"Harry Potter è una storia di magia e crescita,
sia da un punto di vista fisico che emotivo.
Non mi sorprende che la serie abbia ottenuto un successo strepitoso."
-Robin Williams (1951 - 2014)
Un altro giorno era cominciato. Come tutte le mattine mi alzai dal letto e scelsi accuratamente i vestiti che avrei dovuto indossare. Mio figlio era a Hogwarts, tra poche settimane sarebbe tornato a casa ed ero più che pronto a sentire cosa gli fosse capitato durante l'anno.
Mia moglie stava già preparando la colazione, si sentiva il profumo dalle scale. La raggiunsi in cucina, salutando prima la mia piccola Roxanne e mi sedetti accanto a lei per fare colazione.«Papà, come mai non sei dallo zio Fred?» La domanda rivoltami da mia figlia fece scattare qualcosa nella mia testa. Mi alzai di scatto dalla sedia, guardai il calendario appeso sulla parete della cucina e notai solo allora che giorno fosse: erano passati esattamente 17 anni da quella notte e io ero così sovrappensiero che non mi ero reso conto che fosse già il 2 maggio. Ero così sovrappensiero che mi stavo dimenticando della persona che per vent'anni mi era stata affianco.
«Volevo prima fare colazione con le mie donne.» le risposi sorridendo, mentre controllavo di avere la mia bacchetta nella tasca dei pantaloni.
«Vuoi che mando un gufo a Ron per avvertirlo del tuo ritardo?» Angelina sapeva che quel giorno era molto tragico per me, sapeva che di solito non volevo avere contatti col mondo prima di essermi sfogato. Scossi la testa, sperando che mio fratello minore ricordasse che giorno fosse.
«Roxanne, vai in camera a prepararti: ti porto dalla nonna.» Sentii chiaramente mia moglie sollecitare nostra figlia, dandoci un po' di tempo per parlare.
«Non è da te non...»
«Non l'ho dimenticato!» la interruppi. «È solo che... questi giorni sono passati così in fretta.» mi giustificai, ed era vero. Ultimamente ero svogliato, mi trascinavo a lavoro a fatica. Tutto era molto monotono.Salutai Angelina e mi Smaterializzai da casa mia, per Materializzarmi a Godric's Hollow. Ero davanti al cancello del cimitero, le gambe che mi tremavano. Avanti, George! Non è la prima volta che vieni a trovare tuo fratello. Il sole di quella mattina di maggio splendeva già alto nel cielo, illuminando tutta la via. Aprii il cancelletto ed entrai, calpestando l'erba appena cresciuta; i miei piedi conoscevano perfettamente il percorso e presto mi ritrovai davanti la sua lapide.
«Ciao Freddie.» Mi accovacciai, sfiorando con le dita le lettere che componevano il suo nome.
«Sono in ritardo, hai ragione. Non mi ero reso conto di che giorno fosse.» Diciassette anni... ricordavo quella notte fin troppo bene. Quando mi ero reso conto che Fred era a terra, senza vita, avevo abbandonato immediatamente la battaglia per stargli vicino.Calde lacrime iniziarono a rigarmi il volto, appannandomi lievemente la vista. Mi asciugai le guance con il dorso della mano, cercando di arrestarle prima di ritrovarmi a piangere come un bambino piccolo che ha perso il suo giocattolo preferito.
Ci provavo tutte le volte, ma era più forte di me. Per i primi mesi dopo la sua morte ero parecchio irascibile: se non fosse stato per la mia famiglia, avrei passato giorno e notte su questa lastra di marmo.
«Sai, sta per concludersi il primo anno a Hogwarts di Fred. Sono curioso di sapere cosa è cambiato da quando la frequentavamo noi...» Davanti a me si formarono di nuovo le immagini della battaglia.*** Flashback ***
Eravamo nella Sala Grande, i tavoli erano stati spostati per far posto ai corpi freddi di tutti i maghi e le streghe. Avevo trasportato il corpo di mio fratello in braccio, gli occhi umidi in procinto di far sgorgare tutte le mie lacrime.
Mia madre mi vide immediatamente: un urlo squarciò il cielo, richiamando l'attenzione di molti. Posai a terra il corpo freddo di Fred, rimanendo al suo fianco. Capii che i miei genitori mi avevano raggiunto quando sentii i loro singhiozzi farsi più forti.***
«Credo abbiano istituito un giorno della memoria a Scuola. O per lo meno, spero l'abbiano fatto.» Il volto sorridente di Fred nella foto era contagioso per chiunque. Mi ritrovai a sorridere, nonostante il dolore fosse immenso.
«Mi manchi Fred, tanto. I nostri fratelli non potranno mai capire cosa provo io. È vero, anche loro ti hanno perso, ma quante ne abbiamo passate insieme? Facevamo sempre disperare la mamma quando ci invertivamo i ruoli, provavamo i nostri incantesimi su chi ci stava antipatico... sapevi sempre cosa pensavo, terminavi le mie frasi, davi voce ai miei pensieri! Sfido qualsiasi altro fratello a fare queste cose...»Mi appoggiai con la schiena alla lapide, buttando fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni. Approfittai di quel silenzio per rimettere in ordine le idee, cercando le parole giuste per concludere questa mia visita. Mi passai entrambe le mani nei capelli corti, tirandoli appena: avrei voluto strapparli, urlare di dolore, insultare quel Mangiamorte infame che aveva deciso di porre fine alla vita del mio fratello gemello. Nascosi la testa fra le ginocchia, tremanti di rabbia, aspettando il tempo necessario per far passare quel momento di vulnerabilità estrema.
Rimasi in quella posizione per secondi, o forse per minuti, ma a me sembravano un'eternità... Sollevai la testa e fui costretto a chiudere gli occhi per abituarmi alla luce del sole. Appena riuscii ad aprirli senza che i raggi solari mi dessero fastidio. Mi spostai leggermente, in modo che potessi guardare in faccia mio fratello, quel migliore amico che nessuno avrebbe potuto sostituire.
«Fred, da diciassette anni sento la tua mancanza, una parte di me è sparita nel nulla. Non sai quante volte mi sono svegliato nel cuore della notte piangendo e urlando il tuo nome: ero uno straccio. La nostra stanza era improvvisamente troppo grande per me. Pochi mesi dopo la tua morte ho iniziato a dormire sul divano... So che ti stai chiedendo perché non te l'ho detto prima, ma non lo ritenevo importante. Da una parte l'ho fatto anche per la mamma: ogni volta che entrava lì dentro per fare un incantesimo che sistemasse il caos, si metteva a piangere, ricordando le nostre risa.»Fui costretto a fare una pausa: la voce mi tremava, mi sentivo la gola secca, la lingua era impastata e mi rendeva incapace di parlare. Controvoglia mi alzai e diedi un ultimo sguardo alle date incise sul marmo. Nuove lacrime incombevano minacciose, nonostante cercassi in ogni modo di non farle scivolare sulla mia pelle. Non volevo che il mio fratello preferito mi vedesse in quello stato.
«Al negozio, quello che abbiamo aperto insieme, ho appeso una nostra foto sopra la cassa, in modo che nessuno possa dimenticarsi di te. Sarà meglio che vada, prima che Ron faccia qualche disastro in mia assenza.» Una risata mi uscì dalla gola, per smorzare la tensione e la tristezza che incombevano sulla mia testa. Prima di andarmene mi guardai intorno, nonostante sapessi che nessuno andava a far visita ai propri parenti e amici defunti in pieno giorno.«Tornerò presto a trovarti, te lo prometto. Adesso sono costretto ad andare, ma sai meglio di chiunque altro che sei sempre nei miei pensieri. Ciao Fred, trova il modo di divertirti, ovunque tu sia.»
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Sarai sempre con noi
FanfictionLa battaglia di Hogwarts portò distruzione, dolore e morte; molti maghi e streghe persero i propri cari. Il 2 maggio 1998 moriva anche Fred Weasley, ucciso dal Mangiamorte Rookwood. Dodici pensieri in occasioni differenti tra loro di dodici persona...