Capitolo 3

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Entrate in classe ad attenderci vi era già il prof di storia, Mr Muller, il mio insegnante preferito, uno di quelli che ti faceva venir voglia di studiare come una pazza solo per renderlo contento.

Io e Will ci sedemmo ai primi posti, sia perché non avevamo scelta, oramai gli ultimi posti erano già stati presi dai copiatori incalliti, sia perché i primi banchi erano la mia passione. Odiavo il fatto di non veder la lavagna, e dovermi muovere incessantemente sulla sedia come un'affetta da crisi epilettiche perché non dotata del potere di poter attraversare le zucche vuote dei miei compagni non rispecchiava il mio concetto di seguire la lezione.

<< Spero che vi siate divertiti durante l'estate >> esordì Mr Muller << e siccome sono consapevole del trauma psicologico che state vivendo con il ritorno a scuola, oggi ci limiteremo a fare un piccolo gioco sulle date storiche >>.

Fortunatamente l'interessantissimo gioco venne interrotto dall'irruzione della preside in classe con una ragazza al suo seguito.

<< Scusi Mr Muller per il mio ingresso irruento, ma ho una serie di faccende da brigare, quindi la prego di perdonarmi. >> poi continuò rivolta a noi << lei è la signorina Black >> disse indicando la ragazza accanto a sé << frequenterà l'anno insieme a voi. Spero vivamente che la trattiate con rispetto e che la facciate sentire accolta >> e detto ciò si dileguò.

<< Bene, perché non si presenta alla classe? >> disse il prof dopo essersi schiarito la gola rivolgendosi alla nuova alunna.

<< buon giorno a tutti, io sono Desdemona Black, vengo dalla California e ho 17 anni >> si presentò. Aveva un'aria da cerbiatta spaventata, che colpì la classe ed il prof, così subito la accolsero presentandosi a loro volta e indicandole il suo nuovo posto non molto lontano da me.

Non so perché ma l'unica cosa che provavo per lei era un infinita diffidenza, e guardandola negli occhi il sangue mi si gelava nelle vene. Sarà stato il suo aspetto da barbie, con i capelli lunghi e neri, gli occhi celesti, ed un fisico da modella, o quella sua voce mielosa che mi faceva venir voglia di strapparle le corde vocali, o il fatto che la mia amica stravedesse per lei che mi fece provare un certo odio nei suoi confronti.

Ma la mia parte razionale che non si faceva influenzare da sentimenti illogici mi permise di presentarmi << ciao, io sono Micaela, spero ti divertirai con noi >>, ma quel << oh, piacere Micaela, certo che mi divertirò con voi >> mi fece accapponare la pelle.

Le seguenti ore scolastiche trascorsero veloci e senza intoppi, e appena suonò la campanella trascinai Willow in mensa, non vedendo l'ora di saziare il mio stomaco affamato.

Nel pomeriggio ci dedicammo alla sistemazione della nostra stanza fino a che non bussarono alla porta. E per mia somma sfiga era Elena, la rappresentante degli studenti, che a causa di diversi episodi accaduti l'anno scorso che implicavano provette e sostanze chimiche ero finita sulla sua lista nera.

<< ma guarda chi si rivede >> sputò con odio, <<Elena ciao anche a te >> dissi sbuffando << se sei venuta per torturarmi ti consiglio di andartene, non ne ho proprio voglia >>.

<< sono venuta solamente perché devo controllare le stanze, non di certo per una brutta stronza come te. Ah dimenticavo le vostre uniformi >> disse per poi andarsene dopo averle gettate a terra.

Le raccolsi, e porsi a Will la sua << sarà proprio movimentato quest'anno >> disse divertita << già >> confermai.

Alle otto si sera in punto veniva servita la cena, così ci dirigemmo alla mensa, dove ad attenderci c'era un fumante piatto di zuppa, dal contenuto non identificato, ma con un buon sapore. All'improvviso sentì un dolore lancinante, urlai, non capivo che cosa mi stesse succedendo, finché non realizzai che dietro me stava Elena con il suo piatto vuoto, e che io ero completamente ricoperta della sua cena.

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