SCELTA:prima taccia.
La sveglia suonò interrompendo, come ogni mattina in modo poco piacevole, i miei dolci sogni e il rapporto di amicizia intenso che ho con le coperte.
Impreco in non so quale lingua a me stessa sconosciuta, subito dopo aver poggiato i piedi nudi sul pavimento freddo. Prendo i vestiti e l'intimo e vado a fare una bella doccia ristoratrice per svegliarmi per bene.
Sento scendere l'acqua calda su tutto il mio corpo e un fantastico profumo di bagnoschiuma alla vaniglia entra nelle mie narici. Tutta questa situazione piacevole mi fa dimenticare per almeno pochi minuti i vari problemi che dovrò affrontare durante la giornata. A volte rimpiango anche il solo fatto di essere nata. Ho pensieri maligni su me stessa, lo so, ma sono solo una ragazza che vorrebbe avere una vita normale.
Mi asciugo e vado a fare colazione.
Questo silenzio che regna a casa mia è assordante. Ripenso a poche sere fa e a quel fantastico bacio che mi ha dato Cris, poi il nulla. Non lo visto più. Avevo chiesto anche ai vicini di casa se l'avessero visto ed alcuni hanno anche risposto "non so nemmeno chi sia signorina White, mi dispiace".
Decido di non crogiolarmi in questi pensieri, devo essere capace di sorridere sempre e comunque. Tutto andrà, pensavo questo mantra nella mia testa. Non continuavo la frase né con bene né con male, ma andrà. In qualunque modo.
Esco di casa, e mi dirigo verso la caffetteria, oggi avrei avuto il turno fino alle 10:00, ma ero felice perché questo lavoro mi piaceva. Stavo sempre a contatto con le persone, si chiacchierava e si facevano nuove conoscenze.
Il tempo passa molto velocemente quando hai bella compagnia.
Durante il mio turno, verso ora di pranzo, viene a trovarmi Katy, l'unica mia migliore amica. Ci siamo organizzate per la sera, avrei dormito da lei.
Era da tanto che non succedeva ed ero molto contenta. Lei andava all'università, e stava in un quartiere molto più agiato rispetto al mio. Quando finii il mio turno, posai il grembiule e mi incamminai verso casa sua, prendendo anche due metro.
«Salve signora Ciocca!» dissi allegramente alla portinaia del palazzo di Katy. Mi conosceva anche lei ed era una persona semplice, gentile, e ti sapeva sempre mettere di buon umore oltre a dare ottimi consigli.
«Oh Audrey, ho 65 anni, ma chiamarmi ancora signora mi fa sentire vecchia, stai crescendo anche tu» rispose.
«Allora salve Pia» risposi.
Mi incamminai verso l'ascensore e dovetti aspettare pochi minuti, in quanto era occupato. Ma quel maledetto giorno, avrei preferito prendere le scale, malgrado tutto. Quando le porte dell'ascensore si aprirono, spuntò lui con un sorriso fantastico, i capelli arruffati, mano per la mano con un'altra ragazza.
Si bloccò, e mi guardò per qualche secondo, aprì la bocca tentando di dire qualcosa, ma fu interrotto da me quando chiesi se potevo passare affinché potessi entrare in ascensore.
Salii a casa di Katy sconvolta, ma alla fin fine pensai che dovevo passare una bella serata, all'insegna del divertimento.
***
Il giorno dopo, per mia fortuna, era domenica, dunque mi alzai con calma. Ma allo stesso tempo dovetti prepararmi subito e andare a casa in quanto avrei avuto il turno del lavoro alle 14:00.Salutai Katy e scesi per andare a casa.
«Audrey, che succede? Hai gli occhi spenti» mi chiese gentilmente Pia.
«Oh Pia, buongiorno. Non lo so, sono confusa. O alcuni pensieri che mi saltano per la testa» risposi sorridendo.« adesso devo andare, altrimenti perdo la metro» conclusi.