Seguimi

407 49 18
                                    

Entrò nel negozio di libri facendo tintinnare il campanello sopra alla porta che annunciava l'arrivo di un nuovo cliente. La donna dai capelli grigi e il maglione rosa confezionato a mano le sorrise da dietro la cassa e la salutò con enfasi. “Buongiorno, Theresa!”
“Buongiorno anche a lei, Dorinda,” rispose la ragazza addentrandosi tra gli scaffali.
Quel giorno si era recata in libreria per acquistare un regalo di compleanno per la sua amica Jessamine. Sapeva per certo che alla biondina non sarebbe mai piaciuto un libro come regalo, ma Tessa voleva a tutti i costi introdurla alla letteratura ed era irremovibile su questo.
Si diresse allo scaffale di letteratura classica e scorse i titoli dei libri fino a trovare ciò che cercava: "Racconto di due città" di Charles Dickens, il suo romanzo preferito. Con il sorriso sulle labbra, allungò la mano e afferrò il libro, ma si bloccò subito dopo quando un altro titolo catturò la sua attenzione: "Jane Eyre" di Charlotte Brontë. Prese in mano il volume e se lo rigirò tra le dita osservando la copertina: a Jessamine sarebbe potuto piacere di più quello rispetto a "Racconto di due città", ma si era promessa di farle leggere il suo libro preferito e quindi lo rimise il secondo al suo posto sulla mensola. Un attimo dopo, si sentì un tonfo dall'altra parte dello scaffale seguito da un gemito. Tessa guardò lo spazio nel quale un attimo prima si trovava "Jane Eyre" e dove ora era rimasto solo un buco vuoto.
“Maledetta me e la mia goffaggine! Ho fatto cadere il libro dall'altra parte,” si rimproverò mentalmente Tessa.
Fece di corsa il giro dello scaffale e si ritrovò nella corsia speciale degli spartiti di musica (Nel negozio di Dorinda, amante del clavicembalo, non poteva di certo mancare una sezione tutta dedicata alla musica). Davanti a lei, un ragazzo saltellava sul posto tenendosi il piede destro tra le mani e gemendo dal dolore.
“Oh mio Dio, scusami!” Tessa si avvicinò al ragazzo mortificata. “Per sbaglio ho fatto cadere il libro, ti sei fatto male?”
Il ragazzo smise di saltellare, ma sul suo viso aleggiava ancora una smorfia di dolore. “No, tranquilla,” la rasserenò rivolgendole un sorriso e cercando di mascherare la fitta che gli aveva appena attraversato il piede. Si appoggiò con una mano allo scaffale di fianco a lui.
Tessa ricambiò il sorriso e si passò una mano tra i capelli castani che le ricadevano sulle spalle. “Sono un vero disastro.”
“Mi è successo di peggio in passato,” ridacchiò il ragazzo.
Lei lo guardò attentamente: i suoi capelli erano di un color argento quasi bianco, molto strano, dato che sembrava avere sui diciotto anni; i suoi occhi, inoltre, erano dello stesso colore dei capelli, così come le ciglia e le sopracciglia; anche il suo viso aveva dei tratti particolari, probabilmente orientali.
Il ragazzo osservò il volume che Tessa teneva in mano. “'Racconto di due città'. Ti piace la letteratura classica?”
Lei si sentì i suoi occhi argentati puntati addosso e per qualche strano motivo arrossì. “Sì… no… è per un'amica, però anche a me piace questo genere, cioè solo a me piace…,” balbettò, poi posò lo sguardo su ciò che il ragazzo aveva appena tirato giù dallo scaffale. “Spartiti per violino? Suoni il violino?”
“Non ti sfugge nulla,” ridacchiò lui. “Comunque sono Jem.” Le allungò la mano.
Lei la strinse sorridendo timida. La sua pelle era morbida. “E io sono Tessa.”
“Bene, Tessa. Cosa ci fa una ragazza carina come te in un posto come questo?”
Lei arrossì violentemente. “Stavo cercando un regalo di compleanno per un'amica e trovo che questo posto sia molto rilassante, adoro stare in mezzo ai libri.”
Jem spostò il peso sul piede ancora integro e le rivolse un altro sorriso incrociando le braccia. “È raro trovare ragazze a cui piace questo genere di libri in questi tempi.”
Tessa si strinse il romanzo al corpo scrollando le spalle. “Sono sempre stata una ragazza un po' all'antica. Tutti coloro che mi conoscono continuano a ripetermi che sarei potuta nascere durante l'epoca Vittoriana e non avrei avuto problemi,” ridacchiò e si passò una mano sul viso. “Scusa, ma a te questo di certo non interessa.”
“Sì che mi interessa, invece.” Frugò nella tasca dei jeans e ne tirò fuori un volantino spiegazzato che porse alla ragazza. “Io stasera mi esibisco qui. Se ti va, passa a fare un giro. Lo so che può sembrare un posto noioso – sarebbe di certo più interessante andare a sentire un gruppo rock invece che un ragazzo che suona il violino –  ma in realtà è un posto forte.” Si avvicinò a Tessa e per un attimo di follia lei credette che l'avrebbe baciata, ma poi si accostò al suo orecchio. “Fanno anche la cioccolata,” sussurrò.
Si allontanò da lei e si diresse verso la cassa per pagare gli spartiti. Prima di uscire dal reparto però, si girò per dirle un'ultima cosa. “E di' che sei un'amica di Jem, la cioccolata sarà gratis.” Con questo pagò e uscì dal negozio.

Seguimi || Jessa OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora