EVERYTHING BE OKAY

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Camminare per le strade di Londra è ciò che amo più fare, specialmente quando si tratta di una di quelle tipiche giornate piovose, dove amo sentire il picchiettio di ogni singola goccia cadere sull'ombrello e l'odore inebriante della pioggia, che vorrei avesse il potere di lavare via tutto ciò che non andrà bene.

Durante le mie lunghe passeggiate, che come diceva mia madre avevano un non so che di deprimente per una diciottenne, ero solita fermarmi da JO'S BAR e prendere il mio fish n' chips preferito.

«April! Il solito?» chiese Jo.
Ero una cliente abitudinaria.

«Oh si, grazie Jo. Due porzioni questa volta» risposi cordialmente.

«Hai ospiti a cena?» chiese lui.

Ormai eravamo diventati molto confidenziali, sapeva tutto di me. Sapeva che non ero una ragazza a cui piaceva particolarmente la compagnia, se non di quei pochi amici selezionati.
Sapeva che mi imbarazzavo ad un complimento ed arrossivo.
Sapeva che ormai io ero orfana di entrambi i genitori e che vivevo da sola in un bi-locale quasi in periferia.

Lui? Era un padre per me, a volte mi ha anche aiutata economicamente quando non c'è la facevo a pagare l'affitto e io ho sempre e comunque compensato i miei debiti. Insomma, non era una vita facile la mia.

Mi distolsi dai miei pensieri.

«Sei in vena di scherzi Jo?» dissi ridendo «è solo perché domani non potrò passare, ho il turno serale in caffetteria» risposi.

Dopo una breve chiacchierata con Jules, la cameriera, uscii e andai verso casa. Faceva più freddo rispetto a quando sono entrata al bar, così strinsi forte a me il cappuccio del cappotto e andai a passo svelto verso casa.

Camminai disperatamente e il più velocemente possibile, anche se non era saggio camminare con quell'andatura al quanto veloce per la la mia condizione salutare. Il mio cuore stava facendo cilecca.

Sin da quando ero bambina ho avuto un problema di arterie che non pompavano sangue a sufficenza, ma da quando tutto il mondo grava sulle mie spalle, non ho più ne la voglia e ne il tempo e tanto meno i soldi per poter badare alla mia salute.

Alzai lo sguardo, il palazzo dove ubicava la mia abitazione era a pochi metri da me; ma l'affanno, i capogiri e la tachicardia rendevano i miei passi pesanti e la destinazione desiderata quasi come un miraggio.

Con la mano tremante presi le chiavi dal fondo della mia borsa ed entrai dentro il portone, ciò mi diede una piccola consolazione che fu però subito sventata dai tre piani di rampe di scale che dovevo fare, in quanto il palazzo era tutto fuorché una delle nuove costruzioni e dunque era senza ascensore.

Feci un lungo respiro e cominciai quella tortura. Ma mi sentivo debole, stanca e avevo le gambe deboli e tremolanti. Mi mancava il respiro.

Mi accasciai. Il buio.

Non so quanto tempo fosse passato precisamente dal mio svenimento, ma mi svegliai nel momento in cui sentii una stretta possente cingermi e un calore arrivare al mio collo. Tentai di aprire gli occhi e quasi come se fosse un sogno constatai che ero fra le braccia di un ragazzo altro, moro con dei lineamenti da dio greco e gli occhi verdi così espressivi e profondi che mi ci potevo perdere facilmente.

«Sta tranquilla ehm...?» chiese.

«April» risposi.

«Io sono Christopher. Puoi chiamarmi Cris, sono il nuovo coinquilino del secondo piano. Stavo andando in palestra ma ti ho vista accasciata, così ho deciso di aiutarti» rispose una volta che eravamo arrivati al mio piano.

Io feci una smorfia confusa.
Come sapeva quelle fosse il mio appartamento?

«Come... Come sapevi che questo fosse il mio appartamento?» chiesi.

«Sto qua da circa cinque giorni e sei l'unica bella ragazza che ho visto nei dintorni» disse facendomi l'occhiolino, gesto che mi fece molto imbarazzare.

Diventai rossa.

«Comunque grazie per avermi aiutata, non avresti dovuto. Come posso ringraziarti?» chiesi sulla soglia della porta.

«Oh... Non devi. Be se avrei bisogno in questo giorni e nei futuri basta dirlo, ci si vede» concluse e saluto con la mano.

Forza April non fare la codarda.
Forza apri bocca. Invitalo.

«Cris... Ho qui con me il mio fish n' chips preferito. Si insomma, se non hai impegni, sai per ringraziarti... Allora ti andrebbe di fermati per cena?» chiesi.

«Se non disturbo, con molto piacere» disse sorridendo.

Aveva il sorriso più bello del mondo, aveva il sorriso di chi ti sapeva intrappolare, di chi ti sapeva rapire, irretire i sensi, disarmare. Il più enfatico che avessi mai visto in questa breve vita. Era un bel ragazzo fisicamente, ma dal gesto che aveva fatto questa sera si poteva anche capire che era anche un bel ragazzo dentro.

Si insomma... Come non poter rimanere affascinata da un ragazzo del genere? L'unica pecca è che io sto fantasticando parecchio e non mi considererà mai.

«Come posso aiutarti?» chiese gentilmente lui mentre stavo apparecchiando.

«Oh non ti preoccupare. Hai già fatto abbastanza per me. Metto il cibo a riscaldare nel microonde. Va bene?» chiesi e lui semplicemente annuii.

La serata passò giovialmente. Era un ragazzo molto interessante, così profondo ma allo stesso tempo misterioso. Mi affascinava così tanto che non facevo altro che pendere dalla sue labbra. Sembrava che gli stessi simpatica anche io, mi faceva sentire bene. A mio agio e per la prima volta non mi vergognavo a stare con un ragazzo.
***
I giorni passarono ma di Christopher neanche l'ombra. Ed io ero così confusa. Non facevo altro che ripetermi "ma cosa ti aspettavi April?". Si insomma mi ero veramente illusa. Ma allo stesso tempo non sapevo se dovermi preoccupare, magari poteva stare male o aveva avuto qualche problema.

La stessa sera, mentre guardavo il mio programma preferito in compagnia della mia amica solitudine, sentii suonare il campanello. Mi spaventai ma allo stesso tempo, con passi leggeri, mi avvicinai alla porta e guardai dallo spioncino.

«Cris...» dissi con un filo di voce.

Si fiondò sulle mie labbra, e senza capire nulla entrò a casa mia ed io non potei far altro che assecondare quel bacio caldo e passionale.

«Scusami, scusami, scusami» disse lui tra un bacio e l'altro «ma non riesco a stare lontano da te» disse ancora.

«Non ti ho mai detto di farlo» risposi.

Anche io avevo trovato il mio principe azzurro. So, everything be okay!

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