||Sara|| Mi ero svegliata in un letto che non era mio e con un mal di testa atroce. Mi girai e rigirai nel letto,fino a quando una figura mezza sfocata comparvve davanti a me. Strizzai gli occhi, ancora impastati di sonno,per mettere a fuoco. Era Andrea. Era Andrea che stava in piedi vicino al muro, con una faccia da cadavere e nudo. Istintivamente portai gli occhi sul mio corpo,avevo gia' una brutta sensazione,e si io ero completamente spogliata. Ma che cosa era successo? Possibile che non ricordassi nulla? Feci per dire qualcosa ma le parole mi morirono in bocca. Ero completamente scioccata. Perció lasciai che fosse lui a proferir parola. -"Sono scioccato quanto te." Disse Andrea semplicemente. Mi si riempirono istintivamente gli occhi di lacrime,pensare che ci eravamo ubriacati a tal punto da finire a letto insieme,pensare che avevo appena perso la verginità in quel modo, era veramente troppo per me. Non c'è la feci piu' e scoppiai in un pianto liberatorio. -" Mi dispiace Sara,davvero" disse Andrea,abbracciandomi. Restammo così,abbracciati,senza dire nulla, per quello che sembró un tempo infinito. Quando smisi di versare le ultime lacrime che mi erano rimaste, ci dividemmo. Andrea andó in bagno, io incominciai a risistemarmi in camera da letto. Dopo neanche un quarto d'ora fummo fuori da quella stanza e dalla discoteca. Decidemmo di andare in un bar poichè erano le 11.30 e ancora non avevamo fatto colazione. Ordinammo due cornetti e due cappuccini e ci sedemmo ad un piccolo tavolino appartato. -"Non doveva accadere" dissi,sorseggiando il mio caffè. -" Lo so" disse,probabilmente in imbarazzo. -" Senti,dimentichiamoci di quello che è sucesso,andiamo avanti, ormai non possiamo farci nulla. Niente piu' imbarazzo va bene?" Dissi cercando di non apparire fragile,ma stavo morendo dentro. "Si,adesso andiamo a casa che è meglio,i nostri genitori sicuramente si saranno preoccupati da morire" disse ció e si alzo per andare a pagare il conto. ||Andrea|| Questa non me la sarei mai perdonata. Sapevo che lei soffriva e io soffrivo con lei. Mi faceva male vederla piangere e poi farsi forte per non crollare davanti a me. Sapevo che infondo, tra noi due,ci sarebbe sempre stato uno strano imbarazzo. Ed era normale,come dargli torto. Pagai il conto, e feci segno a Sara,così si alzó e andammo in macchina. Ora la dovevo solamente accompagnare a casa, sapendo che lei sarebbe stata nei casini con i suoi genitori per essere sparita in questo modo, e poi sarebbe toccato a me. Volevo solo che quella giornata finisse. Era partita male e male doveva continuare,inoltre stavamo fermi per quel benedetto semaforo, da ormai vari minuti. Mi girai a guardarla, aveva lo sguardo fisso fuori dal finestrino. Nonostante la sua faccia sconvolta,era bellissima. Non riuscii a trattenere questo pensiero e lo dissi ad alta voce. -"Sara,sei stupenda" dissi. Si giró di scatto e mi guardó negli occhi,quei suoi occhi che dicevano piu' di mille parole, e vidi comparire un enorme sorriso sul suo volto, molto probabilmente anche con un punta di imbarazzo. -" la bellezza è un fatto di famiglia, a quanto vedo" disse indicandomi. Finalmente scattó il verde del semaforo,così quel discorso restó incompleto. Dopo circa cinque minuti,eccoci arrivati davanti casa sua. Ci salutammo con un bacio sulla guancia e prima che andasse,dissi " Sara se ci sono problemi con i tuoi, non esitare a chiamarmi. Mi inventeró qualcosa" "Tranquillo,me la caveró anche da sola,comunque grazie" disse, mi rivolse un ultimo sorriso e se ne andó. La guardai aprire la serratura di casa e poi misi in moto. ||Sara|| Girai la chiave della serratura di casa, gia' pronta,mentalmente, alla litigata che ci sarebbe stata a breve con i miei genitori. Entrai in casa e con mia sorpresa, era vuota. A lavoro non stavano,era domenica, quindi non avevo la piu' pallida idea di dove fossero i miei genitori. Speravo solo che non erano usciti per cercarmi o per denunciare la mia scomparsa alla polizia. Accesi la luce e mi diressi in cucina,per prendere un bicchiere d'acqua,notai così che sul lavello stava un pezzettino di carta. Risaliva a ieri pomeriggio. Era mia mamma che mi informava che sarebbero andati fuori per un week end e che se avessi avuto bisogno di qualcosa c'era la vicina a cui potevo rivolgermi. Fui sorpresa e grata di quel bigliettino, i miei non sapevano nulla,nessun problema,nessuna lamentela,giustificazione,niente di cui temere. Decisi di chiamare mia madre,per sapere se stava andando tutto bene e così fu',parlammo del piu' e del meno. Non sospettavano niente,come previsto. Chiamai Andrea. Uno..due ..tre squilli poi rispose.. -"Ehi ciao,indovina?sono stata fortunatissima! I miei sono partiti ieri pomeriggio,sul tardi,per il week end, quindi non sanno che ho passato la notte fuori,tutto apposto!" Dissi eufurica,tutto d'un fiato. -"bene. Un problema in meno" disse con voce profonda. Aah quella voce..okey Sara,ritorna in te! -"A te invece?i tuoi genitori come l'hanno presa?" Chiedo,sperando in una risposta positiva. -"Sara,io faccio questo tutti i sabati,i miei ormai ci sono abituati" disse con tono freddo. Poi ci salutammo e la chiamata finì lì. Ci rimasi un po' male,non so' bene il perchè,inoltre l'ultima frase era impressa nella mia mente "faccio questo tutti i sabati", ma intendeva dire che non si ritirava mai la sera? O che si portava una ragazza a letto tutti i sabati?O forse una cosa era la conseguenza dell'altra.. ___________________________{Ciao piccoline,ecco qui un nuovo capitolo,spero che ripaghi tutto il tempo atteso! E niente vi mando un grande bacio e alla prossima😘}||inoltre, se vi è piaciuto il capitolo,vi invito a cliccare la stellina||
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Innamorata di mio cugino
ChickLit||è la prima storia che scrivo, spero vi piaccia|| ____________________________________Amare. Questa parola fine a poco fa' mi era del tutto sconosciuta. Ma era possibile inna...