Sally Williams.

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L'estate era piacevole e calda quell'anno. Il sole, come sempre, portava calore alla pelle. Le leggere brezze che passavano per il quartiere ne facevano un luogo né troppo caldo, né troppo freddo. Era semplicemente un clima perfetto. Ma ci fu un estate che Sally non dimenticherà mai. Sally era una giovane ragazza di otto anni dai lunghi e ondulati capelli castani e dai brillanti occhi verdi. Sempre educata, non mentiva mai ed obbediva a tutto ciò che le veniva chiesto. I suoi genitori la adoravano, non avrebbero potuto chiedere una figlia migliore. Sally ridacchiava mentre giocava con le sue amiche fuori, in giardino. Giochi come "campana" o il salto della corda, a volte con le bambole, a volte "ce l'hai". La madre di Sally sorrise calorosamente alla vista dell'innocente bambina, e la chiamò a tavola pulendosi le braccia sul grembiule. "Sally, vieni in casa, il pranzo è pronto!" Sally alzò lo sguardo dalla propria bambola e sorrise.

"Okay mamma!"

Sedendosi a tavola, Sally saltellò sopra la sua sedia, eccitata per chissà cosa. Sua madre posizionò del burro d'arachidi e del pane con gelatina le cui croste erano state tagliate, in tavola. Alcuni gambi di sedano e carote, da bere del succo d'arancia. "Grazie mamma."

"Di nulla, piccola". Quando la bambina diede il suo primo morso, la madre scelse un posto davanti a lei, sorridendo mentre la guardava mangiare. "Indovina! Tuo zio Johnny sta venendo qui." Sally guardò la madre e sorrise. Le sue labbra mostravano ancora tracce di burro d'arachidi. "Mmg! Zio Johnny?" Ripeté lei, a bocca piena. Sua madre rise di gusto.

"Mhm. Viene per aiutare papà a lavoro e prendersi cura di te. Forse andremo anche a Carnevale, tutti quanti!" Sally masticò velocemente l'ultimo pezzo di cibo rimastole in bocca. "Possono venire anche Sarah e Jenny?" Sua madre la guardò pensierosa. "Vedi, lo decideranno i loro genitori. Ma se gli danno il permesso, va più che bene!" La bimba rise e nuovamente saltellò sulla propria sedia, ora ancor più eccitata all'idea delle vacanze di quell'anno.

Qualche giorno dopo, lo zio Johnny arrivò a casa loro. Uscendo dalla macchina, l'uomo alzò le braccia sopra la testa ed emise un sospiro di stanchezza. "Zio Johnny!" Squittì una vocina, catturando l'attenzione dell'uomo. Sally fece cadere la corda con cui stava giocando ed andò ad abbracciare il membro della famiglia. "Hey Sal! Come stai?" Disse alzando la bambina da terra con facilità, abbracciandola. Lei rise e osservò i suoi amici, che stavano ora muovendosi verso la sua direzione.

"Ho giocato con Sarah e Jennie. Andiamo dentro a dire alla mamma che sei qui!"

"Ottima idea." Sorrise ed entrò in casa, chiamando a gran voce la donna. "Marie! Sono qui!" Disse, seguito da Sally impegnata ad imitarlo.

"Mamma! E' qui!" La casalinga uscì dalla cucina e sorrise vedendo che Johnny ce l'aveva fatta.

"Johnny, sei qui, sano e salvo." L'uomo riportò la bambina a terra e le diede una pacca sulla schiena in modo da allontanarla. Abbracciò la donna.

"Certamente. Perché diavolo non avrei dovuto arrivare sano e salvo?" Rise, muovendosi verso la cucina insieme alla donna. Sally trotterellò fino alla porta d'ingresso, annunciando che stava uscendo per giocare.

"Assicurati di essere dentro prima che faccia buio!"

"Sì mamma!" E la bambina uscì.

Mentre il momento della cena si avvicinava, il padre di Sally tornò a casa, felice di vedere che anche suo fratello era lì. Rientrando con sua figlia, salutò Johnny con una stretta di mano ed un abbraccio fraterno.

"Felice di vederti, come stai?" Disse incrociando le braccia, mentre guardava sua moglie preparare la tavola. Johnny scrollò le spalle, giocherellando con i pollici.

"Karen ed io ci siamo separati."

"Oh, è terribile. Chiedo scusa..." Johnny scuotè la testa con un sorriso.

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