Capitolo 1

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Tempo fa amavo vievere qua.
Adesso no.
Non so cosa sia cambiato di preciso
forse tutto,
forse niente.
Questo è il mio ultimo giorno in questa città perchè tra poco parto con Alice per il college.
Mi catapulto fuori dal letto e corro in bagno, anche se molto controvoglia. Sono a malapena le sei e vorrei tornare subito a dormire ma non posso, quindi prendo le ultime cose che devo portare con me e le infilo in valigia, mi specchio per spalmarmi un po' di (fard) sulle guancie, tanto da non sembrare un vampiro in cerca di sangue, mi infilo velocemente un paio di jeans e una maglietta verde attillata a maniche lunghe, le scarpe e scendo giù dove ci sono già i miei genitori. Due parole prima di conoscerli. Mia madre è.. strana (?)
Nel senso che è uno spirito libero, non la puoi intrappolare da nessuna parte, ama dipingere e fuori casa nostra i muri sono pieni di grafiti e di disegni, tutti suoi, c'è ne sono alcuni anche sparsi per la città ma nessuno sa chi le fa, a parte io.
Mio padre è un uomo serio finchè non si toglie la cravatta, poi è giocoso e molto affettuoso e ama da impazzire mia mamma.
È il capo di un agenzia multimilionaria che produce contenitori per alimenti o prodotti, se per esempio vai a comprare il dentifricio la scatola lo ha fatto mio papà.
Sono felici e si amano e cercano di tirare avanti nonostante tutto quello che è successo per me e mio fratello, non hanno mai superato il trauma, come tutti noi dopo tutto.

-Buongiorno.- li salutai
-Buongiorno piccola, dormito bene?- la mamma stava preparando la colazione.
-Buongiorno, pronta per il grande giorno?- mi chiese mio papà.
-Sì ho dormito benissimo, però sono pronta a dormire anche in piedi se possibile, ho terribilmente sonno.
Comunque si sono prontissima per oggi, quando si parte?- risposi alle domande.
Mio papà si alzò e dovetti alzare la testa per guardarlo, è altissimo e muscoloso, ha una possente barba, ma nulla a che fare con babbo natale, sia chiaro.
Si avvicinò a me e mi abbracciò forte.
-La mia piccola che sta per andare al college, sei ancora troppo piccola, resta qui con me, mangeremo pizza dalla mattina alla sera se vuoi - mi disse, risi e lo abbracciai pure io.
-si ti piacerebbe, così puoi ingozzarti senza scuse.- lo stuzzicai
-Si ma io posso fare..- non seppi mai quello che poteva fare perchè in quel momento entrò in cucina Alice
Una delle persone che più mi hanno aiutato a superare gli ultimi due anni è Alice, migliore amiche dalla seconda media, bionda e occhi azzurri, labbra grandi e rosse, molto spesso la vorrei uccidere per quanto è bella

-Ciao ragazzi! Dai Clarisse muoviti che dobbiamo andare!- disse felice, quasi quasi si metteva a ballare lì, in mezzo alla cucina, giuro.
Guardai i miei genitori con un velo di malinconia, mio padre andò sù a prendere le mie valige e mia mamma mi prese sotto le sue braccia.
-Mamma salutami Thomas-
Thomas, mio fratello, lo avevo già salutato ieri sera perchè sapevo che oggi non ci sarebbe stato però già mi manca e sento un senso di malinconia, non sono mai andata da nessuna parte senza i miei genitori o comunque con i miei fratelli, questa è la prima volta e non so come me la sarei cavata.
Mio papà intanto aveva già finito di caricare le valige in macchina che messe insieme a quelle di Alice non so come mai le portiere si siano chiuse.
Abbracciai mio padre mentre Alice salutava mia mamma.
-Sicura di voler andare? Puoi restare qui se vuoi, qui ti posso proteggere io. -
In un quel momento pensavo fosse il suo lato paterno a parlare o la sua paura di perdere un altro figlio, successivamente avrei compreso il vero significato di quelle parole.
- Sono sicura papà- lo rassicurai.
Mi si strinse il cuore quando salii in macchina, li volevo con me, sempre, ma dovevo andare via.
- Pronta?- chiese Alice.
-Più che mai, parti!- le risposi.
Così partì a razzo, vidi la sagoma dei miei genitori svanire sempre di più e poi sempre più velocemente quelle dei abitanti e dei palazzi, della mia vecchia scuola e la nostra solita caffetteria, vidi svanire tutto e so che mi mancherà la mia famiglia e la mia casa ma in quel preciso istante dopo due anni, non mi sono mai sentita così sollevata. Ero salva.
Quanto mi sbagliavo

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 26, 2015 ⏰

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