Capitolo 4

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Narra Milagros:

Ero sempre stata una ragazza timida, insicura e chiusa in me stessa...I miei unici amici, oltre che i miei familiari, erano stati sempre i libri. Perché un libro non ti mente, ne ti giudica, ti insegna cose, che per la maggior parte dei casi, non avresti immaginato di poter imparare. Scopri cose che non ti aspettavi, risolvi misteri, ed eserciti la tua immaginazione. Motivo per cui voglio laurearmi in letteratura e diventare una scrittrice e/o una giornalista. Mia madre è una scrittrice, ha scritto pure la sua storia, e forse mi ha "donato" il suo dono...Fatto sta che sto facendo tardi il primo giorno di università, per me, in cui la prima ora ho letteratura. Non proprio un ottimo inizio. Per di più, l'aula è la più lontana dal mio appartamento, come, minimo, 30 kilometri. 

Aprii la porta dell'aula. Il professore mi squadrò, e le miei guance si colorarono di un leggero rossore...L'attenzione di tutta la classe era spostata su di me. -Entri- Disse, sospirando. -Forza- Mi feci forza, e mi mossi, mi avvicinai al banco e mi sedetti. Mi sedetti accanto ad un ragazzo, i capelli lunghi fino al collo, bruno scuro, gli occhi verdastri, da quello che potevo vedere, dato che erano fissi sul suo quaderno e stava scarabocchiando. Poggiato su un braccio, leggermente annoiato, forse anche senza quel leggermente. Il ragazzo, forse, notò che lo stavo guardando e mi scrutò, mi girai subito verso il professore, ancora più rossa in faccia. Cercando di capire il senso del discorso del professore. Ma ero distratta Sospirai. E mi girai verso di lui. Mi fissava, ancora. Mi guardava come se fossi interessante...ma io non ero affatto interessante. Lui mi sorrise. -Hola- Disse, aveva un accento spagnolo, un bellissimo e sexy accento spagnolo. Io amavo l'accento spagnolo. -Ciao- Dissi, era più un sussurro. Mi chiesi se parlasse la nostra lingua. Lui accentuò il suo sorriso -Io sono German- Ecco, parlava perfettamente la nostra lingua, nonostante il suo accento spagnolo fosse ancora molto udibile. -Io sono Milagros- Dissi, lui sorrise, una fossetta si fece largo sul suo viso, era stupendo, qualcosa di inspiegabile. 

Quando rientrai guardai Miky. -Hey. Abigail è tornata?- Lei scosse il capo, e guardò in basso, era preoccupata. -Chi è Abigail?- Chiese German dietro di me. Miky si alzò e puntò un dito contro il ragazzo -Lui chi è?- Era una persona diffidente ed iper protettiva con mia sorella, anche io lo ero. -Un amico- Spiegai. -Abigail è mia sorella- Risposi a German girandomi verso di lui e poi dissi -E non trona da ieri sera. Aveva un appuntamento- Lui smise di sorridere -Se mi dici il nome del tipo posso dirti dove trovarlo, conosco tutti qui- Mi disse. Io pensai. Sospirai e gli rivelai -Veramente non so come si chiama- -Io si- Intervenne Miky -Si chiama Harry- Rispose. German la guardò perplesso -Ed il cognome- Lei alzò le spalle e disse -Non me lo ha detto. Ma pensa. Quanti ragazzi si chiameranno Harry, gli piacciono le ragazze coi capelli biondi e la pelle bianca. Oltre che minuta e ricca. Qui al campus- German fece una faccia strana e le disse -Molti, anche chi non si chiama Harry realmente- Qualcuno entrò dalla porta. Una massa arruffata di capelli biondi ed il trucco sbavato, la pelle con un colorito più roseo, ed un sorriso gigante sulle labbra. Oltre a i suoi occhi luminosi e più grandi del normale. Quasi mi venne voglia di non sgridarla. Quasi. -Ma dove cavolo sei stata?- Le urlai contro. Lei mi sorrise e mi abbraccio. -In Paradiso- Mi spiegò lei. Per poi buttarsi sul divano. Miky la guardò, poi alzò lo sguardo su di me e chiese -Secondo te è ubriaca o drogata-     


Come se fosse la prima voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora