastanza!"
La voce severa della madre fece abbassare immediatamente la testa della ragazzina che trovava improvvisamente interessante le piastrelle bianche del pavimento.
La madre, al contrario, si sorprese molto del comportamento così remissivo della figlia, che si allarmò subito.
"Gioia, che succede? C'è qualcosa che non va? "
Tentò di avvicinarsi alla figlia lentamente ma dopo i primi passi si fermò.
Ora si trovavano a poco meno di un metro di distanza l'una dall'altra.
La figlia non rispondeva e rimaneva in silenzio, la testa fissa sul pavimento a rimuginare chissà che cosa, preoccupando sempre più la madre.
"niente mamma, scusami ... Mi dispiace di essere arrivata così tardi."
"tesoro ne sei sicura? Se vuoi puoi parlare con me di qualunque cosa .. -rispose la madre, aggiungendo subito dopo- Non mi allontanare.. -con tono disperato, che colpì la figlia dritta al cuore.
La madre aveva nuovamente cambiato umore con estrema velocità.
La rabbia le era appena passata, trasformandosi prima in paura e infine in tristezza.
Che fossero gli ormoni ad accentuare questi sbalzi ormonali, era ovvio, d'altronde è così che si comportano le donne incinta.
"No mamma, sono davvero dispiaciuta ..Però avrei piacere di raccontarti cosa mi è successo oggi al parco.... Tranquilla nulla di preoccupante! -aggiunse immediatamente vedendo il volto della madre contorcersi in una smorfia di preoccupazione- Ho solo parlato con una signora... Ora però vado a cambiarmi, ok?"
La madre era sorpresa, felice che la figlia volesse renderla partecipe di qualcosa accadutale, ma allo stesso tempo preoccupata del suo cambio di comportamento.
"ehm, certo vai pure ma fai veloce. La cena è pronta e papà tornerà più tardi a casa. Siamo solo noi due..."
"noi tre!" alludendo al pancione della madre, la quale non seppe trattenere una lacrima.
Era la prima volta che la figlia accennava felicemente alla sua gravidanza.
Senza aggiungere altro, Gioia si voltò correndo verso camera sua, ma arrivata a metà scale si girò e chiese alla madre: "mamma, tu lo sai, vero, cosa vuol dire amore?"
"si ... Quello che provo per te e tuo padre è amore -rispose confusa- ma perché questa domanda?"
La figlia le rispose con un sorriso che sorprese nuovamente la madre, una volta voltata tornò a correre verso camera sua.
Raggiunta la porta e chiusasela alle spalle, poté tirare un sospiro di sollievo.
Aveva passato un pomeriggio davvero strano, in compagnia di una signora che l'aveva riportata alla realtà con una storia così triste da farla piangere.
Eppure era stata ingrado di farle far pace con se stessa.
Corse verso l'armadio spogliandosi e lanciando i vestiti sul letto, prese i primi pantaloni della tuta che le capitarono sotto mano e una felpa grigia della Diesel.
Mentre si indirizzava verso la porta, passò davanti lo specchio che era appeso al muro sulla sua destra.
La figura che rifletteva era quella di una giovane ragazza dai lunghi capelli ebano, che si arricciavano verso le punte.
Tra questi, una piccola foglia arancione spiccava incastrata, risaltando in una delicata decorazione autunnale.
Quasi le dispiacque togliersela dal capo, ma una volta presa, la poggiò su un ripiano.
Decise di tenerla come ricordo di quel strambo pomeriggio, custodendoli insieme al cuore dell'anziana.
Tornò a portare l'attenzione sulla figura riflessa. La ragazza aveva uno sguardo profondo, accentuato dai suoi occhi neri e un naso sottile con la punta tendente all'insù.
Era magra ma un seno sodo, seppure non abbondante e ancora acerbo, si vedeva leggermente abbozzato sotto la felpa.
Eppure ciò che la colpiva di più era il sorriso.
Sulle labbra non c'era più una smorfia di disprezzo e tristezza, ora ad accompagnarla c'era un sorriso cordiale.
E mentre si allontanava da quello strano riflesso che sembrava essere diventato suo, sussurrò: "infondo, l'idea di avere un fratellino non mi dispiace poi molto..."Fine
Dedico questa storia a mia sorella, colei per cui darei la mia stessa vita e colei che ho visto nascere sempre affianco a me.
Lo dedico a tutti coloro che sono e hanno fratelli e sorelle come me.
Per coloro che stanno aspettando un fratello in arrivo.
Per coloro che purtroppo non hanno più il fratello/ la sorella al loro fianco, per il loro cuore infranto.
Un messaggio per tutti voi: ci saremo sempre.
***
Vi ringrazio per avermi seguito fino a qui, spero vivamente che vi sia piaciuta la storia 😊
So bene che la storia è già conclusa, ma apprezzo comunque i vostri commenti, belli o brutti che siano.
E non costano nulla! 😁 quindi lasciatene pure!
Un abbraccio,
Effe
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In un pomeriggio d'autunno || F. M. Robert
Non-FictionRacconto incentrato maggiormente sull'amore fra fratelli/ sorelle. Una ragazza cinica che crede di avere il mondo contro, un parco dalle calde tinte autunnali e una signora anziana persa nei vecchi ricordi. Una storia dura e dolce che porterà la r...